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Come fare il 1° Marzo 2014

Bakeca

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13/11, a Bologna contro l'apartheid nel nome dell'Europa.

giovedì 28 ottobre 2010

La legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, la crisi: questi sono i nemici dei migranti. Come tutti, anche i migranti perdono il lavoro, sono in cassa integrazione, rischiano ogni giorno di ritrovarsi senza casa perché non riescono a pagare l’affitto. I migranti, però, rischiano ogni giorno di perdere il permesso di soggiorno. Chi vuole regolarizzarsi rischia di passare attraverso truffe legalizzate come le sanatorie e i decreti flussi.
Il permesso a punti che entrerà in vigore non farà che peggiorare ulteriormente questa situazione. L’allungamento dei tempi di detenzione nei CIE trasforma ancora di più questi luoghi in carceri speciali, dove tenere i migranti secondo le esigenze politiche ed economiche del momento, privandoli della libertà e di ogni diritto. Nel frattempo continuano i respingimenti illegali e la complicità del governo italiano con la Libia, dove sono totalmente negati i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Sappiamo che tutto questo non ha lo scopo di allontanare i migranti, ma di produrre clandestinità e persone sempre più ricattabili e sfruttabili sul lavoro e in ogni ambito della vita sociale. Una moderna apartheid, nel nome dell’Europa, coinvolge persone che da anni in gran parte vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia. La Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza funzionano anche in Emilia Romagna, che si vanta di essere terra d’accoglienza. Lo dimostrano le migliaia di truffe legate alla sanatoria, l’enorme numero di migranti colpiti dalla crisi che rischiano di diventare clandestini, la presenza di due CIE e il tentativo in diversi comuni di discriminare nell’accesso agli asili i figli dei migranti irregolari. Migliaia di migranti devono quotidianamente fare i conti con le lungaggini delle questure, aspettando mesi per semplici aggiornamenti dei loro documenti. Nel frattempo sono in trappola: non possono né muoversi né cercare lavoro, mentre anche l’accesso ai servizi essenziali è in pericolo. Non esiste vera accoglienza e non c’è antirazzismo se la vita dei migranti è criminalizzata ed è costantemente sotto ricatto.
Occorre capire che l’attacco ai diritti dei migranti e la criminalizzazione degli irregolari colpisce tutti: indica dei nemici, mentre la cittadinanza di tutti è colpita e svuotata. Questo lo vediamo nell’attacco ai diritti dei lavoratori, nella precarietà diffusa e nelle limitazioni imposte a tutti dal pacchetto sicurezza. Non c’è altro tempo da perdere: bisogna opporsi al razzismo istituzionale e al meccanismo che lo alimenta. Lo sciopero del 1 marzo ha dimostrato che la lotta per i diritti dei migranti è una lotta generale, capace di parlare a tutti, perché il ricatto che subiscono i migranti è uno strumento per attaccare i diritti di tutti. Il protagonismo dei migranti dimostra che nonostante i ricatti è possibile far sentire la propria voce. La presenza di tanti e tante in piazza con loro mostra che è possibile rifiutare questa logica e non essere complici.
Vogliamo rilanciare la lotta dei migranti e con i migranti contro questo stato di cose. Di fronte alla crisi e ai problemi che quotidianamente vivono i migranti facciamo appello a tutte le associazioni, i singoli, le realtà sindacali e politiche per unirsi in questo percorso verso una grande manifestazione regionale dei migranti e con i migranti in novembre. Verso questa mobilitazione riteniamo importante e sosteniamo la manifestazione indetta dalla Fiom per il 16 ottobre a Roma, affinché la presenza in piazza di migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani e migranti diventi momento di convergenza di tutti quei percorsi di lotta contro la precarietà e la precarizzazione delle vite che di fronte ai molteplici effetti della crisi ritengono ancor più necessario affermare con forza un altro modello di società, che includa anziché emarginare, che accolga anziché respingere.
Diciamo NO alla legge Bossi-Fini, al contratto di soggiorno per lavoro, al pacchetto sicurezza e al permesso a punti. Vogliamo che sia cancellato il reato di clandestinità; che ai migranti colpiti dalla crisi venga rinnovato il permesso di soggiorno, anche in assenza di un contratto di lavoro; una regolarizzazione slegata dal lavoro e dal reddito dei migranti irregolari.
Ci impegniamo inoltre sin da ora ad allargare la mobilitazione ad altre regioni a partire dalle realtà presenti il 12 giugno nell’assemblea promossa dal gruppo 1 marzo.

