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1° Marzo 2011: bilancio e riflessioni verso il futuro

lunedì 21 marzo 2011

Sono trascorse tre settimane dal Primo Marzo e oggi siamo in grado di tratteggiare un bilancio più preciso della giornata e di proporre alcune considerazioni.

Le città che si sono mobilitate, attraverso iniziative coordinate dai comitati Primo Marzo e attraverso iniziative spontanee, sono state 52 per un totale di circa 150mila persone: meno dello scorso anno ma comunque un numero significativo, se si considera come è cambiato il clima politico negli ultimi 12 mesi, le diverse mobilitazioni che si sono prodotte in questo arco temporale e la minore attenzione che i media ci hanno riservato.
D'altra parte, l'obiettivo realistico di questo "secondo marzo" (come è stato efficacemente ribattezzato da Carta on line) era mantenere la tensione e l'attenzione sugli elementi che caratterizzano il progetto: la mobilitazione dal basso e la centralità di alcune parole d'ordine, cioè l'opposizione netta alla legge Bossi-Fini, la difesa del diritto al lavoro e dei diritti nel lavoro, la mixité, lo sciopero come strumento di mobilitazione e protesta.

L'obiettivo era portare avanti il percorso, allargare la rete e far crescere la consapevolezza attorno a questi temi.


Il Primo Marzo - lo ricordiamo - è nato come Sciopero degli Stranieri (dove straniero sta non soltanto per i migranti e le migranti, ma anche per "estraneo" alle logiche di razzismo ed esclusione che hanno progressivamente deformato il nostro modello sociale). E' stato questo concetto (problematico finché si vuole ma estremamente forte) a catalizzare l'attenzione di migliaia di persone. Eluderlo o bandirlo avrebbe significato privare la rete Primo marzo della sua principale ragion d'essere.

Molti tentativi (indiretti ed espliciti) sono stati fatti per spingerci a cancellare la parola sciopero, ma il loro esito nel complesso è stato fallimentare. Primo Marzo è rimasto il movimento dello Sciopero degli Stranieri, sentito e partecipato. E' su questo che a nostro avviso si misura il successo della giornata.

Diversi soggetti già organizzati e strutturati in forme associative di vario tipo hanno tentato di impossessarsi della data e piegarla ai propri interessi. In alcuni casi (a Milano, per esempio) ciò ha prodotto iniziative che hanno riproposto l'immagine vittimistica dei migranti, riducendo la giornata ad una sorta di commemorazione festosa lontana dallo spirito di lotta che la anima. Allo stesso modo, alcune iniziative spettacolari, per quanto mirate contro obiettivi comuni, non hanno colto il segno della giornata e la sfida lanciata dallo sciopero, rischiando anzi di metterle in secondo piano. In diverse città, tra cui Bologna, Reggio Emilia, Modena, Trieste, Firenze, Bolzano, Palermo, Napoli, Perugia, il primo marzo ci sono stati scioperi, manifestazioni, alcune novità significative. Questo è stato prodotto sia dai comitati Primo Marzo, a volte in grado di coordinare realtà già esistenti, a volte organizzatori delle iniziative, sia da diverse realtà antirazziste e dei migranti che hanno portato avanti tutto l'anno un percorso di partecipazione collettiva, a volte dialogando con le istituzioni, ma rivendicando sempre un ruolo centrale alle istanze che dal basso venivano sollevate e ai percorsi autorganizzati.


In alcuni territori (in particolare a Bologna e in Emilia) l’adesione allo sciopero è stata elevata e superiore allo scorso anno, grazie alla copertura assicurata a livello nazionale da Fiom e Usi ma, soprattutto, in virtù della buona comunicazione con le Rappresentanze Sindacali Unitarie. In altre realtà (Trentino e Alto-Adige, per esempio) la richiesta di astensione dal lavoro non ha trovato eco presso le grandi organizzazioni sindacali, ma a Bolzano nonostante ciò le lavoratrici della cooperativa Donne Nissà hanno scioperato. In generale, la presenza di percorsi autorganizzati in grado di produrre rapporti con le RSU e pressioni verso i sindacati è risultata decisiva. Allo stesso tempo, su questo primo marzo si è sentita l'eco delle lotte contro la sanatoria truffa, a partire dall'occupazione della gru di Brescia e della torre di via Imbonati a Milano: questione ancora aperta nonostante i parziali successi ottenuti sul piano giudiziario.

