Chi siamo

Come fare il 1° Marzo 2014

Bakeca

Contatti

Aggiornamento 31/12: istruzioni per i comitati

giovedì 31 dicembre 2009

Ieri è nato ufficialmente il comitato romano di Primo Marzo 2010. Chi frequenta Facebook lo trova all'indirizzo: http://www.facebook.com/group.php?gid=226827199283&ref=ts o, usando la ricerca per nome, digitando "Primo Marzo 2010 sciopero degli Stranieri - Gruppo di Roma".
La mail di riferimento è: primomarzo2010roma@gmail.com
Ci risultano comitati in costituzione anche a Perugia, Prato, Imola e Palermo.
Palermo, in realtà, può già essere contattato all'indirizzo primomarzo2010palermo@gmail.com.

E, ora, un piccolo memo a uso e consumo di chi ha aderito a Primo Marzo 2010 o è in procinto di farlo.
1) I requisiti fondamentali per far nascere un comitato locale (oltre alla ovvia condivisione del progetto) sono:
- disporre di una certa quantità di braccia e teste perché non è un lavoro questo che possa essere portato avanti da un singolo, per quanto bene intenzionato: l'informazione deve essere infatti capillare e "reale", non può insomma essere affidata solo ad internet;
- conoscere il territorio e avere una buona rete di contatti presso le comunità locali di immigrati;
- essere capaci di autofinanziarsi.
2) I comitati si organizzeranno in autonomia: la conoscenza della realtà locale permetterà loro di individuare di volta in volta le modalità più adatte a rendere visibile ed efficace il movimento. Bisognerà non solo lavorare in vista del Primo Marzo 2010 ma anche impegnarsi per dare quotidianamente visibilità al movimento.
Come è stato sottolineato in varie occasioni, il successo di questa iniziativa dipenderà soprattutto dalla visibilità che riusciremo ad avere da qui alla data fatidica del Primo Marzo;
3) Nei comitati dovranno essere presenti e visibili italiani e stranieri: vogliamo che sia evidente che la contrapposizione tra "noi"e "loro", tra autoctoni e immigrati, è superata: siamo insieme, mescolati, nella vita quotidiana e in questo progetto, perché viviamo nella stessa terra e condividiamo la stessa battaglia per il riconoscimento dei diritti.
4) Il movimento nasce come espressione della società civile e deve restare fedele a questa impostazione, in modo da potere abbracciare uno schieramento amplissimo.

SE AVETE INTENZIONE DI AVVIARE UN COMITATO LOCALE CONTATTATECI SCRIVENDO A:
primomarzo2010@gmail.com

PS: se qualcuno volesse tradurre questo testo nella propria lingua ci contatti: saremo liete di pubblicare la traduzione!

240 immigrati in sciopero della fame

mercoledì 30 dicembre 2009

OGGI A ROMA CONFERENZA STAMPA PER I TEMPI ILLEGALI DEI PERMESSI DI SOGGIORNO
Prosegue l'iniziativa lanciata da Outtarà Gaoussou, membro della Giunta di Radicali Italiani, in sciopero della fame dal 13 dicembre.
Sono ormai più di 240 gli immigrati in sciopero della fame per chiedere il rispetto dei tempi previsti dalla legge per il rilascio ed il rinnovo del permesso di soggiorno.
Nonostante il Testo unico sull’immigrazione preveda un termine di 20 giorni sono centinaia di migliaia le persone in attesa per un permesso che non arriva prima dei 7-8 mesi .
Nel corso della conferenza stampa che si terrà Mercoledì 30 alle ore 11.30 nella sede del Partito Radicale di Via di Torre Argentina76 verrà fatto il punto dell’iniziativa nonviolenta e saranno presentate nuove importanti iniziative politiche e legali per il rientro nella legalità dello Stato italiano
Saranno presenti oltre a Outtarà Gaoussou, Otto Bitjoka, presidente della Fondazione Ethnoland, leader degli immigrati milanesi, Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani, Rita Bernardini, parlamentare radicale eletta nel PD, Luigi Manconi, direttore di innocentievasioni.net e italiarazzismo.it, Anna Maria Rivera, docente di Etnologia e di Antropologia sociale, Shukri Said, attrice, segretaria dell'Associazione Migrare.

1st March 2010 Strike of Foreigners in Italy*

martedì 29 dicembre 2009

Growing call for general strike of foreigners in the country
23rd December 2009: A group which was formed on Facebook and is now gaining support of associations of foreigners in Italy has called for a general strike of foreigners in the country.The group called “1st March 2010 Strike of Foreigners”, is open to people of all races, gender, faith, education and political leanings, immigrants, descendants of immigrants and native Italians. “We are brought together by awareness of the importance of the social, cultural and economic contribution of immigration to our country. We are outraged by the smear campaign against foreigners in Italy, which has led to a barbaric, racist atmosphere and the adoption of discriminatory laws which are far from the principles and the spirit of our Constitution,” says the Manifesto for “1st March 2010 Strike of Foreigners”.
The right to emigrate, the group says, “is recognized by the Universal Declaration of Human Rights and that human history is the history of migrations, without which there would have been no civilization process in the world and development of cultures.”
The group calls for recognition and appreciation of the daily toil of immigrants who are committed to work in Italy and for the country, often under very harsh conditions, and whose most basic human rights are often violated. “We reject stereotypes, racist laws and measures, institutional anti-immigrant campaigns, the use of discriminatory terms and images and, the misuse of calls to return to cultural and Christian roots to justify local and national policies of rejection and against reception of immigrants.
“Immigrants are not a shapeless mass of parasites and opportunists. They are not mechanical manual workers and suppliers of cheap labour. They are hardworking people who perform essential tasks for the maintenance of a complex and articulated society like ours,” the group says.
It emphasises that immigrants are individuals with ideas, feelings, interests and desires. The general strike of foreigners is also aimed at making the country hear the voices of foreigners and feel how the country would be without them.
The strike which is still at the initial stage of planning, may take place in different ways including abstention from work; going on a shopping strike; avoiding to use the public transport for a day; or by simply being present in a Square.
Ms. Cristina Seynabou Sebastiani, one of the promoters of the initiative is disappointed that there was no serious reaction from the public when the Parliament was discussing the Security Bill which finally introduced the offence of illegal immigration. This silence, she says, may be due to a widespread feeling of inferiority and lack of knowledge of people’s value, as well as the fatalistic conviction that nothing can be done against the forces of evil.
“We are convinced that action is the most effective way of affirming our convictions and above all, of saying: we are here, you can’t ignore us,” she says.
Ms. Sebastiani adds that Italy moves ahead thanks to the work of millions of immigrants, yet the country is ashamed of them. “That’s why the country tries to ignore them, to lock them out, drown them in the sea as if they were very noisy puppies,” she says.Ms.Sebastiani acknowledges that not all have the energy to join active politics and doesn’t believe it is necessary for all to do so. She, however, says that “there are moments when a simple gesture supports and motivates a big change and in such moments, the presence of all is necessary.”
Deputy Speaker of the Senate Emma Bonino has supported the idea of having a 24 hour strike of foreigners in Italy. In an interview with Radio Radicale, Ms. Bonino said the success of such an initiative depends on how much publicity it gets, and how communities of foreigners manage to organise themselves.

