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La rivolta dell'acqua fatta dagli stranieri a Bergamo diventa un fiume in piena

sabato 5 dicembre 2009

La rivolta dell'acqua diventa un fiume in piena
Zingonia, la Bas chiude i rubinetti: palazzoni a secco. Decine si riversano in strada, alta tensione e traffico in tilt Quattro anni di bollette non pagate, un debito da 397 mila euro. La mediazione del sindaco di Ciserano apre spiragli
Gridavano «acqua, vogliamo l'acqua». Ieri sera, dopo le 18, hanno bloccato la strada provinciale Francesca per una ventina di minuti. Ieri mattina la Bas ha chiuso i rubinetti a cinque dei sei condomini Anna e Athena perché dal 2005 non vengono pagate le bollette (il debito ammonta a più di 397 mila euro), e la protesta è scesa in strada.
SDRAIATI SULLA STRADA Le 150 famiglie, per la stragrande maggioranza di extracomunitari, che vivono nelle cinque torri si sono infatti ritrovate senz'acqua nei loro appartamenti fin dalle prime ore del mattino. Per tutto il giorno i condomini sono stati costretti a prelevare l'acqua dalle due fontanelle (una fuori dagli Athena, l'altra dagli Anna) installate dalla Bas per garantire l'approvvigionamento, mentre i tombini del cortile si sono trasformati in latrine a cielo aperto. Ma con il passare delle ore la situazione, anche dal punto di vista igienico, è diventata sempre più drammatica. Ore di tensione, con cassonetti dei rifiuti rovesciati e urla sempre più alte. Attorno alle cinque di sera una folla di condomini - uomini e donne con bambini al seguito - si sono ritrovati in via Monaco, parallela di corso Europa, dove hanno bloccato la strada e urlato tutta la loro rabbia («Acqua, vogliamo l'acqua») sventolando i secchi vuoti in mano. Poi si sono spostati in corso Europa, particolarmente trafficato a quell'ora. Il gruppo si è messo sulle strisce pedonali, c'è chi si è anche sdraiato per impedire alle auto di passare. IN CAMPO IL SINDACO Una mamma senegalese con il bambino in braccio, particolarmente battagliera, si è messa a urlare: «Da qui non mi sposto finché non mi date l'acqua». È rimasta ferma, immobile, impedendo anche a un bus di linea di passare. Poi il corteo si è spostato sulla Francesca: la provinciale è stata bloccata e il traffico è andato letteralmente in tilt. Erano presenti i carabinieri della stazione di Zingonia - agli ordini del maresciallo Gerardo Tucci - i carabinieri di Treviglio - con il comandante Giulio Modesti -, una pattuglia della polizia stradale di Bergamo e un ispettore della questura. Intorno alle 18 il gruppo si è diviso: parte ha continuato a tener bloccata la Francesca, altri si sono spostati in via Monaco, per ostruire anche la strada utilizzata dalle auto per evitare il blocco. La Francesca è rimasta paralizzata per una ventina di minuti, poi sono iniziati i colloqui con i comandanti Tucci e Modesti. Il blocco è stato tolto dopo che il sindaco Ciserano, Enea Bagini, si è reso disponibile a un incontro con i condomini per cercare una soluzione al problema.
«COPRIRE ALMENO L'ULTIMO ANNO» Una quindicina di inquilini si sono quindi spostati in municipio, ma i disordini non sono finiti. È stata rotta una delle due fontanelle posizionate dalla Bas fuori dalle torri, e sono dovuti intervenire i tecnici comunali per sistemarla. Il sindaco - che aveva aveva ordinato docce e bagni chimici da mettere fuori dai palazzi per far fronte all'emergenza - ha chiamato l'azienda bresciana che doveva fornirli, avvertendola di non portarli più perché alcuni residenti avevano minacciato di incendiarli. Al termine della riunione si è deciso che i condomini cercheranno di racimolare almeno una cifra pari all'insoluto dell'ultimo anno (somme che vanno dagli ottomila ai 22 mila euro a seconda degli stabili) per tentare di convincere la Bas a ripristinare l'acqua. «I soldi raccolti finora non sono sufficienti, si deve fare uno sforzo maggiore», ha detto Bagini. E oggi la delegazione dei residenti e il primo cittadino si incontreranno di nuovo per fare il punto della situazione.
L'APPELLO Intanto, sul taglio dell'acqua prende posizione anche Rifondazione comunista: «Si tratta di una decisione disumana », scrivono il segretario della Federazione di Bergamo, Ezio Locatelli, e Francesco Moro, della sezione di Ciserano. «Numerosi e gravi sono i problemi che da anni vive questo quartiere - sottolineano i due esponenti del Prc -, ma non è certamente questo il modo di affrontarli. Il provvedimento della Bas costituisce in tutta evidenza una fonte di grave rischio igienico-sanitario per le decine di famiglie coinvolte e che già da tempo vivono peraltro in una condizione particolarmente disagiata. Chiediamo al prefetto di Bergamo, al sindaco di Ciserano, alla Bas e a tutte le autorità preposte che venga riattivata subito la fornitura dell'acqua potabile». Patrik Pozzi

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