Tutto questo comunque evidenzia più che mai la necessità di andare avanti nella riflessione su cosa sia oggi lo sciopero e sui limiti che continuano a essere posti attorno all'esercizio di quello che dovrebbe essere un diritto costituzionale, individuale e inalienabile.

La maggior parte delle mobilitazioni è durata lo spazio di un giorno, ma in alcune città (Palermo e Reggio Calabria, per esempio) le iniziative sono state "spalmate" in un arco temporale più ampio, spaziando territorialmente e coinvolgendo dunque segmenti diversi di popolazione: studenti, scolari, associazioni antirazziste, passanti occasionali.... Una bella sorpresa è stata la partecipazione nel mezzogiorno. In Sicilia in particolare, anche per effetto della vicenda di Noureddine, c'è stato un grande fermento e Palermo è diventato il punto di riferimento per varie realtà regionali. Importante anche il convolgimento di Rosarno e di altri centri agricoli dove lo sfruttamento del lavoro migrante rappresenta un costume radicato e generalizzato. Elementi positivi che hanno caratterizzato le mobilitazioni in molte città sono stati la partecipazione attiva delle cosiddette seconde generazioni, figli e figlie di migranti, e quella delle donne migranti. In alcuni casi (Rosarno e Trieste, per esempio) a causa delle condizioni metereologiche avverse le manifestazioni sono state posticipate.

Crediamo però che il principale successo, pur con tutti i problemi, del 1 marzo sia stato quello di mettere in circolazione l'esperienza dello sciopero del lavoro migrante come sciopero di tutti, della condizione migrante come elemento di precarizzazione e ricatto di tutto il lavoro, e di proporre perciò il tema dello sciopero come elemento di mobilitazione. Il primo marzo è stato dove si è dato uno sciopero reclamato dal movimento e non proclamato dall'alto. Ciò ci spinge a guardare al futuro da questo punto di vista, intrecciando la lotta contro il razzismo istituzionale e per il protagonismo dei migranti con il tema del diritto di sciopero e delle nuove forme che lo sciopero può assumere. Per questo, mentre iniziamo una riflessione su come proseguire il percorso del 1 marzo, crediamo sia importante essere presenti negli ambiti di discussione che su questi temi si produrranno sin dalle prossime settimane.

Primo marzo tutto l'anno! A Trieste le piazze tematiche

venerdì 11 marzo 2011

Primo Marzo Sciopero degli stranieri - Trieste: Primo marzo tutto l'anno!


Tornano le piazze tema...
: "Primo marzo tutto l'anno! Tornano le piazze tematiche: musica, immagini, testimonianze, teatro... Giovedì 17 marzo ore 11.00angolo via Dan..."

Report da Bari

lunedì 7 marzo 2011

Riceviamo da Andrea Aufieri:Il Primo Marzo degli immigrati a Bari è stato molto partecipato nonostante la pioggia: troppe le difficoltà, le storie, le istanze alla politica e alla città per starsene chiusi in casa. Qui Andrea Aufieri prova a far conoscere, dalle testimonianze diretti protagonisti, le singolari realtà del FerrHotel e dell'ex-liceo Socrate, occupati da rifugiati dopo la loro permanenza nel Cara e i giri a vuoto cui sono costretti nonostante la loro particolare condizione. Il commento musicale è dei Pan Da Punk, che hanno rilasciato in Creative Commons 3.0 non commerciale, non opere derivate, riconoscimento autori, la loro "In Mezzo Ad Una Strada" (http://www.pandapunk.altervista.org/).Qui il videoracconto che ho pubblicato sul mio canale YouTube, Andrea Aufieri's Web Television:http://www.youtube.com/watch?v=dWllzljStnQ