Hanno aderito alla manifestazione:
Comitato Primo Marzo 2010 Bologna
Coordinamento Migranti Bologna e provincia
Centro Sociale TPO Bologna
Associazione Ya Basta! Bologna
Associazione Sokos -Bologna
Coordinamento Migranti Castel Maggiore (BO)
Associazione della Sinistra – Bologna
Gruppo Prometeo (Studenti di Medicina dell'Università di Bologna).
Comitato NoPacchettosicurezza Reggio Emilia -Reggio Emilia
Cominciamo Insieme, associazione marocchina di Casalecchio di Reno - Bologna
Associazione Hilal sportiva e culturale marocchina di Baricella (BO)
Associazione albanese Skandenberg
Associazione senegalese Chek Anta Diop
Associazione delle famiglie senegalesi
PresseAfrique
Associazione Sopra i Ponti (BO)
Comunità Pakistana Bologna
Scuola dI Italiano con migranti XM24 - Bologna
Lab.Aq16 Reggio Emilia
Associazione Città Migrante
Associazione Rumori Sinistri - Rimini
Riminesi globali contro il razzismo Rimini
Associazione interculturale DAWA - Modena
Associazione Africa Libera - Carpi
Associazione Tanzaniani in Italia – Castelfranco Emilia
Diaspora africana centre - Modena
Associazione Donne migranti per la Pace - Modena
Movimento Federalista Europeo – Bologna
Movimento Federalista Europeo – Emilia Romagna
Casa Cantoniera Autogestita - Parma
Associazione Perchèno? - Parma
Partito Comunista dei Lavoratori – Bologna
Associazione culturale InMovimento
Consulta distrettuale dei migranti del distretto pianura est
Associazione assistenti sociali senza frontiere (ASSF),
Partito della Rifondazione Comunista di Bologna
Bologna Magazine
IDV ( Italia dei Valori) - Bologna e provincia
Unione delle Associazioni del Marocco in Emilia Romagna
Fabbrica di Nichi – Bologna
IO-CI-METTO-LA-FACCIA-E-TU-CENTOMILA-FACCE-DA-ANTIRAZZISTA
Sinistra Ecologia Libertà Modena
Sinistra Ecologia Libertà Casalecchio
Popolo viola Bologna
Associazione Dounya
Nodo Sociale Antifascista – Bologna
Fiom CGIL Modena
Fiom – Bologna
Albania News
associazione. LIVELLO 57
CrossingTV
Associazione CrossLAB
Spazio Sociale XM24
Spazio Sociale Studentesco
Associazione Mondo
COSPE (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti)
Comitato Primo Marzo 2010 Nazionale
Comitato primo marzo 2010 Modena
Comitato primo marzo 2010 Nonantola
Comitato primo marzo 2010 Carpi a Bassa Modenesi
Comitato Primo marzo 2010 Firenze
Comitato primo marzo 2010 Pordenone

Verso 1° Marzo 2011, sulle ali di un racconto

venerdì 22 ottobre 2010

Lo scorso anno, grazie a un tam tam partito da FaceBook, siamo riusciti a colorare l’Italia di giallo e a fare scendere in piazza oltre 300mila persone per dire NO al razzismo e alle politiche di esclusione, SI a un’Italia multiculturale e arcobaleno.
Autoctoni, immigrati, seconde generazioni: abbiamo scelto di lavorare e manifestare insieme per superare la contrapposizione tra italiani e stranieri, tra “noi” e “loro”: questo schema rigido che fa il gioco di chi punta a dividere e separare per calpestare più facilmente i diritti. E la mixité, d’altra parte, è stato uno dei nostri principali punti di forza.
Nell’anno che verrà vogliamo fare ancora di più e ancora meglio! E pensando al 1° marzo 2011 (che non è così lontano), in collaborazione con la casa editrice Compagnia delle Lettere, nata dall’esperienza Mangrovie e con una forte vocazione alla letteratura migrante, invitiamo scrittori e giornalisti, professionisti o dilettanti, italiani e stranieri a inviarci dei brevi testi sul concetto di mixité e sulla necessità di andare oltre le parole che dividono per trovarne altre, nuove, che uniscano.