* pubblicato da Stephen Ogongo su AfricaNews

Informazione di servizio

Le iscrizioni al gruppo (su FaceBooK) continuano a crescere (e questo è ottimo) ma noi vorremmo che crescessero contestualmente anche le iscrizioni alla mailing list. Altrimenti come facciamo a contattarvi e a tenervi informati? Iscriversi è semplice: basta inviare una mail all'indirizzo primomarzo2010@gmail.com specificando "iscrizione" nell'oggetto. Grazie!!!!

Se gli immigrati boicottano i negozi*

lunedì 28 dicembre 2009

Invece di scendere in piazza stanno preparando lo sciopero della spesa perché «la gente non fa nulla fino a quando non vai a toccare nelle loro tasche». Ousmane Condè è il presidente dell’Unione degli immigrati di Vicenza, una realtà che raccoglie diciotto associazioni di stranieri. Sta organizzando uno sciopero in massa degli acquisti per la fine di gennaio «se noi stranieri non andremo a fare la spesa i supermercati della zona ne risentiranno sicuramente». E’ la forma di protesta che probabilmente si adatta di più all’ex ricco nord-est dove i sindaci leghisti hanno moltiplicato delibere e ordinanze che (quasi) sempre prendono di mira la componente immigrata della popolazione. A Montecchio Maggiore, paesone vicentino dove centri commerciali, grandi magazzini e supermercati si alternano senza soluzione di continuità, il sindaco del Carroccio Milena Cecchetto, ha sconfitto lo scorso giugno l’ex primo cittadino di centrosinistra, ha firmato una delibera che ha elevato i parametri abitativi minimi delle case. Un provvedimento che «sta rendendo la vita impossibile agli immigrati - spiega Condè - che non riescono più a rinnovare il permesso di soggiorno». I nuovi requisiti del sindaco Cecchetto con tutta probabilità sono in grado di creare problemi anche agli italiani ma per gli stranieri rappresentano un ostacolo che si sta traducendo nell’impossibilità a rinnovare i documenti per il 70% degli stranieri che vivono a Montecchio Maggiore. Un paio di esempi: un appartamento tra i 20 e i 60 metri quadri può ospitare solo due persone e deve avere ben due bagni mentre in un’abitazione tra 60 e 75 metri quadri possono vivere tre persone ( e le coppie che hanno due figli?). Gli stranieri di Montecchio lavorano nelle concerie o nelle fabbriche del marmo e sono la benzina indispensabile per l’economia del territorio come sanno bene le associazioni di categoria. Se non rinnovano il permesso di soggiorno non spariranno con un colpo di bacchetta magica ma «diventeranno dei clandestini perché questo provvedimento produce clandestinità» aggiunge il presidente dell’Unione immigrati. Per far ritirare la delibera non solo Condè ma i sindacati e la Caritas le hanno provate tutte. Senza risultati. «Abbiamo cercato ostinatamente un confronto - continua Condè - ma non c’è stato verso di far cambiare idea all’amministrazione». E allora via allo sciopero della spesa con l’invito agli stranieri che abitano a Montecchio Maggiore di disertare gli scaffali di supermercati e negozi e di non andare nemmeno al bar. «Una manifestazione non sarebbe servita a molto, la Lega l’avrebbe utilizzata per fare propaganda contro di noi che al contrario chiediamo solo che vengano rispettati i diritti umani». Condè sta preparando la lettera da spedire ai commercianti «vogliamo spiegare che il nostro non è un gesto contro di loro ma in questo modo speriamo che aumentino le voci che chiedono il ritiro della delibera». Alcune associazioni dell’Unione avrebbero preferito iniziare già nel periodo natalizio con la loro protesta ma Ousmane, africano della Guinea Francese che nel 1998 chiese asilo politico mentre nel suo paese era in corso il golpe militare, si è appellato alla diplomazia: «è stato un altro modo per tendere la mano visto anche il periodo di crisi economica». In mancanza di novità l’iniziativa scatterà nella seconda metà di gennaio e Condè sta lavorando per allargare la platea delle associazioni che appoggeranno questo particolare sciopero che, come quello proposto via facebook per il primo marzo, punta a far capire cosa sarebbe il nostro paese senza gli immigrati.

