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Come fare il 1° Marzo 2014

Bakeca

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A rischio i diritti dei rifugiati; manca un adeguato piano nazionale di accoglienza.

sabato 29 marzo 2014

La Rete Primo Marzo in riferimento alle inaccettabili misure di accoglienza attuate nei confronti dei 2300 profughi recentemente sbarcati in Italia in linea con Asgi, Arci, Caritas Italiana, Cnca, Fondazione Migrantes chiede al Governo di intervenire per porre fine alla confusione che si sta verificando sulla pelle di donne e uomini a cui viene leso il diritto ad una degna accoglienza.
Chiede che sia lo Sprar ad occuparsi dei profughi, dato anche il suo recente ampliamento, e non le prefetture su mandato del Ministero dell’Interno.
Questa modalità d’ intervento crea confusione e non prevede un coordinamento efficace per rispondere in modo adeguato alla tutela dei profughi.
Chiede che vengano attivati i posti dello Sprar e che cessi l’accoglienza, se così si può chiamare, in strutture alberghiere o altro perché ciò ha dei costi elevati e inutili e rallenta le procedure d’ esame delle domande d’asilo.
Chiede che il Tavolo di Coordinamento Nazionale Asilo apra un confronto con le varie realtà associative e organizzazioni per definire al più presto un piano d’ interevento nazionale.
Riteniamo inopportuno ripetere l’esperienza appena vissuta nella cosiddetta “Emergenza Nord Africa” affrontata in modo poco serio e dignitoso perché riteniamo che un paese civile debba rispettare i diritti e la dignità di ogni essere umano.

Elisa Cesan

Portavoce Rete Primo Marzo

Il Primo Marzo a Genova

mercoledì 5 marzo 2014

Primo marzo 2014, poetry slam dedicato ai "nuovi poeti italiani d'altrove" nella giornata dei diritti dei migranti, Stanza della Poesia, Palazzo Ducale di Genova. Conducono Max Ponte, Roberto Marzano e Bruno Rullo. Vince questo slam Nader Ghazvinizadeh, ma soprattutto ancora una volta vince la poesia  


Il Primo Marzo in tutta Italia

Francesca Materozzi su Corriere delle Migrazioni ci racconta in breve del Primo Marzo in tutta Italia. Una sintesi breve ma efficace delle numerose manifestazioni che hanno caratterizzato questo "bagnato" ma affollato Primo Marzo.

Leggi l'articolo su Corriere delle Migrazioni

Il Primo Marzo a Modena

Quest’anno abbiamo visto la V edizione di “Un giorno senza di noi”, la manifestazione nazionale dei migranti, nata nel 2009 per dimostrare all’Italia l’importanza e il valore dei migranti e delle tante culture che colorano il nostro paese.
A Modena abbiamo affrontato la giornata parlando.
Durante il pomeriggio i partecipanti sono stati coinvolti in un seminario chiamato “Diritto di parola in tutte le lingue del mondo” e il confronto è stato variegato e necessario.
Il tema dalla lingua è vivo in ognuno di noi, ci permette di riconoscerci nella nostra lingua madre, e di metterci in gioco, con una lingua che non conosciamo. Ci permette di comunicare con gli altri, di abbattere muri e barriere.
Aysha (Tunisia) si chiede come mai gli italiani, ma non solo loro, non si dedichino allo studio delle altre lingue e provoca una reazione a catena tra i presenti che cercano risposte nei loro vissuti personali.
Tania (Argentina) racconta di come, da bambina, si capiva con amici provenienti da paesi diversi, perché la comunicazione del corpo e quella dei sentimenti, vince su ogni diversità linguistica.
Il linguaggio del corpo ci introduce alla seconda parte della giornata, una rappresentazione di teatro forum, realizzato dalla compagnia “Teatrindifesi”, durante la quale la platea è stata coinvolta a parlare, recitare e cambiare le scenette teatrali al fine di migliorare le storie che raccontavano.
Cécile Kyenge, presente a questa seconda parte della giornata, è intervenuta diverse volte portando il suo contributo nel cambiamento della scena teatrale.
La rete 1 marzo di Modena ha proposto, inoltre, un banchetto di libri interculturali della cooperativa Sinnos, nata nel 1990 da un laboratorio nel carcere di Rebibbia.
Questa giornata ci da fiducia e non possiamo che essere GRATI a tutti gli immiGrati come a tutte le persone che ci permettono di crescere ogni giorno.
Ricordiamo che il flash mob è stato rinviato a sabato 22 marzo, dalle 10 alle 12 in piazza Torre a Modena.