Report, immagini e analisi da Bologna

domenica 6 marzo 2011

LE NOVITA' DEL PRIMO MARZO
A distanza di un anno dalla prima “giornata senza di noi”, il primo marzo piazza Nettuno a Bologna si è riempita ancora. Ancora una volta è stata una giornata transnazionale: ha attivato, come è avvenuto in Austria, percorsi di lotta inediti; ha dato forza e supporto a lotte come quella dei migranti in sciopero della fame in Grecia; ha costruito un legame tra le due sponde del Mediterraneo, contro i regni della paura. Rispetto allo scorso anno, in assenza del clamore mediatico determinato dalla rivolta di Rosarno, in un momento in cui la crisi colpisce duro, la mobilitazione ha visto numeri diversi attraversare le strade. Qualcosa di più però c’è stato, e il primo marzo 2011 ha segnato alcune soglie rispetto alle quali noi non intendiamo arretrare.
La prima riguarda lo sciopero: rispetto al 2010, un numero maggiore di fabbriche ha scioperato, e un numero maggiore di lavoratori, italiani e migranti, si è effettivamente astenuto dal lavoro. Questo dato segnala l’importanza della comunicazione con le RSU, con lavoratrici e lavoratori che hanno compreso che lo sciopero del lavoro migrante è sciopero di tutto il lavoro.
La seconda è la visibilità delle donne, migranti e italiane, nella piazza del primo marzo. La denuncia del carattere patriarcale della legge Bossi-Fini fa capire che non è più tempo di un antirazzismo neutro, né di un’organizzazione dei migranti che taccia sulla subordinazione delle donne e la accetti mascherandola come “cultura”.
La terza è l’assoluta novità della presenza in piazza dei figli e delle figlie dei migranti. La manifestazione studentesca del mattino, la partecipazione attraverso la musica hip hop del Laboratorio OnTheMove alla lotta di tutti mostra la forza di una presenza che non vuole farsi ingabbiare in un’eterna seconda generazione.
Lavoratrici e lavoratori, uomini e donne, ragazzi e ragazze, il primo marzo hanno preteso visibilità, presenza, parola. Per affermare condizioni che non sono rappresentabili e che non possono essere trattate solo come questioni di emergenza – che si tratti dell’emergenza decretata dal governo, o di una condizione estrema resa visibile da un antirazzismo ormai datato. I lavoratori e le lavoratrici, gli uomini e le donne, i ragazzi e le ragazze che il primo marzo hanno parlato hanno mostrato di non essere ai margini ma al centro delle trasformazioni contemporanee del lavoro, di poter essere al centro delle lotte.
Noi del Coordinamento Migranti da qui ripartiamo e ripetiamo, come abbiamo detto in piazza, che non sono le ricorrenze che ci interessano, né gli attestati di solidarietà, né un odioso assistenzialismo. Ci interessa quello spazio nel quale i migranti, uomini e donne, lavoratrici e lavoratori, ragazze e ragazzi, possano sentirsi potenti, e non solo per un giorno.
A questo link immagini della giornata

Coordinamento Migranti Bologna e provincia
Laboratorio On the Move

Voci da Palermo

In attesa di un report completo ed esaustivo dal capoluogo siciliano (ci vorrà un po' a metterlo insieme: il Primo Marzo qui è durato tre giorni e ha avuto appendici in altre città siciliane e questo è ottimo!) possiamo ascoltare, direttamente dal corteo, le voci del Forum Antirazzista e del Comitato Primo Marzo. A questo link!

Report da Pordenone

Uniti contro la crisi e contro i licenziamenti etnici

Primo Marzo 2011 Pordenone

Il Comitato Primo Marzo di Pordenone ha organizzato un incontro presso il Centro servizi volontariato per discutere in particolare dei diritti dei lavoratori immigrati in tempo di crisi. Non c’erano infatti le condizioni per realizzare una manifestazione di piazza, dopo il successo di una recente manifestazione degli stranieri a Pordenone sabato 5 febbraio.