*articolo di Giusi Marcante pubblicato da Il Manifesto

Pianeta migrante

venerdì 11 dicembre 2009

Il mondo non ha mai registrato cosi' tanti migranti: 240 milioni di persone risultano emigrate all'estero e 700 milioni all'interno del loro Paese per un totale che sfiora il miliardo, ha detto oggi a Ginevra ilresponsabile dell'Organizzazione internazionale per lemigrazioni (Oim), William Lacy Swing. Il responsabile dell'organizzazione ha inoltre messo in guardia dagli stereotipi e dalla criminalizzazione dei migranti ed ha esortato a guardare anche al loro contributo positivo. I migranti, ha detto Lacy Swing, svolgono un importante ruolo per lo sviluppo dei Paesi dove vivono e nei loro Paesi d'origine. ''Se i 240 milioni di migranti si costituissero in un Paese sarebbero nella lista dei primi dieci. Ed anche in terminidi Prodotto interno lordo, se si pensa agli oltre 300 miliardi di dollari annuali di rimesse dei migranti siamo di fronte ad un fenomeno'' da non sottovalutare, ha aggiunto in un incontro con la stampa internazionale. Per il capo dell'Oim, una politica dei visti troppo restrittiva rischia in primo luogo di spingere piu' persone nelle mani dei trafficanti. ''La mia piu' grande preoccupazionee' che ci si concentri solo sui rinvii'', ha detto. William Lacy Swing sara' nei prossimi giorni in Italia.''Stiamo cercando di trovare le vie legali che ci consentano di aiutare il governo a gestire la migrazione'', in particolare coni ritorni volontari, ha spiegato.
(fonte: Ansa)

Si comincia a parlarne...

giovedì 10 dicembre 2009

L'Agenzia Redattore Sociale alle 10.31 di oggi ha fatto questo lancio:

Facebook: “Primo marzo 2010, sciopero degli stranieri”
lI gruppo, ispirato all’analoga manifestazione francese, ha da oggi un logo, un manifesto e oltre 2.600 adesioni. L'astensione dal lavoro, lo sciopero degli acquisti, o una semplice presenza in piazza sono le modalità indicate. Domenica la prima riunione
Primo Marzo 2010 Sciopero degli Stranieri

ROMA - Hanno un logo, un manifesto e anche, come il “No B Day” cui si sono ispirati, un colore di riferimento: il giallo. E' il gruppo creato su Facebook “Primo Marzo 2010, sciopero degli stranieri”, che in pochi giorni ha raccolto oltre 2600 adesioni e che oggi, in occasione dell'anniversario della dichiarazione internazionale dei diritti umani, si è collegato con un'iniziativa simile nata nel social network: “Mettiti in Giallo contro il Razzismo”.
“L'astensione dal lavoro, lo sciopero degli acquisti, o una semplice presenza in piazza“, sono le modalità “per far sentire la nostra voce”, indicate nel manifesto pubblicato ieri sera dai creatori del gruppo “Primo Marzo 2010, sciopero degli stranieri”. Obiettivo del gruppo è “uscire il prima possibile dal web” per “creare comitati cittadini a stretto contatto con gli immigrati, non sempre collegati al social network”, spiega Stefania Ragusa, ideatrice del Gruppo insieme a Daimarely Quintero, annunciando che la prima riunione sarà domenica a Milano. “L'ispirazione ci è stata data dall'analoga manifestazione organizzata per il prossimo primo marzo in Francia, ma la spinta è giunta anche con il successo del No B Day, promosso principalmente attraverso Facebook”.
Il testo chiede “che la fatica quotidiana degli immigrati impegnati a lavorare nel nostro Paese e per il nostro Paese, spesso in condizioni durissime e in violazione dei più elementari diritti umani, venga riconosciuta e apprezzata” e “che finisca, la politica dei due pesi e delle due misure, nelle leggi e nell'agire delle persone”. Il manifesto specifica come al movimento aderiscano “persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione e orientamento politico, immigrati, discendenti di immigrati e autoctoni”, “accomunati dalla consapevolezza di quanto sia importante, da un punto di vista sociale, culturale e economico, l’apporto dell’immigrazione al nostro Paese”.
L'iniziativa "Primo Marzo 2010 Sciopero degli Stranieri" si collega al movimento che da qualche mese, in Francia, sta organizzando lo sciopero degli immigrati per il 1 marzo 2010, ma anche ad altre iniziative simili del passato: “1 maggio 2006 negli Stati Uniti, quando milioni di persone si fermarono per protestare contro il reato di clandestinità e le politiche di esclusione; 20 settembre 1989 a Villa Litterno, sciopero degli immigrati contro il caporalato e la camorra, dopo l'assasinio razzista di Jerry Essan Maslo; 16 maggio 2002, Vicenza, sciopero degli immigrati contro la legge Bossi-Fini». (lj)

Habemus Logo!

mercoledì 9 dicembre 2009


Primo Marzo 2010 ha finalmente il suo logo, ed è quello che vedete in questo post e tra poco inseiremo nella colonna laterale. Lo ha realizzato per noi un artista siciliano bravissimo e impagnato. Si chiama Giuseppe Cassibba.

Aggiornamenti

lunedì 7 dicembre 2009

Cari scioperanti:

AGGIORNAMENTI
1) E' stato costituito il comitato milanese di Primo Marzo 2010. Stiamo perfezionando il manifesto e avviando una rete di contatti fuori da Facebook così da raggiungere anche le persone che non usano questo social network.
Per adesioni, info, richiesta di materiale informativo e per essere inseriti nella mailing lisct, scrivete a primomarzo2010milano@gmail.com;
2) Il logo è in dirittura d'arrivo: lo sta realizzando un artista siciliano impegnato sui temi dell'intercultura e della lotta al razzismo.
APPELLI
Come è stato detto in più occasioni, dobbiamo "uscire" da Facebook e creare comitati in tutte le città. Chi se la sente di promuoverne e organizzarne uno si faccia avanti. Non è necessario disporre di chissà quale struttura. Quello che serve per incominciare è: buona volontà e una discreta rete di contatti.
RACCOMANDAZIONI
Vi ricordiamo che gli obiettivo della nostra iniziativa sono:
rendere palese quanto importanti e determinanti siano gli immigrati per la tenuta e l'organizzazione del nostro Paese; constrastare il razzismo, l'ignoranza, l'indifferenza.
Ribadiamo che lo sciopero inteso come astensione dal lavoro è solo uno dei tanti strumenti possibili. Ogni città, ogni comitato, ogni persona ha piena facoltà di organizzarsi come crede. Fate però circolare le vostre idee. L'area discussioni della pagina che abbiamo su Facebook serve a questo, ma c'è anche il blog (http://primomarzo2010.blogspot.com) e potete scriverce, inoltre, all'indirizzo di cui sopra: primomarzo2010milano@gmail.com

