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Adesione di Emergency al Movimento 1° Marzo 2010

sabato 30 gennaio 2010

“Noi ce ne possiamo anche andare via, ma voi?” È la dichiarazione rilasciata alla stampa da una giovane donna, migrante, durante il sit-in di sabato 9 gennaio a Roma, organizzato per esprimere solidarietà agli immigrati dopo i fatti di Rosarno. È una dichiarazione che ci sentiamo di riprendere e sottoscrivere a pieno, non solo per dare nuovamente voce a chi subisce sulla propria pelle, in prima persona, la gravità degli accadimenti di questi ultimi giorni, ma anche per sottolineare il senso di civiltà, l’attenzione e la sensibilità, persino la preoccupazione, che essa porta con sé. Perché sì, insieme a “che ne sarà di voi?”, viene da chiedersi: “ma noi?” Noi - chiunque questo pronome voglia comprimere in sé, e che Emergency riesce solo a concepire come inclusivo, non esclusivo di umanità alcuna -, noi che ci siamo e che restiamo in questo Paese, come pensiamo di poter continuare lungo questa china? Cosa resterà di noi, di tutto? Quale quotidiano e quale domani ci toccherà affrontare? E non solo, ovviamente, da un punto di vista pratico (“Chi curerà i nostri anziani e i nostri bambini? Chi si occuperà di tutti quei lavori necessari che gli italiani non vogliono più fare?”), ma soprattutto, molto più importante, da un punto di vista etico, umano: come potremmo, ad esempio, insegnare ai nostri italianissimi figli che è sbagliato picchiare il compagno di classe per rubargli un cellulare, se invece accettiamo che parte della popolazione che risiede sul nostro suolo sia resa schiava, privata dei più elementari diritti, e minacciata, aggredita, cacciata se si azzarda a protestare?

Come sempre, Emergency crede che i diritti, più che declamati, vadano messi in pratica. Come facciamo dal 2006, nel nostro Poliambulatorio di Palermo, che offre assistenza sanitaria gratuita ai migranti,con o senza permesso di soggiorno, ma anche alla popolazione italiana in stato di bisogno. E il nostro concreto impegno per il 2010 è la ricerca di spazi e di disponibilità per aprire altre strutture sanitarie, in Italia, sul modello di quella di Palermo. Un impegno che ha bisogno della collaborazione delle istituzioni e di tutti i cittadini che si riconoscono nel dovere dell’accoglienza a chi approda in questo Paese fuggendo la guerra e la povertà che continuano ad essere seminate nel mondo.

Emergency aderisce con convinzione alla mobilitazione dei migranti organizzata per il 1° marzo 2010. Consapevoli che loro, i migranti, difficilmente potranno partecipare: proprio perché i più deboli, i più ricattabili. Proprio per questo motivo riteniamo importante la partecipazione di quanti possono (ancora?) godere di questo diritto. E per dare una volta di più concretezza alla nostra adesione, i dipendenti di Emergency che, nella giornata del 1° marzo, aderiranno alla mobilitazione devolveranno la giornata di lavoro al Poliambulatorio di Palermo e invitano volontari e sostenitori a fare altrettanto. E invitiamo tutti a porsi la domanda: “Loro se ne possono pure andare, ma noi?"

Cecilia Strada
Presidente Emergency

1 commenti:

Libera Università delle Donne ha detto...

Adesione Libera Università delle Donne di Milano
Aderiamo non per solidarietà ma perchè coinvolte. Pur essendo nate quasi tutte in Italia, ci riconosciamo fortemente straniere in questa società che tiene nel silenzio e ai margini le voci dissonanti. Come abbiamo sostenuto in un appello che ha raccolto circa 800 firme, intendiamo richiamare l'attenzione sulla spirale negativa innescata dai comportamenti del ceto politico al potere in Italia: dai gesti quotidiani di disvalore verso il genere femminile si sta arrivando ad un attacco contro la stessa integrità delle istituzioni democratiche. E' necessario fermare la pericolosa deriva autoritaria di una società incardinata sull'esclusione femminile e sulla disuguaglianza di sesso, di razza, di condizione. Una società che sta giungendo alla completa erosione degli assetti democratici, violando la pari dignità umana di donne e uomini, la libera espressione del pensiero, la libera informazione, la libera competizione nella rappresentanza.

3 febbraio 2010 alle ore 20:51

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