Questi testi saranno selezionati e raccolti in un volume che vedrà la luce alla vigilia del 1° marzo 2011.
Istruzioni: i testi dovranno essere spediti in formato digitale a redazione@compagniadellelettere.it / primomarzo2011@gmail.com entro il 31/12 2010; dovranno essere lunghi al massimo 10 cartelle; ogni autore deve allegare una breve bio e un recapito email e telefonico. Il testo si intende ceduto a titolo gratuito e solo per questa pubblicazione, i diritti rimangono dell’autore.
Il ricavato dei diritti d’autore andrà a finanziare il lavoro del comitato Primo Marzo.

La mixité è un principio non negoziabile

mercoledì 20 ottobre 2010

Il coordinamento nazionale Primo Marzo insieme con il comitato Primo Marzo di Milano saluta con curiosità il Consiglio Comunale sull'Immigrazione promosso a Milano dall'associazione Primo Marzo Migranti,augurandosi che iniziative come queste possano servire a tenere viva l'attenzione sul tema della difesa dei diritti dei migranti e, quindi, su quello della difesa dei diritti tout court.

Ritiene altresì opportuno precisare che l'associazione Primo Marzo Migranti, nata da pochi mesi e, come si evince dal nome, "riservata" ai migranti, è una realtà diversa e distinta da Primo Marzo - Una giornata senza di noi che ha lanciato e promosso la grande manifestazione che lo scorso 1° marzo colorando di giallo l'Italia.

Primo Marzo - Una giornata senza di noi ha riunito sin dall'inizio e intenzionalmente italiani e stranieri, vecchi e nuovi cittadini nella convinzione che la battaglia per i diritti e contro le politiche di esclusione debba essere portata avanti insieme e che il superamento della contrapposizione tra "noi" e "loro" sia il primo passaggio fondamentale in questa direzione.
La mixité è stata il principale punto di forza del Primo Marzo e rappresenta un principio non negoziabile.

Alcun membri di Primo Marzo Migranti hanno contribuito alla realizzazione della manifestazione dello scorso 1° marzo, scegliendo di intraprendere successivamente un cammino diverso e creare una nuova associazione di immigrati. A loro e alle altre persone che si sono viavia unite vanno i nostri auguri sinceri e un grande in bocca al lupo.

Coordinamento nazionale Primo Marzo
Comitato Primo Marzo Milano

Primo Marzo e Carta mondiale dei Diritti dei Migranti

martedì 19 ottobre 2010

Fonte: Misna, 19 ottobre 2010

A pochi mesi dall’approvazione e dalla presentazione ufficiale (previsti a febbraio 2011 a Gorée, in Senegal, durante il Forum Sociale Mondiale), la carta Mondiale dei Migranti fa tappa per la prima volta in Italia. I promotori hanno incontrato a Milano vari esponenti del mondo migrante e avviato una sinergia con l’associazione 'Primo Marzo'. "La carta Mondiale dei Migranti è stata scritta collettivamente da migranti di tutto il mondo, con l’obiettivo di affermare il diritto degli esseri umani a muoversi liberamente per il Pianeta e a scegliere dove fermarsi", ha spiegato alla Misna il coordinatore Jelloul Ben Hamida. "Si tratta di un processo che ha richiesto più di quattro anni di lavoro e ha coinvolto oltre cinquemila persone di tutti continenti. E’ una carta di principi e non rivendicativa, diversa dalle convenzioni internazionali che già esistono in materia perché costruita dal basso, dai migranti, a partire dall’intuizione di un gruppo di 'sans papiers', a Marsiglia, nel 2006. Abbiamo scelto Gorée perchè qui si trova la Maison des Esclaves, dove venivano 'stoccati' i prigionieri neri in partenza per le Americhe: è un luogo fortemente simbolico, in cui l’umanità è stata come confiscata e a cui deve essere restituita. Ed è proprio a durante il Forum Sociale Mondiale che intendiamo presentare il documento". La Carta, formata attualmente da 14 articoli, è ancora in fase di lavorazione. Durante l’incontro milanese, da parte dell’ associazione 'Primo Marzo', è stata avanzata la proposta di far precedere l’intero testo da una premessa in cui si sottolinea che tutti gli esseri umani sono potenziali migranti.