La rete 1 marzo di Modena

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Il Primo Marzo a Palermo

martedì 4 marzo 2014



Per il quinto anno consecutivo si è “celebrato” il Primo Marzo a Palermo.
Giornata molto intensa in cui il movimento nato dal basso, proprio cinque anni fa, rivendica l’orgoglio di essere migranti.
Per quest’anno non abbiamo organizzato un corteo, ma abbiamo voluto incontrare e far incontrare numerosissimi studenti e giovani che hanno gremito l’aula magna del liceo classico Vittorio Emanuele II.
Giovani e meno giovani, adolescenti e minori stranieri non accompagnati, tanti colori e culture presenti per affermare e ribadire che “l’essere migranti non è e non deve essere una connotazione negativa”, anzi la diversità è solo una ricchezza!
A Palermo siamo partiti facendo memoria della strage del 3 ottobre, in cui morirono uccise da leggi ingiuste e razziste 368 PERSONE, 368 cittadini di questo mondo, 368 nostri fratelli, 368 nostri figli.
Yohaness Gebremesklel membro della neonata Associazione che riunisce i familiari delle vittime della strage, ci ha fatto rivivere dal suo racconto l’atrocità di quelle ore, ma soprattutto denunciato il grave immobilismo delle autorità competenti, che oggi dopo 5 mesi dalla strage ancora non ha dato risposte adeguate alle mamme o ai fratelli che aspettano di avere la possibilità di “piangere” il proprio parente morto a pochi metri dal nostro naso. Yohaness ha confermato che il comitato spingerà per creare un data base (tramite DNA) per avere il diritto di identificare i propri cari.

E’ stata l’occasione per dire ai ragazzi presenti che è importante che “scendano” in campo contro ogni forma di discriminazione e di razzismo, di lottare contro i pregiudizi e le intolleranze che rendono una società più povera.
Una società che oggi ha gravi problemi di accoglienza, in cui la diversità sembra un aggravante e non una ricchezza, e che si basa soltanto sul potere economico, sulla capacità di dare un ritorno in soldi al sistema che controlla gli “ingressi”; oggi un euro vale molto di più di un bambino!

I relatori intervenuti hanno sottolineato che migrare è un diritto e non si possono continuare ad erigere muri che hanno soltanto il risultato di creare difficoltà a chi non ha la possibilità di “pagare” per un visto; migrare è un diritto di ogni uomo, il mondo non è dell’occidente o meglio di un sistema occidentale che ha creato disgragazione e morte.

La terra è un arcobaleno di culture, di colori, di tradizioni e per vivere dignitosamente, dobbiamo aprire le menti e andare in contro all’altro diverso da noi, per questo motivo la dottoressa Monti ha detto chiaramente che è il momento di sostituire il termine integrazione con INTERAZIONE, perché proprio dall’incontro con l’altro nasce una società più giusta, che mantenga il diritto alla diversità……….come diceva don Tonino Bello la “convivialità delle differenze

Un giovane Tamil, Stefano Edward giovane di seconda generazione, membro della consulta della culture della città di Palermo, ha detto chiaramente che una società che non è capace di accogliere, distrugge le ambizioni di tantissimi giovani che non si vedono accettati dalle “città” in cui vivono ed allo stesso tempo non conoscono le culture e le tradizioni del proprio popolo, il che crea numerosi problemi. “Io sono Palermitano” ha tuonato Stefano.