Grazie a tutti e buona giornata

Mise à jour

MISE à JOUR
1, le comité milanais du Premier Mars 2010 a été constitué. Nous sommes en train de perfectionner l'affiche et de créer un réseau de contacts en dehors de Facebook de façon à contacter les personnes qui ne sont pas sur ce réseau social.
Pour les adhésions, renseignements, demandes de matériel d’informations et pour être inscrit dans la mailing list, vous pouvez écrire à primomarzo2010milano@gmail.com;
2, le logo est en train d'arriver: un artiste engagé sicilien est en train de le réaliser s’inspirant des échanges culturels et de la lutte contre le racisme.
APPELS
Comme il a été répété à diverses occasions, nous devons « sortir »de Facebook et créer comités dans toutes les villes. Qui est volontaire pour en promouvoir et en organiser un peut se manifester. Il n'est pas nécessaire de disposer d’une structure. Ce qui sert pour commencer c’est de la bonne volonté et un réseau intéressant de contacts.
RAPPELS
Nous vous rappelons que l'objectif de notre initiative est:
rendre évident que les immigrés sont importants et déterminants pour le maintien et l'organisation de notre Pays; lutter contre le racisme, l'ignorance, l'indifférence.
Nous rappelons que la grève, définie comme abstention du travail, représente un des nombreux outils possibles. Chaque ville, chaque comité, chaque personne a la pleine faculté de s'organiser comme il l’entend. Faites cependant circuler vos idées. L’angle de discussions de la page que nous avons sur Facebook il sert justement à ça, ainsi que le blog (http://primomarzo2010.blogspot.com) et vous pouvez en plus nous écrire, à cette adresse: primomarzo2010milano@gmail.com

Merci à tous et bonne journée

News

Dear strikers

NEWS
1) The Milanese committee for Primo Marzo 2010 has been set up. Now we are attending at the drawing up of the Primo Marzo 2010 manifesto. We are also getting in touch with some people out of Facebook.
For joining the committee, entering for the mailing list and information, please write to primomarzo2010milano@gmail.com;
2) About the logo, it is on the home straight. A very good and committed artist from Sicily is working for it.
APPEALS
As we have said many times, we have to go out from Facebook and create committees all over the country. If you think you could contribute, please let us know. What you need at the moment is only good will and a good contact network.
SUGGESTIONS
Please, remember our aims:
1) We want to show to the public opinion how much important and decisive are the immigrants for our country;
2) We want to struggle against racism, ignorance and indifference.
We say again the work abstension may be not for everybody. What is really important is that we succeed in giving a strong signal that day. But sharing our ideas is very important too. The discussion area on Facebook serves to this purpose, but as you know there is also a blog (http://primomarzo2010.blogspot.com) and of course you could write to the address primomarzo2010milano@gmail.com

Thank you very much and have a nice time

Ultimas Noticias

Queridos amigos

ULTIMAS NOTICIAS
1) En fecha 5 diciembre 2010 fue creado el comite "Primo marzo 2010" estamos perfeccionando el manifiesto y ampliando una red de contactos fuera de Facebook, asi se reunen tambièn todas aquellas personas que no usan este social network.
Para aderir, informaciòn, pedido de material informativo y ser enseridos en la mailing list, escriban a primomarzo2010milano@gmail.com;
2) El logotipo en estos dias lo tendremos, lo està realizando un artista siciliano empenado en temas interculturales y de lucha contra le racismo.
PEDIDOS
Como hemos dichos precedentemente, debemos, "salir" de Facebook y crear comite en todas las ciudades. Quien desea promover y organizar uno dè un pase adelante y nos lo haga saber, màs somos mejor es.
CONSEJOS
Les recordamos que los objetivos de la iniciativa son:
Hacer saber con una acciòn importante, que los extrajeros son determinantes en la vida de este paìs, combatir el racismo, la ignorancia y la indiferencia
Repetimos que la huelga, entendido como dia de no trabajo, es solo uno de las cosas posibles de hacer en este dia. Cada ciudad, cada comite, cada persona tiene piena facultad de organizarse como cree mejor. Hagan circular y llegar las ideas que vengan in mente. El area de discusiòn de la pagina que hemos creato en facebook sirve a esto, pero existe tambièn el blog (http://primomarzo2010.blogspot.com) y pueden escribir ademas al correo elettronico primomarzo2010milano@gmail.com

Gracias de la atenciòn, que todos tengan un feliz dia

Iata noutati

Dragi grevisti, Iata noutati:Comitetul milanez al gruparii UNU MAI 2010 a fost format. Suntem pe calea pefectionàrii afisului si a implementarii unei retele de contract in afara Facebook pentru adaugarea celor care nu folosesc acest network social. Pentru adeziuni, info, cereri de material informativ si pentru a fi in...scrisi pe mailing list scrieti la primomarzo2010@gmail.com;
Logo-ul este aproape gata; il realizeaza un artist sicilian angajat pe teme interculturale si de lupta impotriva rasismului. ApeluriAsa cum s-a spus in multe ocazii, trebuie sa “iesim” din Facebook si sa cream comitete in toate orasele. Cine se simte in stare sa creeze si sa organizeze unul, sa se anunte. Este nevoie de bunavointa si o bune retea de contacte. RecomandariVa amintim ca obiectivele initiativei noatre sunt:sa facem vizibila cat sunt de importanti si determinanti emigrantii pentru bunul mers si organizarea tarii noastre, contrastand rasismul, ignoranta, indiferenta. Reamintim ca greva inteleasa ca o abtinere de la munca este unul din posibilele instrumente. Fiecare oras, fiecare comitet, fiecare persoana are dreptul de a o organiza cum crede. Puneti ideile voastre sa circule. Zona discutiilor in pagina de pe Facebook este pentru aceasta, dar mai exista si blog-ul: (http://primomarzo2010.blogspot.com), si mai puteti scrie, deasemeni, la adresa: primomarzo2010@gmail.com Va multumesc!O zi buna tuturor!