Dal Primo Marzo alle rotonde campane: una lotta di tutti

lunedì 11 ottobre 2010

di Stefania Ragusa (Coordinamento nazionale Primo Marzo)

Gli immigrati vengono qui a fare lavori che gli italiani non vogliono più fare, ma sempre più spesso anche a difendere diritti che agli italiani non interessa più difendere o di cui non capiscono più l’importanza: come quello ad avere una vita dignitosa e un lavoro pagato in modo equo, come quello a non subire la prepotenza delle mafie. Lo sciopero delle rotonde dell'8 ottobre e la manifestazione a Caserta, il giorno dopo, lo hanno mostrato in modo chiaro.
Le rotonde sono quelle di Casal di Principe, Scampìa, Castelvolturno, Pianura, Giugliano... Terre di nessuno dove alle cinque del mattino l’offerta di manodopera straniera a bassissimo costo si incrocia con la domanda dei caporali. Ieri sono state “occupate” da circa duemila lavoratori (regolari e irregolari, quasi tutti africani) che hanno rotto gli indugi e messo al collo eloquenti cartelli: «oggi io non lavoro per meno di 50 euro». La protesta, organizzata dal movimento migranti e rifugiati di Caserta, con le associazioni antirazziste campane, è stata accolta con sufficienza dai caporali ma in realtà segna un passaggio importantissimo. Ha suscitato curiosità tra la gente e solidarietà tra gli autoctoni. Qualcuno ha cominciato a capire: i ragazzi con i cartelli al collo (che hanno rischiato tanto, soprattutto quelli senza documenti) non si stavano battendo solo per se stessi. Razzismo e clandestinità rappresentano l’humus dove meglio attecchisce la mala pianta del lavoro nero, che serve ad abbassare sempre più il costo del lavoro e azzerare la conflittualità sindacale. Le politiche razziste, le leggi che fingono di contrastare la clandestinità ma in realtà la favoriscono (vedi la Bossi-Fini) non sono frutto dell’ignoranza ma funzionali alla costruzione di un nuovo modello sociale. Un modello che non prevede welfare e pari opportunità, riconoscimento dei diritti e vincoli di solidarietà, ma si basa sulla competizione e l’individualismo sfrenato e che purtroppo non è lì da venire: 16 anni di berlusconismo gli hanno già aperto la strada. Gli immigrati sono stati e continuano a essere il “luogo” in cui le politiche repressive vengono sperimentate prima di essere applicate ad altri segmenti della società, a partire dai più vulnerabili. Per questo, e non solo per ragioni etiche o di umana solidarietà, la loro ribellione riguarda tutti. Lo stesso vale per le loro richieste di equità, come quelle presentate a Caserta: la cittadinanza basata sullo ius solis e il diritto di voto amministrativo, una nuova sanatoria aperta a tutti i lavoratori, il rispetto dei diritti dei richiedenti asilo, l’estensione dell’articolo 18, il rifiuto di costruire un Cie in Campania. Una democrazia che ignori a priori le richieste di una parte significativa della sua popolazione o somministri in modo discrezionale i diritti universali è implicitamente zoppa. Lo sciopero delle rotonde come già la Giornata senza di noi dello scorso primo marzo hanno visto italiani e stranieri vicini e consapevoli della necessità di combattere insieme. Questa vicinanza, questa consapevolezza sono la premessa per cominciare a erodere le ingiustizie del presente.

*pubblicato su Ucuntu del 10/10/2010

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