Yodit Abraha referente del Primo Marzo (gruppo Palermo) ha organizzato e coordinato l’incontro e prendendo spunto proprio dalle parole di Stefano ha ribadito che la cittadinanza non si concede, ma si deve riconoscere, e ha fatto richiesta esplicità all’assessore alla partecipazione Giusto Catania (con delega all’imigrazione) di cambiare la formula per conferire le cittadinanze.
Abbiamo tutti oggi la necessità di usare linguaggi nuovi che ci facciano fare il salto di qualità perché spesso anche noi utilizziamo un linguaggio dicotomico, noi italiani e voi immigrati, e i giovani in questo ci possono aiutare, perché le interazioni tra di loro sono molto più genuine e spontanee degli adulti!
Il Primo Marzo a Palermo è stato anche contraddistinto dal premio che è stato consegnato proprio alla dottoressa Yodit Abraha, che da sempre si è contraddistinta per impegno e determinazione per rompere “i muri” che ostacolano le INTERAZIONI tra le genti.
A Yodit è stato consegnato il premio Rosa Parks (attivista americana, figura simbolo del movimento per i diritti civili), tra la standing ovation dei presenti e la commozione generale.

Dopo la premiazione si è conclusa la lunga giornata di incontro con esibizioni artistiche che hanno dato quel tocco di magia e allegria al Primo Marzo palermitano.


Alberto Biondo

Laici Missionari Comboniani Palermo


Evento Primo Marzo 2014 del gruppo di Palermo. L'articolo è il contributo di Alberto Biondo dei Laici Comboniani, mentre le foto sono state fatte da Giuseppe Di Bartolomeo.  

Report del nostro 1 Marzo a Milano


3 marzo 2014 alle ore 20.55
Più di mille persone hanno partecipato alla manifestazione del 1 marzo a Milano.
La rete antirazzista milanese torna finalmente in piazza con oltre 40 associazioni impegnate nella città di Milano e nella Provincia, manifestando in modo nonviolento come comitato "Milano senza frontiere" il proprio dissenso ancora una volta alla legge Bossi-Fini e per chiedere uguali diritti per tutti e per tutte, come sancito nella costituzione italiana, e come ricordato a gran voce dal camion di testa del corteo per le vie del centro.
Il clima allegro e determinato, nonostante la pioggia incessante, ci ha permesso di fare un percorso lungo da piazzale Loreto a Piazza Duomo passando per varie strade principali e non, raccogliendo il consenso della gente che si incontrava al ritmo degli Intillimani "El pueblo unido jamas serà vencido!"

Alcune delle dichiarazioni lanciate dal camion che apriva il corteo:
“Non ci ferma la pioggia, non ci ferma la violenza di questa politica razzista,non ci ferma più niente”
"Nonostante il tempo siamo in tanti a far sentire la nostra voce per unaMilano meticcia. Tanti ombrelli colorati, proprio come noi”.
In piazza Duomo sono stati fatti 4 interventi testimonianze da persone che fanno parte del comitato "Milano senza Frontiere" riprendendo i temi dell'appello.
- La chiusura immediata dei Centri di Identificazione edEspulsione
e la chiusura definitiva del Centro di via Corelli a Milano
- Una nuova legge sull’immigrazione
- Svincolare il permesso di soggiorno dal lavoro
- Il diritto di cittadinanza per le bambine e i bambini nati e/o cresciuti inItalia
- Il diritto di voto per i/le migranti che risiedono in Italia
- Il diritto al lavoro per tutti e tutte come previsto dalla Costituzione
e parità di diritti fra cittadini
- Il diritto al reddito per tutti e tutte
- Una legge per il diritto d’asilo e reali politiche di accoglienza
- No alla discriminazione nell'acceso ai diversi servizi
- Garantire l'esercizio della libertà di culto 
Inoltre abbiamo dato spazio anche agli amici del Comitato NO MUOS con un intervento essendoci in concomitanza la manifestazione a Niscemi, per ricordare che stiamo costruendo tutti insieme reti di pace, ripudiando guerra e razzismo, e chiedendo la smilitarizzazione dei territori dalle armi e dalla paura.
Il prossimo appuntamento per fare condividere impressioni e idee sulla manifestazione e per proseguire nella costruzione di una rete antirazzista attiva a Milano sarà il13 marzo alle ore 20.30 all'Arci Corvetto di via Oglio 21 