Si è scelto di porre l’accento sul lavoro in seguito alla proposta del capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale Danilo Narduzzi: in vista degli esuberi annunciati da Electrolux (circa 600 persone tra gli stabilimenti di Susegana e Porcia), il leghista proponeva di licenziare prima tutti gli stranieri e solo in seguito gli italiani. Fortunatamente altri politici anche di centrodestra, compreso il presidente della Regione Veneto Zaia, hanno bocciato la proposta.

All’incontro del primo marzo sono intervenuti: Roberto Zaami, segretario provinciale della UIL, Carla Franza della CGIL e il vicepresidente della Provincia, il leghista Eligio Grizzo. I sindacalisti hanno sottolineato il diritto al lavoro per tutti, mentre Grizzo ha sottolineato la necessità di avere un lavoro per poter restare in Italia e non dover «fare l’elemosina ai Servizi sociali».

Il leghista ha sottolineato che il piano per l’immigrazione della Provincia va proprio nella direzione di dare un aiuto per il lavoro, tuttavia questo piano è stato ritenuto discriminatorio dall’UNAR, l’Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in quanto la Provincia ha inviato agli immigrati lettere in cui si invitava a presentarsi a uno sportello dell’ente e in caso lo straniero non si fosse presentato, sarebbe stato segnalato alla Questura (http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2010/10/22/news/l_unar_discriminazione_a_pordenone-8334705/index.html?ref=search). Grizzo ha affermato: «L’Unar non può decidere per noi, perché siamo noi che governiamo il territorio».

Si è fatto notare come la Lega abbia spesso utilizzato il tema dell’immigrazione per fomentare la paura, collegato alla criminalità.

La delegata CGIL ha sottolineato i dati Caritas che mettono in evidenza quale sia il contributo degli stranieri per il benessere dell’Italia. Oggi, data la crisi e la mancanza di lavoro, gli immigrati invece vengono spesso considerati un peso a carico della collettività e non si pensa ad esempio ai contributi pensionistici versati da molti immigrati oggi disoccupati. In molti tornerebbero volentieri a casa loro, se potessero avere tali contributi, come avviene per chi ha lavorato in altri paesi europei come la Francia, la Gran Bretagna, etc.

Nel corso del dibattito si è parlato anche dei diritti delle nuove generazioni: tutti, compreso Grizzo, concordano che sarebbe auspicabile che chi nasce in Italia avesse la cittadinanza di questo paese e non quella dei suoi genitori. Abdou Faye, della CGIL regionale, ha sottolineato infatti che, mentre le prime generazioni di immigrati si sono adattate a fare i lavori più umili, anche perché si sentono ospiti in Italia, i giovani cresciuti qui avranno un atteggiamento diverso e su di loro bisogna puntare se si vogliono evitare scontri come quelli che avvengono nelle banlieue francesi.

Infine si è sottolineato che negli ultimi anni, con l’amministrazione Tondo di centro-destra, sono stati drasticamente ridotti i fondi dedicati dalla Regione Friuli VG alla cooperazione decentrata: ciò non favorisce la creazione di condizioni di vita vantaggiose nei paesi d’origine degli immigrati. Grizzo si è detto d’accordo con la necessità di investire per lo sviluppo dei paesi di provenienza degli stranieri, «io sono per il neocolonialismo», ha detto.

Report e immagini da sassari










LA PROTESTA DIVENTA PROPOSTA.

Una delegazione del Comitato Primo Marzo al Consiglio Comunale di Sassari.