La rivolta dell'acqua fatta dagli stranieri a Bergamo diventa un fiume in piena

sabato 5 dicembre 2009

La rivolta dell'acqua diventa un fiume in piena
Zingonia, la Bas chiude i rubinetti: palazzoni a secco. Decine si riversano in strada, alta tensione e traffico in tilt Quattro anni di bollette non pagate, un debito da 397 mila euro. La mediazione del sindaco di Ciserano apre spiragli
Gridavano «acqua, vogliamo l'acqua». Ieri sera, dopo le 18, hanno bloccato la strada provinciale Francesca per una ventina di minuti. Ieri mattina la Bas ha chiuso i rubinetti a cinque dei sei condomini Anna e Athena perché dal 2005 non vengono pagate le bollette (il debito ammonta a più di 397 mila euro), e la protesta è scesa in strada.
SDRAIATI SULLA STRADA Le 150 famiglie, per la stragrande maggioranza di extracomunitari, che vivono nelle cinque torri si sono infatti ritrovate senz'acqua nei loro appartamenti fin dalle prime ore del mattino. Per tutto il giorno i condomini sono stati costretti a prelevare l'acqua dalle due fontanelle (una fuori dagli Athena, l'altra dagli Anna) installate dalla Bas per garantire l'approvvigionamento, mentre i tombini del cortile si sono trasformati in latrine a cielo aperto. Ma con il passare delle ore la situazione, anche dal punto di vista igienico, è diventata sempre più drammatica. Ore di tensione, con cassonetti dei rifiuti rovesciati e urla sempre più alte. Attorno alle cinque di sera una folla di condomini - uomini e donne con bambini al seguito - si sono ritrovati in via Monaco, parallela di corso Europa, dove hanno bloccato la strada e urlato tutta la loro rabbia («Acqua, vogliamo l'acqua») sventolando i secchi vuoti in mano. Poi si sono spostati in corso Europa, particolarmente trafficato a quell'ora. Il gruppo si è messo sulle strisce pedonali, c'è chi si è anche sdraiato per impedire alle auto di passare. IN CAMPO IL SINDACO Una mamma senegalese con il bambino in braccio, particolarmente battagliera, si è messa a urlare: «Da qui non mi sposto finché non mi date l'acqua». È rimasta ferma, immobile, impedendo anche a un bus di linea di passare. Poi il corteo si è spostato sulla Francesca: la provinciale è stata bloccata e il traffico è andato letteralmente in tilt. Erano presenti i carabinieri della stazione di Zingonia - agli ordini del maresciallo Gerardo Tucci - i carabinieri di Treviglio - con il comandante Giulio Modesti -, una pattuglia della polizia stradale di Bergamo e un ispettore della questura. Intorno alle 18 il gruppo si è diviso: parte ha continuato a tener bloccata la Francesca, altri si sono spostati in via Monaco, per ostruire anche la strada utilizzata dalle auto per evitare il blocco. La Francesca è rimasta paralizzata per una ventina di minuti, poi sono iniziati i colloqui con i comandanti Tucci e Modesti. Il blocco è stato tolto dopo che il sindaco Ciserano, Enea Bagini, si è reso disponibile a un incontro con i condomini per cercare una soluzione al problema.
«COPRIRE ALMENO L'ULTIMO ANNO» Una quindicina di inquilini si sono quindi spostati in municipio, ma i disordini non sono finiti. È stata rotta una delle due fontanelle posizionate dalla Bas fuori dalle torri, e sono dovuti intervenire i tecnici comunali per sistemarla. Il sindaco - che aveva aveva ordinato docce e bagni chimici da mettere fuori dai palazzi per far fronte all'emergenza - ha chiamato l'azienda bresciana che doveva fornirli, avvertendola di non portarli più perché alcuni residenti avevano minacciato di incendiarli. Al termine della riunione si è deciso che i condomini cercheranno di racimolare almeno una cifra pari all'insoluto dell'ultimo anno (somme che vanno dagli ottomila ai 22 mila euro a seconda degli stabili) per tentare di convincere la Bas a ripristinare l'acqua. «I soldi raccolti finora non sono sufficienti, si deve fare uno sforzo maggiore», ha detto Bagini. E oggi la delegazione dei residenti e il primo cittadino si incontreranno di nuovo per fare il punto della situazione.
L'APPELLO Intanto, sul taglio dell'acqua prende posizione anche Rifondazione comunista: «Si tratta di una decisione disumana », scrivono il segretario della Federazione di Bergamo, Ezio Locatelli, e Francesco Moro, della sezione di Ciserano. «Numerosi e gravi sono i problemi che da anni vive questo quartiere - sottolineano i due esponenti del Prc -, ma non è certamente questo il modo di affrontarli. Il provvedimento della Bas costituisce in tutta evidenza una fonte di grave rischio igienico-sanitario per le decine di famiglie coinvolte e che già da tempo vivono peraltro in una condizione particolarmente disagiata. Chiediamo al prefetto di Bergamo, al sindaco di Ciserano, alla Bas e a tutte le autorità preposte che venga riattivata subito la fornitura dell'acqua potabile». Patrik Pozzi

Reclamava lo stipendio senegalese ucciso dal datore di lavoro

Il primo sciopero degli stranieri in italia, deve diventare un modo per dire basta a queste situazione, stranieri di tutta italia uniamoci, facciamoci sentire!!!

perchè dobbiamo farlo

martedì 1 dicembre 2009


Cosa succederebbe se migliaia di infermieri, pizzaioli, muratori semplici e specializzati, saldatori, mulettisti, badanti, baby sitter, cassiere, capireparto, artisti, mediatori culturali ed educatori, addetti alle pulizie negli uffici, custodi e concierge, camerieri, operatori turistici, centralinisti, magazzinieri, operatori informatici, insegnanti, medici, politici, opinionisti, giornalisti…si fermassero tutti insieme?

E cosa succederebbe se insieme a loro si fermassero studenti medi e universitari, casalinghe, liberi professionisti dell’edilizia, dei trasporti privati, dei settori dei servizi?