Video TG/Online
·     http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-53f93138-d6e2-4298-b90a-2123ce62f7c0-tg3.html#p=0
·     http://video.repubblica.it/dossier/emergenza-lampedusa-2010/i-migranti-cantano-gli-intillimani-renzi-cancelli-il-reato-di-clandestinita/157751/156244

Foto
·     http://multimedia.quotidiano.net/?tipo=photo&media=96493#1 https://www.facebook.com/robiravani/media_set?set=a.10203159672494998.1073741840.1303046103&type=1
·     http://www.dimensionidiverse.it/gallerie/Mani-1marzo2014/
·     http://www.flickr.com/photos/cantiere_centro_sociale/12859489204/

Articoli
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2014/03/01/1033010-corteo-diritti-immigrati.shtml

Lista adesioni a “Milano senza frontiere”

Ssp ReteScuole Senza Permesso
Bala'fonOnlus
CoordinamentoArcobaleno Di Milano E Provincia (Agedo, Ala Milano Onlus, Alziamo La Testa,Arcigay Cig Milano, Arcilesbica Zami, Arcobaleni In Marcia, Gaystatale, GruppoSoggettività Lesbica, Il Guado, Le Rose Di Gertrude, Renzo E Lucio, ReteGenitori Rainbow)
AssociazioneTodo Cambia
CooperativaAccesso
FederazioneDi Milano Partito Della Rifondazione Comunista/Sinistra  Europea
ConvergenzaDelle Culture
AssociazioneMondo Senza Guerre E Senza Violenza – Milano
Arci Como
ArciLombardia
Arci Milano
Asgi
AbarekàNandree Onlus
CoordinamentoStranitalia Alto-Milanese
Associazioneper i Diritti Umani
CoordinamentoNord Sud Del Mondo
DimensioniDiverse
AzioneCivile Milano
Associazione"Oltre i Confini"
PartitoUmanista
AllianzaPais Lombardia
Comitato NoMuos Milano
NagaAssociazione Volontaria di Assistenza Socio-Sanitaria e per i Diritti diCittadini Stranieri, Rom e Sinti
CentroSociale Il Cantiere
AssociazioneCasa delle Donne di Milano
AssociazioneUnAltroMondo Onlus
Progetto IO- Immigrazioni ed Omosessualita'
Tavoloimmigrati welfare" comune di Tradate (Va)
Action Milano-SportelloMigranti
Ya Basta!Milano
CentroSociale Casaloca
StessaBarca Milano
Associazionenazionale Prendiamo la Parola
MassimoGatti - Capogruppo in Provincia di Milano per Lista Civica Un'Altra Provincia
ListaCivica Un'Altra Provincia
AssociazioneAvanti Insieme
RedazioneMAHALLA
ForumImmigrazione del PD
Articolo54
Studio 3R
AssociazioneFILEF Lombardia - Scuola di Italiano e Sportello Stranieri
Le Radici eLe Ali
AnitaSonego-  Comune di Milano Capogruppo Sinistra per PisapiaLuciano Muhlbauer- Presidente Arci MilanoXSinistra Ecologia Libertà dell'area metropolitanamilanese
SISA Scuola
AssociazioneLa Libreria che non c'e' Legnano
NatasciaCambria Zurro (Messaggera di Silo)
GiuseppeMilanesi (Movimento Umanista)
RizlaDonnesenzafrontiere (Cremona)
Sofia(Arcipelago Cremona)
Aida(associazione incontro donne antiviolenza) Cremona

