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Il primo marzo a Brescia è già cominciato

domenica 7 febbraio 2010

20.000 migranti contro il razzismo e la crisi

Venti mila migranti in piazza a Brescia contro il razzismo istituzionale e per non pagare la crisi. Tanti, tantissimi come non si vedevano da anni sono scesi nelle strade in un corteo che ha bloccato per ore il centro della città per concludersi sotto il palazzo comunale. Una manifestazione organizzata dalle associazioni dei migranti e dai gruppi antirazzisti con l’obiettivo di dare una risposta forte al razzismo delle leggi e dei provvedimenti del Governo e di molti comuni della provincia di Brescia. Molte le comunità migranti presenti con cartelli e striscioni che esprimevano la volontà di non subire passivamente il razzismo che proviene da una miriade di ordinanze e delibere di comuni amministrati dalla Lega ma non solo. Una mobilitazione che è partita dal basso su una piattaforma che aveva al centro il ritiro dei provvedimenti del governo contenuti nel pacchetto sicurezza e dell’odioso permesso di soggiorno a punti, la nuova trovata razzista del ministro dell’Interno. Senza dimenticare, come invece molti spesso fanno, che la legge Bossi-Fini continua a produrre effetti devastanti. In tempo di crisi la precarietà dei migranti si amplifica. Perdendo il posto di lavoro, si perde il permesso di soggiorno con il rischio di finire in un Centro di identificazione ed Espulsione. Una doppia precarietà che incide pesantemente sulle condizioni di vita e sui diritti dei migranti. Per combattere il razzismo, la precarietà, la marginalizzazione sociale negli slogan, nelle frasi dei migranti una parola era ricorrente: sciopero. La manifestazione di Brescia è stata concepita e organizzata anche come una tappa verso il 1° marzo : un giorno senza di noi. L’iniziativa nata in Francia che ha trovato sostegno anche in Italia fino a diventare un percorso che sta coinvolgendo molte associazioni e coordinamenti di migranti. Di fronte alla brutalità del razzismo ed alla durezza della crisi sta crescendo la consapevolezza che lo sciopero, a partire dai luoghi di lavoro, sia lo strumento più incisivo per non tornare invisibili e clandestini. Tanto è vero che dal palco è stato fatto un primo elenco delle aziende, in cui lavorano molti migranti, che il 1° marzo scenderanno in sciopero soprattutto su iniziativa delle Rsu composte in maggioranza o in parte da migranti. Una giornata, quella di oggi a Brescia, che potrebbe essere il segno di un nuovo protagonismo dei migranti sui luoghi di lavoro e nella società.

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