E se a questi si aggiungessero anche i loro colleghi italiani, impiegati negli stessi settori, partecipi delle stesse attività, accomunati dal senso di squilibrio e disuguaglianza che colpisce tutti?


Basterebbero poche ore di sciopero generale per raggiungere l’obiettivo: affermarsi come lavoratori e come persone.


Il 1 maggio del 2006 negli Stati Uniti si sono fermati 12 milioni di persone, la stragrande maggioranza senza permesso di soggiorno, per protestare contro l’introduzione, nell’ordinamento legislativo americano, del reato di clandestinità.

Lo stesso reato introdotto dall’Italia ad agosto di quest’anno.

Ma qui non si è ancora lamentato nessuno, né tra i sans papier né tra chi un documento ce la e se lo tiene stretto, né tra gli italiani.

Silenzio.

Perché gli americani ce la fanno e noi no? Da quando siamo meno intelligenti di quei bistecconi palestrati che amano piangere al cinema e pensano che il Colosseo sia la copia di quello di Las Vegas?

Dal momento che non credo in un’immutabile destino avverso, allora è davvero il caso di dire che ci stiamo facendo battere dagli americani sul piano dei diritti e che sarebbe ora di darsi una mossa.


Una spiegazione di questo silenzio potrebbe stare in un diffuso (sia tra i cittadini italiani che tr quelli stranieri) senso di inferiorità, nella mancanza di consapevolezza del proprio valore, nella sensazione fatalista che nulla si possa fare contro le Potenze del Male.

Un’altra spiegazione potrebbe stare nella sensazione di isolamento che taglia qualunque desiderio di ribellione e di affermazione.

Credo che siano valide entrambe le spiegazioni e che la soluzione stia nel dire semplicemente che entrambe possono essere cambiate.


Siamo in tanti, abbiamo lo stesso obiettivo e abbiamo la capacità e gli strumenti per organizzarci.

Siamo consapevoli del valore che ciascuna persona ha e del fatto che deve essergli riconosciuto.

Siamo convinti che fare, agire, muoversi, sia lo strumento più efficace che ci sia per affermare le proprie convinzioni e soprattutto per dire: siamo qui, non potete ignorarci.


L’Italia vive grazie al lavoro di migliaia di cittadini provenienti da altri paese e se ne vergogna – di conseguenza cerca di ignorarli, chiuderli fuori, annegarli in mare come si fa con le cucciolate di gattini troppo numerose (letteralmente).


Io non me ne vergogno, anzi la mia vita ha subito dei cambiamenti, a volte in maniera semplice e facile, altre volte con difficoltà e fatica, grazie alle persone che ho incontrato: mi sono trasformata e sono cresciuta, ho imparato forme di pensiero e stili di vita nuovi, alcuni li ho fatti miei, altri li ho lasciati alla persona che me li ha proposti perchè non ho mai, in nessun caso, smesso di essere me stessa (e in questo me risiede anche il fatto di avere cittadinanza e cultura italiane) – né le persone ce ho incontrato hanno mai smesso di essere sé stesse.


Il valore che la migrazione porta in sé è connesso alla forza lavoro e alla necessità economica, ma poi va al di là di questa e significa un insieme di caratteristiche umane e culturali, filosofiche e sociologiche che è impossibile e stupido ignorare.

Il valore che la migrazione porta in sé è superiore a qualunque difficoltà, che poi, ammettiamolo, non va al di là di qualche lentezza linguistica, del dare allo stesso Dio un nome diverso, nell’aggiungere spezie sconosciute alla stessa carne e allo stesso pesce.

Provare per credere.


Se smettiamo di farci spaventare da una tempesta in un bicchiere d’acqua e contribuiamo a creare una società migliore e più accogliente per chi arriva, siamo migliori noi.


In questa battaglia dobbiamo essere insieme: chi è straniero, con o senza permesso di soggiorno deve assumersi la responsabilità di non farsi calpestare, di affermare la propria dignità umana e morale; chi è italiano, con più o meno senso civico, deve assumersi la responsabilità di non lasciarsi rubare la società migliore che possa desiderare per sé e per i propri figli.


Non tutti hanno la forza di intraprendere un cammino politico, né credo sia necessario che tutti lo facciano, ma ci sono momenti in cui un gesto semplice sostiene e dà la spinta per un grosso cambiamento e in questi momenti è necessaria la presenza di tutti: lamentarsi non serve a nulla, scappare è sciocco, fare finta di niente è un grosso errore.


Fermiamoci il 1 marzo 2010.

lunedì 30 novembre 2009


Nadia Lamarkbi, una giornalista di origine marocchina, ha lanciato nel suo Paese, la Francia, la la proposta per la prima giornata senza immigrati, il primo sciopero degli stranieri che dovrebbe celebrarsi (e speriamo con tutto il cuore che ciò avvenga) il prossimo 1 marzo. Quel giorno, i lavoratori immigrati dovrebbero astenersi dal lavoro e tutti gli altri (disoccupati, casalinghe, studenti) dalle comuni attività di consumo (acquistare cose, prendere i mezzi pubblici...). L'obiettivo è rendere evidente il danno e il disagio che la società verrebbe a soffrire se tra le sue maglie non ci fossero gli immigrati.
La mia amica Daimarely Quinterno, cubana, dopo aver letto la notizia, mi ha proposto di formare insieme un gruppo su Facebook per provare a organizzare una giornata analoga anche da noi.Ho subito accettato. Il gruppo è stato creato e in poche ore ha già raccolto parecchie adesioni. Si chiama Primo marzo primo sciopero degli stranieri in Italia. La nostra intenzione, però, è portarlo fuori da Facebook (e infatti ecco questo blog) e anche fuori da internet, in modo da raggiungere anche quelli che non si ritrovano in questa piazza virtuale (moltissimi stranieri, ma non solo). Aiutatemi/ci per favore a diffondere il più possibile questa iniziativa. Provate a immaginare cosa può significare in Italia una giornata senza immigrati: centinaia e centinaia di bambini e anziani improvvisamente senza assistenza, ma anche ettari ed ettari di terreni abbandonati e molti altri disagi... E la gente costretta a riflettere sulle vere emergenze del nostro Paese (la corruzione, la precarietà, lo spreco, l'assenza di politiche sociali...).