Primo Marzo antirazzista a Firenze: siamo tutti sulla stessa barca #1

Articolo di Chiara Del Corona su ilbecco.it

“La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti”
Nelson Mandela
Come tutti i primo marzo, ormai dal 2010 anche quest’anno la prima giornata di questo mese si è svolta all’insegna dei diritti dei migranti. La rete Primo Marzo, assieme a Prendiamo la Parola e alla Rete Antirazzista fiorentina, ha rinnovato la mobilitazione animando piazza dei Ciompi con interventi di vari relatori e con musiche e canzoni per ricordare a tutti noi, che, anche in tempo di crisi, o soprattutto in tempi di crisi, non bisogna smettere di lottare contro discriminazione, razzismo e disumanità, che è proprio forse in momenti come questi che rischiano d degenerare maggiormente. Ed è proprio quando si comincia a dire che “i diritti umani non sono la priorità – prima vengono il pareggio di bilancio, la crescita del PIL, il lavoro!” – che li si uccidono. I diritti
umani, di tutti, di qualsiasi minoranza, di chiunque sia vittima di soprusi e violenze (psicologiche, sociali, economiche, politiche o fisiche che siano) e di chi ad essi è maggiormente esposto e vulnerabile, dovrebbero essere all’ordine del giorno, presenti in qualsiasi agenda politica e ben stampati e radicati anche nelle nostre coscienze, non solo il primo marzo. I diritti, il rispetto dell’altrui dignità umana è sempre e comunque la priorità, lavoro e diritti non si devono mettere sul piatto della bilancia, essi si implicano tra l’altro a vicenda e l’uno è complementare all’altro. Il primo marzo è la giornata per ricordarci di ricordarci di chi è quasi invisibile in tutti gli altri giorni dell’anno, di chi grida ogni giorno ma come risposta il più delle volte riceve soltanto un rimbombante silenzio. Nonostante il freddo e un po’di pioggia l’iniziativa, molto riuscita, ha attirato verso di sé un bel numero di persone.
A coordinare l’iniziativa è stato Didier Arsene che dopo aver ricordato la Carta di Lampedusa ha scandito i vari interventi.
Il primo a parlare è stato Luigi Remaschi, vicepresedente dell’ANPI di Firenze, il quale è partito dal ricordo dei nostri partigiani che in nome di sogni e ideali di portata rivoluzionaria hanno lottato aspirando a un mondo migliore, un mondo che rigettasse qualsiasi forma di fascismo. L’ANPI è presente ogni volta che un diritto viene negato, quando c’è un’ingiustizia palese, una marginalità, una discriminazione, una violenza. Bisogna ritrovare la volontà, la forza, il coraggio di ridare vita, prospettiva e futuro a quella lotta che ha segnato la nostra storia in cui prevalse la speranza e l’aspirazione a un mondo diverso da quello del fascismo. E riaccenderla dunque, contro qualsiasi sistema, potere, comportamento, norma che lede la libertà e la dignità umana, per combattere qualsiasi forma – sottile e strisciante o palese che sia – di fascismo, per superare divisioni, le fratture e le emarginazioni e ricostruire, in questo caso a Firenze, un fronte che accomuni nella lotta e nel confronto, tutti quei soggetti antifascisti e antirazzisti, un fronte cosciente e consapevole del forte rischio che oggi sta correndo la democrazia, sempre più vituperata e fatta sbiadire lentamente e subdolamente.
A prender successivamente la parola è stato Emilio Santoro, membro di spicco del Centro di DocumentazioneL'altro Diritto, per parlare di diritto di voto e accesso alla cittadinanza. La cosa fondamentale di questi temi è larottura del nesso cittadinanza-nazionalità, a detta del professore di filosofia del diritto. Bisognerebbe andare in direzione di comunità “post nazionali” non identitarie, costruire società solidali di persone che vivono insieme e non più verso ovattare e serrate identità nazionali che respingono l’ altro. Nello stesso tempo dobbiamo tenere bene a mente la seconda parte dell’articolo tre della nostra Costituzione, il quale dopo aver affermato che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, dichiara anche che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Dunque