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Corriere Immigrazione, comincia una nuova avventura

sabato 21 luglio 2012


Corriere Immigrazione diventa una testata giornalistica. Le ragioni di questo cambiamento. Chi siamo e cosa speriamo di fare. Con il vostro aiuto.
Il blog Corriere Immigrazione da oggi cambia veste grafica e diventa una testata giornalistica. Dietro questa trasformazione  non ci sono particolari risorse economiche nè sponsor, ma solo la disponibilità e l’impegno volontario di un gruppo di giornalisti  (a partire dall’ideatore del blog, Luigi Riccio), e/o militanti anirazzisti  e di una piccola associazione, Giù le frontiere, nata dall’esperienza delPrimo Marzo (ricordate la Giornata senza di noi?). Abbiamo deciso questo salto perché crediamo che il tema immigrazione meriti una maggiore e più specifica attenzione giornalistica. Troppo spesso esso viene affrontato solo in termini di emergenza e con approssimazione, indugiando sugli aspetti sensazionalistici e patetici. Probabilmente ciò avviene perché considerato marginale e di interesse limitato agli immigrati, ai loro eventuali congiunti italiani e agli attivisti antirazzisti. Si tratta invece di una questione che riguarda tutti. E non solo per ragioni  di coscienza o di principio.
La questione riguarda tutti perché le migrazioni sono sempre state presenti nella storia umana e sono alla base della costruzione di tutte le civiltà. Perchè in un mondo globalizzato qual è il nostro non possono essere liquidate come emergenze o fatti occasionali ma rappresentano un fenomeno strutturale, con importantissime implicazioni sociali, culturali ed economiche. Perché sui migranti, in Italia come altrove, sono state sperimentate (e continuano ad esserlo) politiche repressivesuccessivamente e progressivamente applicate ad altre fasce della popolazione: conoscerle e comprenderle ci illumina sul nostro immediato futuro ma anche su come si sia arrivati a certe dolorose distorsioni del presente. E pensiamo, in particolare, allo smantellamento dello stato sociale e all’erosione di diritti fondamentali nel campo del lavoro. La questione riguarda tutti perché l’Italia, piaccia o meno (e a noi piace) è già un Paese multiculturale e il razzismo, consapevole o subliminale, è un male da combattere. La prima arma, in questo senso, è la conoscenza.
Corriere Immigrazione per il momento sarà aggiornato con cadenza settimanale. Avremmo voluto farlo nascere come un quotidiano, ma sarebbe stato davvero al di là delle nostre possibilità e dei nostri mezzi. L’uscita settimanale è comunque molto impegnativa. E forse non sempre riusciremo a rispettarla, e incapperemo in refusi e in qualche imprecisione. Di questo chiediamo scusa in anticipo ai nostri lettori. Noi comunque daremo fondo a tutte le nostre energie per realizzare un prodotto di qualità e che possa, nel suo piccolo, contribuire a far rete tra i soggetti (per fortuna numerosi) che a vario titolo e in posti diversi d’Italia, si impegnano quotidianamente contro le discriminazioni e per la costruzione di una società più giusta, aperta e accogliente. Ma per farcela, e lo diciamo chiaramente,abbiamo bisogno della collaborazione di chi ci legge e condivide questa impostazione. Fatevi avanti se avete voglia di collaborare e per segnalarci notizie, appuntamenti, storie. Saremo lieti di ospitare opinioni anche diverse dalle nostre e di alimentare il dibattito e la riflessione.
In questo primo numero troverete la prima parte di una serie di interviste dedicate a una futura, ipotetica ma auspicabile, legge sull’immigrazione, che mandi in pensione al più presto la Bossi-Fini. Nessuno ne sta parlando ed è proprio per questo che abbiamo ritenuto opportuno affrontare estensivamente l’argomento: per ricordare a questo governo ed eventualmente a quello che verrà che la questione deve essere affrontata. Troverete un’inchiesta sullo sfruttamento del lavoro migrante in agricoltura non al sud ma al nord d’italia. Perché certe cattive pratiche (caporalato e dintorni) non sono un’esclusiva del mezzogiorno. Troverete una storia a lieto fine (almeno così sembra): la battaglia dei sindaci della Locride che ha permesso ai progetti di accoglienza di varie città calabresi di non morire per mancanza di finanziamenti ed eccesso di burocrazia. Troverete poi un approfondimento sulla cosiddetta “legge Rosarno”, notizie dalle città (per esempio, l’apertura di un campo rom milanese ai non rom, attraverso una rassegna culturale) e varie rubriche: sul razzismo istituzionale, sui Cie, sulle parole chiave per costruire un discorso antirazzista…
Noi adesso siamo già impegnati sul prossimo numero.

Stefania Ragusa