La pioggia e il maltempo hanno ostacolato il popolo del 1° marzo ma per fortuna non ne hanno fermato l'entusiasmo. Martedì scorso decine di cittadini e migranti si sono ritrovati nuovamente per le vie di Sassari per dire "no" al razzismo. La manifestazione per il riconoscimento dei diritti dei migranti, promossa dal Comitato "Primo marzo Sassari", si è svolta in tono minore rispetto all'edizione dello scorso anno, ma la loro protesta va letta e analizzata in modo diverso. E' stata incisiva, pacifica e gioiosa, ma soprattutto è stata ricca di proposte concrete. Una delegazione composta da una trentina fra immigrati e italiani è arrivata ai piani alti della politica. Le istanze raccolte e le proposte elaborate dal Comitato in un documento sono state esposte e consegnate a Palazzo Ducale ai membri del Consiglio Comunale riuniti in seduta.

«Molte cose sono cambiate dalla manifestazione dell'anno scorso», ha detto Filomena Costa Morais, in rappresentanza dei migranti. «Dodici mesi fa tutti erano scossi o atterriti dai fatti di Rosarno, mentre oggi l'ostilità è più sottile. Si respira un'aria pesante in tutta Italia. Le rivoluzioni che stanno attraversando il nord Africa segnalano un'aspirazione alla libertà che ha nelle migrazioni una delle sue declinazioni e che sta portando a un prevedibile aumento degli sbarchi sulle nostre coste. Di fronte a tutto questo il governo risponde evocando uno “stato di emergenza” e giustifica così il non rispetto del diritto di asilo, trasformando i migranti in potenziali criminali. E' tempo di chiudere la stagione dei respingimenti», ha concluso la rappresentante.

Anche a Sassari la situazione è cambiata in peggio nel corso di un anno. Il giovane marocchino Hassan El Amrani, in attesa della cittadinanza italiana dopo 17 anni vissuti in Sardegna, ha preso la parola ricordando ai consiglieri comunali che «quando un venditore ambulante viene pestato mentre sta lavorando, quando un trans viene aggredito nella propria casa, quando delle bottiglie molotov vengono gettate nel campo nomadi, allora vuol dire che le soluzioni bisogna applicarle con urgenza». Da qui le richieste ufficiali del Comitato Primo Marzo Sassari:

Al Governo Italiano e alle istituzioni nazionali:

- il rispetto dei diritti civili sanciti dalle convenzioni internazionali

- l'abrogazione del pacchetto sicurezza e del reato di clandestinità

- il permesso di soggiorno per chi denuncia lo sfruttamento e il lavoro nero

- il mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro

- lo stop ai rastrellamenti contro gli immigrati

- lo stop ai respingimenti di massa e agli accordi bilaterali che li prevedono

- il diritto di asilo per rifugiati e profughi

- la chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)

- la possibilità di accesso nei CDA (Centri di Accoglienza) e nei CARA (Centri Accoglienza Richiedenti Asilo), ora concessa ai soli parlamentari dopo una lunga procedura

- il diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti

- l'estensione dei diritti di cittadinanza e del diritto di voto

Al Comune di Sassari e alle istituzioni locali:

- l'istituzione della figura del “consigliere aggiunto” quale primo passo verso il riconoscimento dei diritti di cittadinanza (richiesta che non è stata istituita nella scorsa amministrazione nonostante le molte assicurazioni in tal senso)

- la realizzazione di interventi mirati a superare il disagio abitativo - ivi comprese migliorie per superare il degrado del campo nomadi di Piandanna - e a vigilare sulle discriminazioni e i soprusi che incontrano i migranti in cerca di alloggio

- l'assegnazione di spazi di aggregazione culturale e progettualità sociale che aiutino l'interazione e la coesione tra persone di diversa provenienza

- l'attuazione di politiche educative e interventi per l'integrazione scolastica dei minori

A queste richieste specifiche ha risposto il sindaco Ganau: “Mi sembra giusto che il Consiglio si interroghi sulla figura del consigliere aggiunto. Per il resto, bisogna riconoscere che molto è stato fatto nel corso degli ultimi anni. Penso ad esempio alle politiche in tema di edilizia popolare, dove non esiste più nessun fattore di discriminazione tra un sassarese e un extracomunitario”. Per tutto il resto, però, gran parte della responsabilità non è dei sassaresi, ma della politica nazionale. Ganau ha ricordato che spesso gli stranieri vengono considerati un peso dal governo. “Noi invece vogliamo che siano una risorsa”.