è proprio la nostra Costituzione (anche se spesso la lasciamo impolverare nel fondo di un cassetto) che stabilisce che la partecipazione politica, e quindi il diritto di voto, e quella economica e sociale sono un diritto imprescindibile per chiunque lavori nel nostro paese. La prospettiva, continua Santoro, va rovesciata, ribaltata: è proprio la possibilità di partecipare politicamente, che permette di difendere le proprie condizioni di lavoro, dunque il lavoratore e non tanto il cittadino devono avere la possibilità di esprimersi col voto, per non esser del tutto impotenti e disarmati contro chi attenta anche alle loro stesso condizioni di lavoratori. Da venti anni stiamo tradendo la Costituzione che hanno stilato i nostri padri costituenti e impediamo che i migranti, che nel nostro paese lavorano – anche se il più delle volte appunto, a condizioni disumane e di sfruttamento, se non di schiavismo – e fanno crescere la nostra economia, possano partecipare alla vita pubblica, possano difendere i loro diritti di persone e di lavoratori. Il diritto politico permette di compensare le debolezze strutturali del mondo del lavoro, che è sempre più schiavistico a causa dello schiacciante sistema di potere economico e delle politiche che regolano questo mercato. E non solo votare alle comunali, ma alle regionali, che è un livello fondamentale di partecipazione politica. Se rifiutiamo questi diritti, se rigettiamo il privilegio di una società multietnica e culturalmente globale resteremo degli italiani provinciali chiusi e tagliati fuori dal futuro del mondo.
Per alleggerire e rallegrare l’atmosfera – e riscaldarla! – il coro di tutte donne, LeMusiQuorum, coordinato e diretto da Maria Grazia Campus ci ha deliziato con le loro voci e le loro canzoni tradizionali – da “mamma mia dammi cento lire fino a “bella ciao” – per rammentarci, anche musicalmente, che proveniamo anche noi italiani da una lunga tradizione ed “epopea”di gente migrante.
L’iniziativa è poi ripresa con l’intervento di Andrea Bartoletti, un ragazzo che fa parte dell’organizzazione no profitWorld Merit, la quale ha sede ufficiale nel Regno Unito ma si propone come associazione a carattere internazionale, dato che fornisce l’opportunità di confrontarsi e portare avanti battaglie e temi di portata globale, tra i quali appunto, anche i diritti dei migranti. Andrea insiste sull’importanza di legare l’attivismo locale al livello globale. In Italia purtroppo, continua Bartoletti, manca una forte volontà politica di migliorare le condizioni di queste persone, perciò è ancora più importante un impegno su larga scala. Nel 2014 l’Unione Europea ha elaborato una politica di vicinato, con l’obiettivo di superare le divisioni tra i paesi dell’UE e i paesi limitrofi, in direzione di una maggiore cooperazione e integrazione che vada oltre le tradizionali relazioni di interesse meramente economico. La politica di vicinato permette offre infatti ai paesi vicini – come ad esempio quelli del sud del Mediterraneo – oltre che ad un potenziamento delle relazioni commerciali, una più significativa partecipazione al mercato interno dell’UE, un miglioramento dell’interconnessione con l’Unione (ad esempio nel settore dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni), la possibilità di partecipare ad alcuni programmi dell’UE ed una maggiore assistenza finanziaria e tecnica.1. Il punto che però è importante sottolineare è che per entrare a far parte di questa politica di vicinato, i paesi limitrofi in questione devono essere sicuri, ovvero rispettosi dei diritti e della dignità umana. Nel 2008 la Commissione Europea ha classificato come sicuri Libia, Marocco e Tunisia.
Andrea conclude poi l’intervento ribadendo che l’attivismo non deve cadere nell’arida autoreferenzialità ma sviluppare il senso di solidarietà e appartenenza che vada oltre i confini nazionali e ricorda l’ultima iniziativa promossa da World Merit: 120 dei suoi membri più meritevoli avranno l’opportunità di incontrarsi a Liverpool e a Londra per confrontarsi sul tema delle pari opportunità e sulla difesa dell’ambiente, creando una piattaforma di dibattito, proposte e progetti che poi l’anno successivo verranno presentati a New York. Iniziativa importante che attraverso l’impegno, il dialogo, il confronto e la progettualità offre la possibilità di dare delle risposte concrete a tematiche urgenti.
