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Primo marzo 2011, le parole d'ordine (2)

martedì 25 gennaio 2011

C’è un collegamento diretto tra il razzismo (in particolare il razzismo istituzionale) e la graduale erosione dei diritti dei lavoratori in Italia.«Il razzismo istituzionale, le politiche di esclusione, le leggi inique e inefficaci (come la Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza che, lungi dal contrastarla, producono clandestinità) colpiscono in primo luogo gli immigrati ma rappresentano una minaccia per tutti», ha detto Kyenge. «Queste leggi, infatti, hanno reso il lavoratore migrante estremamente ricattabile, aprendo la strada agli ingaggi in nero e ai contratti capestro. Da qui alla perdita per tutti dei diritti acquisiti, degli standard di sicurezza sul lavoro, delle tutele sindacali il passo è breve. Come rivelano molte vicende dei nostri tempi (Mirafiori, ma non solo)».
«Per questo il movimento Primo Marzo, attraverso la rete dei suoi comitati territoriali e in collegamento con la rete del No-Razzismo Day, ha deciso di centrare le mobilitazioni del prossimo 1° marzo sul tema del diritto al lavoro e dei diritti e della sicurezza sul lavoro».
«La difesa del diritto al lavoro e degli altri diritti fondamentali è una battaglia che riguarda tutti, e non solo per ragioni etiche o altruistiche. Gli stranieri sono infatti il ‘terreno’ dove vengono sperimentate oggi le politiche repressive che colpiranno domani segmenti sempre più ampi di popolazione».
«E’ necessario che i lavoratori e gli aspiranti lavoratori, italiani e stranieri, comprendano che la loro unione e la solidarietà reciproca sono indispensabili per contrastare questa pericolosa deriva», ha aggiunto la coordinatrice nazionale e portavoce del movimento Primo Marzo».
«Il superamento della legge Bossi-Fini, il riconoscimento della piena cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia, il diritto di voto amministrativo per gli immigrati - ma anche la chiusura dei Cie e l’approvazione di una vera legge che tuteli rifugiati e richiedenti asilo - sono i passi fondamentali da fare necessariamente in questa direzione».

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