Dopo l'intervento in Consiglio comunale il corteo, composto da un centinaio di manifestanti, è partito sotto la pioggia battente da piazza del Comune per giungere in piazza Azuni, dove si è tenuto un sit-in di un paio d'ore per incontrare la città dando ancora spazio alle testimonianze dei migranti e alle rivendicazioni contenute nel volantino distribuito dai partecipanti: “vietato calpestare i diritti” la loro indicazione per una città libera, aperta e giusta. Sassari è veramente bella, buona e forte?” si chiede il Comitato. "Il dubbio c'è, e non è rimasto molto tempo per indagare. Bisogna creare i presupposti per una società coesa e solidale”.

I responsabili del Comitato Primo Marzo locale esprimono soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione e si augurano che le proposte e le rivendicazioni avanzate siano considerate e discusse dall'amministrazione e possano contribuire a creare un dibattito costruttivo fra cittadini e istituzioni.

La manifestazione, promossa da: Abracadrabra Onlus, Acli, Acos, Amico del Senegal Batti Cinque, Amnesty International, Arci, Associazione Enrico Berlinguer, Associazione Ora Si!, Auser, Avass’en Gouro, Circolo GD Via Esperson, Circolo Hutalabì Prc, Comunisti Italiani, Dipartimento immigrati CGIL, Equomondo, Gruppo Emergency Sassari, Gruppo giuridico Norberto Bobbio, Libertaria, Movimento Federalista Europeo Sassari, noiDonne 2005, Scuola Capoeira Karibe-Sardegna, Sinistra Ecologia e Libertà, è stata ripresa interamente dalle telecamere di TeleSassari che per l'occasione realizzeranno uno speciale televisivo che verrà mandato in onda nei prossimi giorni sul canale 63 del digitale terrestre (con copertura limitata alla provincia di Sassari).

COMITATO PRIMO MARZO SASSARI

Per informazioni:

- email primomarzo2010sassari@gmail.com

- gruppo facebook http://www.facebook.com/group.php?gid=312413316355

- sito ufficiale http://primomarzo2010.blogspot.com


Report da Forlì

venerdì 4 marzo 2011

Il pomeriggio sotto la pioggia

Pochi i partecipanti alla festa pomeridiana in Piazza Saffi organizzata dal Comitato Primo Marzo Forlì-Cesena, un gruppo di coraggiosi e testardi anti-razzisti si sono ritrovati sotto la pioggia per due ore con cartelli gialli “basta razzismo” e “abbracci gratis, cittadini del mondo” appesi al collo. Rispetto al 2010 un flop, impossibile capire quanti lavoratori hanno fatto sciopero rimanendo in casa, i gazebo li portava via il vento, i materiali per l’animazione interculturale sono rimasti inutilizzati: quattro visi truccati, due risate di bambini che inseguivano un palloncino giallo portato via dal vento, bicchieri di thè caldo all’acqua di fiori per scaldare le mani congelate, una foto di gruppo scattata con il sindaco Balzani e l’Assessore Drei.. eppure la partecipazione c’è stata e ci sarà ancora, i lavori non finiscono il primo marzo così come la pioggia non ferma chi lotta ogni giorno contro il razzismo, per l’integrazione e una piena cittadinanza.