La successiva relatrice è stata Francesca Scarselli, di MEDU – Medici per i Diritti Umani – organizzazione che si occupa del diritto alla salute ma che si integra con altri movimenti (casa, acqua ecc..). In Italia MEDU porta ora avanti due progetti: Porti Insicuri e Arcipelago CIE. Porti insicuri è frutto di un monitoraggio portato avanti dall’organizzazione sulla riammissione di bambini e adulti stranieri dai porti dell’Italia a quelli della Grecia. Grazie a questo progetto MEDU riporta i risultati delle indagini svolte in Italia e in Grecia tra aprile e settembre del 2013, durante le quali l’associazione ha raccolto le testimonianze dirette di 66 migranti, la maggior parte provenienti dall’Afghanistan e dalla Siria, che hanno confermato di esser stati respinti dall’Italia alla Grecia.  In totale sono state documentare 102 respingimenti, di cui 45 solo nel 20132. Questi cittadini stranieri che sbarcano nei porti di Venezia, Ancona Bari, Brindisi vengono rispediti in territorio ellenico in base ad un accordo intergovernativo sulla riammissione stipulato tra i due paesi nel 1999. L’Italia dovrebbe tutelare, nelle sua politica di contrasto all’immigrazione irregolare, il rispetto e i diritti dei migranti, dei rifugiati, dei richiedenti d’asilo e dei minori non accompagnati, che non solo affrontano i pericoli della traversata o appena sbarcati nel nostro paese vengono gettati come merce scaduta nelle gabbie dei CIE dove vengono trattati peggio delle bestie, ma vengono pure rispediti in Grecia come si trattasse di prodotti, anziché di esseri umani. Emerge invece dalle testimonianze e dalle documentazioni una sistematica violazione di diritti fondamentali come il diritto all’informazione, all’effettivo ricorso, all’orientamento legale, il diritto ad avere un interprete… molti di questi “respinti” hanno cercato inutilmente di comunicare alle autorità italiane la propria richiesta di protezione e di poter rimanere in Italia, ma senza ottenere alcuna risposta. Vengono così caricati come bauli sulle navi che li sbattono sulle coste elleniche senza che neanche venga data loro la possibilità sacrosanta di un accesso a operatori sociali. Quello che MEDU chiede al governo italiano è la fine di questi respingimenti forzati e che a coloro che giungono alle nostre frontiere adriatiche venga assicurato un reale accesso al territorio nazionale e una reale protezione. 
Il progetto Arcipelago CIE, partito nel 2004 si occupa invece del monitoraggio di questi centri di identificazione ed espulsione – nei quali, sappiamo, i migranti, rifugiati, richiedenti d’asilo possono restare fino a 18 mesi, in condizioni devastanti, umilianti e degradanti – recinti veri e propri in cui vengono ammassati coloro che mettono piede in terra nazionale che vivono lì un limbo infinito che viola qualsiasi dignità umana. Sono centri che non sono da riformare, bensì da chiudere del tutto, definitivamente. L’ultimo rapporto fornito da MEDU , del 2013, riguarda il CIE di Trapani Milo e riporta una situazione raccapricciante: assenza di servizi e beni di prima necessità, mancano detersivi, biancheria intima, carta e penne, carenza di farmaci e strumentazione sanitaria, mancanza di attività ricreative o formative, assenza del servizio sanitario nazionale il cui accesso è negato a queste persone, molte delle quali tentano la fuga o il suicidio. Attraverso alcuni colloqui emergono casi veramente duri: per esempio quello di un tunisino di 53 anni con un disagio e un malessere psicologici talmente forti da impedirgli le cure essenziali della propria persona; oppure quello di un altro tunisino di 30 anni con gravi problematiche disfunzionali agli arti superiori che durante i tre mesi di trattenimento ha tentato il suicidio per ben due volte.