NB: questo è il link per iscriversi al gruppo su FB: http://www.facebook.com/group.php?gid=208029527639&ref=search&sid=1195807305.1971973350..1&v=info#/group.php?v=wall&ref=search&gid=208029527639

Info e contatti

lunedì 5 ottobre 2009

La Rete Primo Marzo è formata da comitati territoriali su tutto il territorio nazionale.
Portavoce della Rete Primo Marzo è Elisa Cesan.

Per info :
stampa.primomarzo@gmail.com

Per dare vita a un comitato o per info inerenti i comitati: primomarzo2010comitati@gmail.com

I giornalisti possono contattarci all'indirizzo stampa.primomarzo@gmail.com

Il logo è opera dell'artista siciliano Giuseppe Cassibba.


Pagina Facebook: https://www.facebook.com/primomarzostranieri

Come andare verso il Primo Marzo

Migranti e autoctoni uniti per una battaglia di civiltà e per la dignità e il riconoscimento pieno dei diritti per tutti gli esseri umani.
Condividiamo le esperienze, uniamo le forze e con le nostre proposte chiediamo risposte alla politica. Stiamo attraversando un periodo storico molto complesso e difficile, paradossalmente è proprio il momento meno indicato per allentare la partecipazione e le nostre battaglie per i diritti di tutti per tutti.

La rete Primo Marzo vuole essere uno strumento utile ed efficace alla società civile e ai territori  per raccogliere idee, proposte, esperienze, progetti per una mobilitazione nazionale compatta, efficace ed incisiva sulle scelte della politica e sulla nostra società.

A questo scopo vi ricordiamo che per diffondere le attività dei comitati sono a disposizione:
Il blog http://primomarzo2010.blogspot.it/.a cui potrete mandare: appelli territoriali, articoli, video, appuntamenti e le iniziative previste per il primo marzo. Vi chiediamo solo di pensare a questo materiale come già pronto per la pubblicazione. 

La pagina facebook https://www.facebook.com/primomarzostranieri?notif_t=fbpage_admin di recente apertura, dove chiunque può postare.

Il giornale on line Corriere delle Migrazioni (www.corrieredellemigrazioni.it) seguirà da vicino, come nelle precedenti edizioni, gli avvenimenti legati al primo marzo 2014. Per chi fosse interessato è possibile proporre articoli alla redazione

Tutte le comunicazioni di cui sopra oltre che i comunicati stampa, le adesioni e i programmi delle iniziative territoriali previste per il Primo Marzo vanno inviate alla mail: stampa.primomarzo@gmail.com.

Buon lavoro a tutti.

Elisa Cesan


Portavoce Nazionale Primo Marzo

Chi siamo

Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?

Il Primo Marzo è un progetto di partecipazione dal basso impegnato nella lotta al razzismo e nella difesa dei diritti umani. E' formato da una rete di comitati territoriali.
Portavoce della rete è Elisa Cesan.

Un po' di storia...
Il Primo Marzo "nasce" il 29 novembre del 2009, gemellato con la francese Journée sans immigrés, per iniziativa di quattro donne, due bianche e due nere: Nelly Diop, Daimarely Quintero, Stefania Ragusa, Cristina Seynabou Sebastiani. Dotato in partenza di un'anima orgogliosamente meticcia, da subito ha riunito italiani, migranti, seconde generazioni: tutti accomunati dal rifiuto del razzismo e della cultura dell'esclusione. Le premesse e le aspirazioni del movimento si ritrovano nel manifesto programmatico che è stato il nostro primo atto pubblico.
Il primo marzo del 2010 il movimento Primo Marzo ha organizzato una giornata di mobilitazione e sciopero indirizzata a far comprendere quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società e come sia importante che italiani vecchi e nuovi si impegnino insieme per difendere i diritti fondamentali della persona, combattere il razzismo e superare la contrapposizione tra "noi" e "loro".
La mobilitazione ha toccato oltre 60 città e hanno partecipato a quella giornata più di 300mila persone. In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scelto di scioperare insieme.
Dopo questa esperienza più che positiva, buona parte dei comitati ha continuato a operare sul territorio e sono stati fatti vari incontri per approfondire le tematiche, migliorare l'organizzazione e definire ulteriormente gli obiettivi.