Di sera la parola agli immigratiLa conferenza serale patrocinata dal Comune è stata partecipata e, così come deciso volutamente dagli organizzatori, non si è trattato di una conferenza di cattedratici e studiosi ma si è data “voce ai senzavoce”: si sono alternati, come in una tavola rotonda, stranieri, italiani e seconde generazioni, attivisti, operai, sindacalisti, universitari, il mondo dell’associazionismo di forlì e cesena era presente: Senegal, Albania, Burkina Faso, Uruguay, Cile, Marocco, Tunisia.. ognuno ha riportato una esperienza personale o un appello per collaborazioni future, tante problematica vecchie e nuove, dimenticate e ripetute, che purtroppo colpiscono ancora oggi gli strati più deboli della società. L’assessore Drei ha, inoltre, colto l’occasione per presentare il nuovo regolamento della Consulta degli stranieri a Forlì, una delle prime nate in Italia nel 1997, ma non per questo tra le più attive, e ha invitato i cittadini stranieri (comunitari e non) a partecipare alle prossime elezioni della consulta. Per concludere, Antonio Mumolo dell’Associazione Avvocati di Strada di Bologna ha riportato qualche esempio di battaglie vinte anche dai senza fissa dimora e ha presentato, in anteprima, la Class Action Pubblica che intraprenderanno (assieme a Cgil e Federconsumatori) contro il Ministero dell’Interno, riguardo il permesso di soggiorno e la richiesta/ottenimento della cittadinanza italiana.

Migranti e italiani insieme contro i ricatti, contro il razzismo, contro lo sfruttamentoNon finisce qui e le battaglie sono ancora tutte da vincere. Il comitato primo marzo Forlì-Cesena invita la cittadinanza al prossimo incontro organizzativo previsto per mercoledì 9 marzo ore 20.30 presso il Centro Pace Annalena Tonelli di Forlì (via andrelini, 59) e ringrazia organizzatori e partecipanti presenti sia il pomeriggio che la sera, vecchi e nuovi amici arrivati da tutta la provincia. La serata si è conclusa con i fiocchi di neve, la città immersa nel bianco silenzio notturno sembra si sia fermata a riposare per pensarci su. Probabilmente mercoledì 2 si sveglierà immersa nei disagi, fango e scivolate, ritardi e cadute, pioggia e assenze.. difficoltà e imprevisti non mancheranno, ma le battaglie contro il razzismo (istituzionale e non) saranno portate avanti comunque, con la passione di chi ci crede, il coraggio di chi osa, la forza di chi si rialza dopo una caduta e gli occhi brillanti e pieni di vita come chi sogna.. come i bambini che ridono nel vedere un palloncino rubato via dal vento e dalla pioggia, come chi nel seguire un fiocco di neve si ferma ad ammirare la bellezza di una perfezione dovuta all’armonia della diversità, perché così come non esistono due fiocchi di neve identici così dobbiamo imparare a vivere nella nostra città: Tutti uguali, tutti diversi, tutti insieme.

«Non importa quanti siamo, importa che ci siamo» Libera contro le mafie.


Valentina Fabbri


Hanno Organizzato: A la Calle!-Forlì, Altra Città di Cesena, ARCI Forlì, Associazione culturale Il Pane Le Rose Forlì, Associazione culturale Madamadorè, Associazione Giovanile Islamica della Romagna (A.G.I.R.), Associazione di Promozione Sociale Laboratorio Mondo, Camera del Lavoro - CGIL Forlì, Unione degli Universitari.
Hanno aderito all’iniziativa: Emergency, Giornale interculturale “Segni e Sogni” della Cooperativa Sesamo, Associazione Culturale "Ampia" - Apertura Mentale per un' Italia anti razzista di San Mauro Pascoli, Comitato Cesenate per la Costituzione, Federconsumatori Forlì.

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COMITATO PRIMO MARZO FORLI CESENA
Questo gruppo si propone di organizzare una grande manifestazione di protesta il Primo marzo 2010 per far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società. Questo gruppo nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i più deboli.

primomarzo2010forlicesena@gmail.com

Primo Marzo a Vienna










Immagini Imola (by Olawale Oladejo)














Immagini Brescia

mercoledì 2 marzo 2011

Immagini Trieste (by Elena Giuffrida)






Sottotitolo: nonostante la bora...

Immagini Napoli (by Mamafrica)









Immagini Reggio Emilia (by Pietro Tarozzi)





Immagini Bologna (by Dante Farricella)