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Il progetto Primo Marzo non si ferma

mercoledì 15 settembre 2010

La conferma dei valori fondamentali espressi nel manifesto fondativo, la decisione di costituirsi in associazione, un nuovo coordinamento. L'assemblea nazionale (che si è tenuta a Bologna il 13 settembre e alla quale hanno preso parte 22 comitati territoriali e il coordinamento nazionale dimissionario) ha confermato i principi cardine del progetto Primo Marzo e definito i prossimi obiettivi e le prossime iniziative.

All'ordine del giorno erano: 1) la struttura organizzativa; 2) il rinnovamento del coordinamento nazionale; 3) la definizione dei prossimi obiettivi e delle prossime iniziative.
E' stata evidenziata la necessità di strutturarsi, seppur nel modo più leggero possibile e garantendo la massima autonomia ai comitati territoriali.
E' stata scelta la forma di associazione riconosciuta per assicurare al Primo Marzo un'identità più definita e autonoma e agevolare un dialogo lineare con altri soggetti e istituzioni. La forma associativa (che implica l'adozione di uno statuto) consente infatti di stabilire in modo netto i criteri e i principi inderogabili del progetto, i valori che lo caratterizzano e che non possono essere elusi, a partire dal carattere meticcio che il Primo Marzo ha rivendicato sin dalla sua nascita e intende mantenere. Nel manifesto fondativo del Primo Marzo si legge infatti: Siamo immigrati, seconde generazioni e italiani accomunati dal rifiuto del razzismo, dell'intolleranza e della chiusura che caratterizzano il presente italiano.
Principi inderogabili sono anche la non violenza, l'apartiticità, la laicità, la trasversalità e la consapevolezza che la battaglia in difesa dei diritti dei migranti non può essere scissa da quella per i diritti in generale (e viceversa). Il razzismo e la xenofobia dilaganti, infatti, non sono mali circoscritti ma si inseriscono in un processo molto più generale e insidioso che mira a tagliar fuori dalla vita pubblica interi segmenti di popolazione (i migranti, i poveri, i non allineati...) e a distrarre dalle vere emergenze di questa nostra epoca.
La partecipazione alle iniziative del Primo Marzo potrà avvenire secondo due diverse modalità: l'adesione all'associazione, che implica l'accettazione e la condivisione dei valori portanti; l'adesione alle singole iniziative.
Nella sua battaglia in difesa dei diritti umani universali e fondamentali e contro le politiche di esclusione, il Primo Marzo si richiama, in primo luogo, a leggi e convenzioni già esistenti, ma troppo spesso (e con grande disinvoltura) ignorate: pensiamo ai principi fondamentali della Costituzione e alla convenzione di Ginevra (cfr l'articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese") .
In quest'ottica, l'assemblea nazionale del Primo Marzo considera fondamentale l'impegno verso il raggiungimento della cittadinanza piena per chi nasce, cresce, vive e lavora sul territorio italiano. Questo implica anche il passaggio dal criterio dello ius sanguinis a quello dello ius soli. La campagna per la cittadinanza piena si intreccia inevitabilmente con altre iniziative legislative: il riconoscimento del diritto di voto amministrativo agli immigrati, la realizzazione delle pari opportunità, il rifiuto di leggi speciali (cfr. l’articolo 3 della Costituzione italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”).
Un altro tema centrale indicato dall'assemblea è la campagna (informativa ma non solo) intorno ai Centri di Identificazione ed Espulsione, rispetto ai quali l’opinione pubblica ha troppo spesso idee vaghe e imprecise. I CIE - tutti dovrebbero saperlo - sono lager inaccettabili dal punto di vista etico ma anche strutture del tutto inefficaci rispetto ai loro scopi dichiarati, costosissime e ove si opera e si agisce quotidianamente in violazione di leggi europee ed italiane e dei diritti umani (cfr. l’articolo 6 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo che dice che tutti gli esseri umani - dunque anche i migranti irregolari - hanno diritto ad un processo equo, alla presunzione di innocenza fino ad una condanna penale e ad un ricorso effettivo).


Tra gli obiettivi prossimi va ovviamente annoverata anche la preparazione e l'organizzazione del Primo Marzo 2011- Seconda edizione della Giornata senza di noi.

A Bologna, infine, è stato allargato e rinnovato il coordinamento nazionale, l'organismo incaricato cioè di coordinare l'azione dei singoli comitati. Ne fanno parte Cecile Kashetu Kyenge, Teodora Lara Rivadeneira, Omar Laurino, Stefania Ragusa, Ilaria Sesana, Francesca Terzoni, Seble Woldeghiorghis. Cecile Kashetu Kyenge è stata votata come coordinatrice/portavoce.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

l'anno scorso ho partecipato alla manifestazione, mi fa piacere sapere che è nata un'associazione

17 settembre 2010 alle ore 16:25
Carlo ha detto...

Vi seguo, forza ragazzi!

17 settembre 2010 alle ore 21:38
gianluigi ha detto...

Un popolo senza memoria


arrivano a noi da mille inferni
con il sorriso stanco della speranza
nudi e curvi su gusci dolenti
attraverso mari forza nove …

spettri esangui laceri come larve
cercano spazi di vita
senza guerre e carestie
hanno pagato laidi caronti
sognando la luce della nostra civiltà…

e cosa trovano?
divise scure d’odio a respingerli
a ricondurli nel loro inferno
a sbarrargli la via dell’illusione
a stuprargli l’anima…

qualcuno sfugge
come anguilla tra le maglie della rete
e si accontenta pericoloso clandestino
di spalare la nostra merda aristocratica
di faticare per un pugno di sale
per una dimora catapecchia…

c’è chi con il solo coraggio
di una sorda disperazione
si rassegna senza leggi né diritti
a sfidare la violenza becera
di una filosofia razzista e di stato
resistendo per un progetto di futuro…

ma loro, gli altri che cosa pensano?
ignavi cittadini evoluti
al più fanno spallucce
se invece fieri oppositori
nella strenua difesa
di valori esclusivi e sacri principi
son pronti al massacro del nemico
ahimè dimentichi di un passato
troppo lontano di avi migranti…

e sono tanti, troppi
gli italiani oggi senza memoria

20 settembre 2010 alle ore 16:54
Cécile Kyenge ha detto...

Cara/caro siwxx1234,
Potresti gentilmente spiegarci il senso di questo collage di documenti?
Potresti gentilmente scrivere il tuo vero nome e cognome invece di nasconderti?
Cécile Kashetu Kyenge - Porta-voce Nazionale Primo Marzo 2010.

26 settembre 2010 alle ore 19:55
Francesca Terzoni ha detto...

oh santa pazienza! questi troll sono ovunque!
ognuno ha i suoi... e noi i nostri.

@siwxx1234
almeno potevi sceglierti un nome più carino!

28 settembre 2010 alle ore 19:34

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