L'appello per il Primo Marzo 2011, dedicato alla memoria di Noureddine Adane e alle rivoluzioni del Nord Africa, è frutto di questo lavoro di collaborazione e scambio. Di seguito il testo completo:
«Lo scorso Primo Marzo oltre 300mila persone si sono mobilitate in tutta Italia per dire no al razzismo, alla legge Bossi-Fini, al pacchetto sicurezza, ai CIE e sì a una società multiculturale e più giusta. In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scelto di scioperare insieme, uniti dalla consapevolezza che il razzismo istituzionalizzato (in spregio alla nostra Costituzione oltre che al diritto internazionale e alla normativa europea), le politiche di esclusione, lo sfruttamento del lavoro, le violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che, a partire dai più deboli e inermi, aspira a colpire tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita.
Migranti e italiani hanno affermato in questo modo un’idea di sciopero diversa da quella dominante (non uno strumento di protesta nelle mani dei sindacati ma un diritto costituzionale, individuale e inalienabile), hanno dimostrato che è possibile unirsi e prendere l'iniziativa dal basso per reagire ai ricatti. Hanno superato nei fatti la contrapposizione tra autoctoni e stranieri e inaugurato una stagione di impegno e di lotta, di rifiuto dei ricatti e dello sfruttamento, passata dallo sciopero delle rotonde in Campania alle occupazioni della gru e della torre a Brescia e Milano, da Pomigliano a Mirafiori, dalle mobilitazioni degli studenti allo sciopero dei metalmeccanici e marcata da manifestazioni antirazziste a Bologna, Firenze, Trieste e in tante altre città italiane.
La situazione italiana di oggi è diversa da quella di un anno fa e forse ancora più grave. Non c’è stata un’altra Rosarno, ma gli effetti della crisi si sentono sempre di più e colpiscono soprattutto i migranti: in migliaia rischiano di perdere il permesso di soggiorno, in migliaia che il permesso non lo hanno vengono indicati come criminali e condannati al lavoro nero gestito dai caporali. Per tutte e tutti vige il ricatto quotidiano del razzismo istituzionale. In questo quadro la Bossi-Fini (in particolare la sua pretesa di legare il permesso di soggiorno al contratto di lavoro con il “contratto di soggiorno”) si rivela più che mai come una legge inadeguata e ipocrita, che non combatte la clandestinità ma la crea, favorendo sfruttamento e lavoro nero e ponendo i migranti in una condizione di costante ricattabilità. Per oltre 50mila immigrati, vittime della sanatoria truffa, non è stata trovata ancora una soluzione. Nel frattempo il governo è tornato a lanciare la lotteria del decreto flussi che – come tutti sanno – funziona principalmente da sanatoria mascherata. La questione della cittadinanza rimane insoluta e centinaia di giovani nati o cresciuti in Italia continuano a sottostare a una legge che non riconosce loro diritti né cittadinanza. Le rivoluzioni di piazza che stanno attraversando il Nord Africa segnalano un’aspirazione alla libertà che ha nelle migrazioni una delle sue declinazioni e che sta portando a un prevedibile aumento degli sbarchi (per altro mai interrotti) sulle nostre coste: di fronte a tutto questo la risposta italiana si sta rivelando ipocrita e inadeguata: si evoca ancora una volta un inesistente “stato di emergenza” solo per non rispettare il diritto di asilo ed evitare accogliere le persone che stanno arrivando sulle nostre coste. Ciò ci dice che mentre molti festeggiano senza problemi l’ondata di democrazia nel Nord Africa, le migrazioni uniscono le due sponde del Mediterraneo: nello spirito della Carta dei Migranti recentemente approvata a Gorée (Senegal), noi sappiamo che il problema della democrazia italiana sta anche a Tunisi, così come quello della Tunisia è anche a Roma o a Parigi. Mentre si lotta per la democrazia in Nord Africa, non possiamo accettare la logica razzista dell’”aiutiamoli a casa loro”, perché i migranti ci dicono che si lotta anche per muoversi e cambiare le proprie condizioni di vita. È quello che insieme vogliamo fare il 1 marzo.
In questo quadro i migranti sono ancora di più una forza. Per ragioni economiche, come molte volte è stato sottolineato: producono infatti una parte consistente del PIL (11%), alimentano le casse dello Stato con le tasse e i contributi previdenziali, sopperiscono con il lavoro di cura alle carenze strutturali del welfare italiano. Ma anche per ragioni sociali e culturali: rappresentano infatti una parte attiva e determinante nella costruzione di società diversa: più ricca, variegata, multiculturale e capace di guardare al futuro. Senza di loro, senza i bambini figli di migranti e coppie miste, l’Italia sarebbe oggi una nazione destinata ad estinguersi. Soprattutto, i migranti sono una forza politica per costruire una società diversa, per non limitarsi a difendere i diritti ma reagire ai ricatti conquistandone di nuovi.
Per questo lanciamo un appello per costruire il prossimo primo marzo una nuova grande giornata di sciopero e mobilitazione per i migranti e con i migranti. Ma, lo sottoliniamo con forza, non si tratta di uno sciopero etnico: non è mai esistita e non esiste l’idea di uno sciopero etnico. In diversi territori sono già attivi percorsi che comprendono scioperi, presidi e manifestazioni. Crediamo che lo strumento dello sciopero sia il modo più forte per portare avanti questa lotta, migranti e italiani insieme contro i ricatti, contro il razzismo, contro lo sfruttamento e per chiedere:
- l’abrogazione della Bossi-Fini e, in particolare, del nesso tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno (“contratto di soggiorno”);
- per contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento dei lavoratori migranti: rivendichiamo l’applicazione e l’estensione dell’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione come tutela per tutti i lavoratori che denunceranno di essere stati costretti all’irregolarità del lavoro
- l’abrogazione del reato di clandestinità e del pacchetto sicurezza che già oggi rappresentano provvedimenti fuori legge perché in netta contrapposizione con la direttiva europea sui rimpatri;
- l'abolizione del permesso di soggiorno a punti e l’attivazione di misure, anche di tipo economico, atte a garantire il diritto ad apprendere l’italiano e a studiare;
- la chiusura dei CIE;
- una regolarizzazione che sia una soluzione reale e rispettosa dei diritti umani e della dignità delle persone per le vittime della sanatoria truffa;
- il passaggio dal concetto di ius sanguinis a quello di ius soli come cardine per il riconoscimento della cittadinanza e una legge che garantisca l’esercizio della piena cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia,
- il riconoscimento del diritto di scegliere dove vivere e stabilire la propria residenza, diritto quanto mai fondamentale in un’epoca come quella che stiamo attraversando in cui tutti siamo potenziali migranti;
- una legge organica e adeguata per la tutela dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Chiediamo a tutti di essere protagonisti e di sostenere le mobilitazioni dei migranti il prossimo primo marzo. Ai sindacati non chiediamo un’adesione formale, ma di attivarsi a tutti i livelli per sostenere concretamente i lavoratori, migranti e italiani insieme, che decideranno di astenersi dal lavoro nelle fabbriche, nelle cooperative e in tutti i luoghi di lavoro più o meno formali. A tutti questi è indirizzata questa giornata, per rendere effettivo il diritto di sciopero, per i diritti di tutte e tutti, per costruire insieme una società diversa e multiculturale rifiutando ogni complicità con provvedimenti normativi che legalizzano sfruttamento, razzismo, pregiudizio e paura.
Il 1 marzo dovrà vedere una mobilitazione quanto più possibile diffusa, per permettere la massima partecipazione, sia in caso di scioperi, sia in caso di presidi o manifestazioni».