Senza contare, oltretutto che questi Centri – ma sarebbe meglio chiamarle gabbie – hanno un ingente costo per il paese, sebbene sia impossibile accedere ai costi reali di manutenzione e ristrutturazione (??!) che questa macchina diabolica e infame macina a nostre spese – economiche – e soprattutto a quelle – vitali – di coloro che rinchiude entro sé. Gli unici costi pubblici sono quelli forniti dal Ministero sugli appalti dei gestori, costi che però ovviamente sono riportati al ribasso. La parola ancora una volta deve passare alla politica, che deve smettere una volta per tutte di fare orecchie da mercante, di restare cieca e indifferente, sorda e muta di fronte a violazioni umane così gravi. MEDU chiede la totale chiusura di questi ignobili centri a un accesso reale al servizio sanitario nazionale.
Dopo questo intervento che ha fatto scendere tristezza e rabbia per questa tragica situazione a cui assistiamo inerti e a cui la politica assiste senza muovere un dito per fortuna sono intervenuti i Fiati sprecati, che hanno ravvivato la serata con le loro potenti musiche suonate da trombe, tromboni, clarinetti, sassofoni, flauti percussioni che come dicono loro son “Un pezzo di popolo che per il popolo fa musica, diverte, disturba e fa pensare”, facendo scoppiare di vita la piazza con tutta la loro ridente energia.
Dopo questo piacevole stacco musicale prende la parola Luigi Tessitori, dell’ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici dell’Immigrazione, attiva dal 1990 – che ha puntato il dito contro l’ignobile Bossi-Fini. È sbalorditivo che è ben da 15 anni che stiamo governando con una legge simile – basterebbe anche solo prendere in considerazione le “geniali” e “aperte” menti che l’hanno partorita per capire la sua inefficacia e la sua intolleranza! – ricordando anche la mamma di questa legge, la Turco- Napolitano del 98. “Grazie” a queste leggi – ma la Bossi-Fini è ancor peggio – più di 2 milioni di persone straniere che hanno trovato lavoro in Italia ancora non hanno ottenuto il permesso di soggiorno, il che è al limite del paradossale. Questo fa comprendere come essa sia totalmente inidonea e inadeguata nel suo stesso fine di regolare e governare il fenomeno dell’immigrazione. Ci sono state ben 4 sanatorie dal 98 ad oggi, proprio perché essa non fa che produrre clandestinità e irregolarità consuete. Ormai non la criticano neanche più soltanto i politici di sinistra, ma persino quelli di destra!
Tessitori spiega poi che l’ASGI, associazione che coinvolge professori universitari, avvocati, esperti di diritto, magistrati, ha stilato un piano di 10 punti che comprendono la necessità immediata di riforme che cambino la logica della politica d’immigrazione a cominciare dall’ingresso di queste persone; reintrodurre meccanismi di sponsor già esistenti con la legge Martelli dell’89 e una norma di regolarizzazione aperta: che sia il lavoro a permettere il permesso di soggiorno e non il contrario. Un altro punto è la totale chiusura e abrogazione dei CIE affermando con vigore come sia intollerabile che esistano nella “civilissima” Italia simili strutture che vanno abrogate e chiuse del tutto. Oltretutto una persona trattenuta in questi luoghi costa allo Stato italiano un euro ogni giorno di permanenza; un reale accesso all’asilo politico; la chiusura dei centri Cara, un netto rifiuto alle politiche discriminatorie e a quelle che impediscono a queste persone l’accesso alle risorse pubbliche e ai diritti basilari. Prima dell’attuale governo Renzi, almeno una riforma sulla cittadinanza e il diritto di voto era stata messa in agenda e adesso non si sa più che fine abbia fatto, se non accennare a “uno ius soli temperato”, che sa molto di presa per i fondelli.
1 dati presi dal sito della Commissione Europea
2 dati del sito di MEDU


sabato 1 marzo 2014

Verso lo sciopero migrante del primo marzo. Intervista a Elisa Cesan su Amisnet

http://amisnet.org/agenzia/2014/02/28/verso-lo-sciopero-migrante-del-primo-marzo-intervista-elisa-cesan/