Nell’ultimo
ventennio la provincia di Foggia è diventata città di frontiera per migliaia di
migranti di tutto il mondo e i conflitti sociali legati al fenomeno delle
migrazioni si sono aggiunti a quelli già esistenti. Lo sfruttamento, il lavoro
nero, il caporalato, il sotto-lavoro e, in moltissimi casi, la schiavizzazione dei
migranti, si devono a una mentalità diffusa nel mondo imprenditoriale –del
grande e del piccolo datore di lavoro- che non risparmia gli autoctoni.
Come
in tutti i territori di frontiera colpiti da gravi problemi sociali ed
economici, (si pensi a Palermo o a Napoli), anche nella provincia di Foggia, sono
tanti i migranti e gli italiani che condividono la medesima situazione di
disagio. Molti migranti sono soggetti a forme di illegalità, ricatti, minacce
che molti italiani sono abituati a sopportare da anni. Ad oggi, possiamo
individuare nella provincia di Foggia meccanismi di corruzione di vario genere:
un migrante appena arrivato da queste parti, mediante una catena
clientelistica, può ottenere un plico contenente al suo interno contratto di
locazione, contratto di lavoro e permesso di soggiorno, pagando dai 3.000 ai
10.000 euro, secondo l’andamento della borsa nera, mentre molti migranti
lavorano in condizioni disumane. Questo meccanismo ricalca quello già adottato
dagli autoctoni, come ad esempio l’acquisto di posti di lavoro e/o di contratti
fasulli per ottenere il sussidio di disoccupazione.
D’altra
parte, i conflitti legati al fenomeno delle migrazioni non concernono soltanto
la questione del lavoro, ma anche le problematiche dell’istruzione, delle pari
opportunità, della prostituzione, dei matrimoni bianchi, e quindi della
condizione delle donne e dei bambini migranti.
Bisogna
dire, e dirlo con determinazione, che le tante, diverse e incalcolabili
situazioni drammatiche, sono favorite da una cronica inerzia da parte delle
autorità competenti nel garantire i controlli necessari e le forze politiche
locali nel realizzare le politiche sociali adeguate. Sebbene negli ultimi anni
si sia assistito a una crescita di coscienza di tali problematiche, e in
special modo da parte del mondo associazionistico e cooperativistico, c’è
ancora molto da fare.
Per
questi motivi, alcuni attivisti del mondo del volontariato hanno accolto con
entusiasmo l’appello della Rete “Primo Marzo–Sciopero degli stranieri” (v.
allegato) alla mobilitazione nazionale, invitano alla riunione organizzativa
della manifestazione a Foggia, quanti, come singoli e/o come gruppi
organizzati, hanno a cuore l’ideale di una società in cui la convivenza tra
migranti e autoctoni possa realizzarsi nel segno di un percorso comune, pacifico,
verso la dignità umana.
L’incontro
si terrà nella sede del “Centro C.O.S.E. -Cultura Occupazione Società
Educazione”, in via del Salice 45, nei pressi della scuola Nicola Parisi, di
fronte al centro polivalente per anziani Palmisano, Martedì 25 febbraio, a partire dalle 19.30. Saremmo lieti di poter accogliere almeno un portavoce di
ogni organizzazione.
Per
il primo marzo, tra le varie proposte c’è quella di un “pacifico”
raggruppamento davanti al pronao della villa comunale o quella di corteo per il
centro cittadino con varie pause (stazione ferroviaria, villa comunale, zona
pedonale, provincia, prefettura), e l’idea che ogni manifestante indossi una
maglia e/o una bandiera di una nazionalità qualunque. Naturalmente non possono
essere ammesse bandiere e simboli di partiti e movimenti politici in competizione
per le imminenti elezioni. Sono invece graditi fischietti, striscioni
rivendicanti i “diritti e la dignità per tutti”, volti dipinti di nero, slogan
da cantare insieme, ecc.
Purtroppo
i tempi sono brevi.
In
serata, il centro COSE, sito nei Quartieri Settecenteschi, a meno di “cento
passi” dalla sede di “Casa Pound”, vorrebbe organizzare un aperi-cena con cous
cous + film rappresentativo, eventualmente “Là-bas –Educazione criminale”,
ispirato alle tristi vicende di Rosarno nel gennaio 2010, a seguito del quale è
nato il movimento “Primo Marzo 2010 –Sciopero degli stranieri”. Se qualcuno
sapesse devo reperire questo film, sarebbe gentile se ci informasse.
Ogni
altra proposta è benvenuta.
Chi
non potesse venire e volesse però collaborare alla diffusione, può stampare il
volantino dell’iniziativa locale apponendo il proprio logo o denominazione e la
formula “PRIMO MARZO –Sciopero degli stranieri”, e l’appello del PRIMO MARZO,
oppure creare e diffondere un proprio volantino di adesione alla manifestazione, dandocene
comunicazione.
Ci
interessa creare una prima occasione per un cammino comune di migranti e
italiani nella provincia di Foggia, i cui conflitti sono noti a tutti, e nella
più ampia rete nazionale e comunitaria.
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