Uniti contro la crisi e contro i licenziamenti etnici
Primo Marzo 2011 Pordenone
Il Comitato Primo Marzo di Pordenone ha organizzato un incontro presso il Centro servizi volontariato per discutere in particolare dei diritti dei lavoratori immigrati in tempo di crisi. Non c’erano infatti le condizioni per realizzare una manifestazione di piazza, dopo il successo di una recente manifestazione degli stranieri a Pordenone sabato 5 febbraio.
Si è scelto di porre l’accento sul lavoro in seguito alla proposta del capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale Danilo Narduzzi: in vista degli esuberi annunciati da Electrolux (circa 600 persone tra gli stabilimenti di Susegana e Porcia), il leghista proponeva di licenziare prima tutti gli stranieri e solo in seguito gli italiani. Fortunatamente altri politici anche di centrodestra, compreso il presidente della Regione Veneto Zaia, hanno bocciato la proposta.
All’incontro del primo marzo sono intervenuti: Roberto Zaami, segretario provinciale della UIL, Carla Franza della CGIL e il vicepresidente della Provincia, il leghista Eligio Grizzo. I sindacalisti hanno sottolineato il diritto al lavoro per tutti, mentre Grizzo ha sottolineato la necessità di avere un lavoro per poter restare in Italia e non dover «fare l’elemosina ai Servizi sociali».
Il leghista ha sottolineato che il piano per l’immigrazione della Provincia va proprio nella direzione di dare un aiuto per il lavoro, tuttavia questo piano è stato ritenuto discriminatorio dall’UNAR, l’Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in quanto la Provincia ha inviato agli immigrati lettere in cui si invitava a presentarsi a uno sportello dell’ente e in caso lo straniero non si fosse presentato, sarebbe stato segnalato alla Questura (http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2010/10/22/news/l_unar_discriminazione_a_pordenone-8334705/index.html?ref=search). Grizzo ha affermato: «L’Unar non può decidere per noi, perché siamo noi che governiamo il territorio».
Si è fatto notare come la Lega abbia spesso utilizzato il tema dell’immigrazione per fomentare la paura, collegato alla criminalità.
La delegata CGIL ha sottolineato i dati Caritas che mettono in evidenza quale sia il contributo degli stranieri per il benessere dell’Italia. Oggi, data la crisi e la mancanza di lavoro, gli immigrati invece vengono spesso considerati un peso a carico della collettività e non si pensa ad esempio ai contributi pensionistici versati da molti immigrati oggi disoccupati. In molti tornerebbero volentieri a casa loro, se potessero avere tali contributi, come avviene per chi ha lavorato in altri paesi europei come la Francia, la Gran Bretagna, etc.
Nel corso del dibattito si è parlato anche dei diritti delle nuove generazioni: tutti, compreso Grizzo, concordano che sarebbe auspicabile che chi nasce in Italia avesse la cittadinanza di questo paese e non quella dei suoi genitori. Abdou Faye, della CGIL regionale, ha sottolineato infatti che, mentre le prime generazioni di immigrati si sono adattate a fare i lavori più umili, anche perché si sentono ospiti in Italia, i giovani cresciuti qui avranno un atteggiamento diverso e su di loro bisogna puntare se si vogliono evitare scontri come quelli che avvengono nelle banlieue francesi.
Infine si è sottolineato che negli ultimi anni, con l’amministrazione Tondo di centro-destra, sono stati drasticamente ridotti i fondi dedicati dalla Regione Friuli VG alla cooperazione decentrata: ciò non favorisce la creazione di condizioni di vita vantaggiose nei paesi d’origine degli immigrati. Grizzo si è detto d’accordo con la necessità di investire per lo sviluppo dei paesi di provenienza degli stranieri, «io sono per il neocolonialismo», ha detto.
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