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Rondini e ronde*

lunedì 8 marzo 2010


La sigla è di quelle che più anonime non si può. Ma dietro il ddl 733 B si cela una delle leggi tra le più retrive pensate dal governo Berlusconi, cinicamente detta “pacchetto sicurezza”.
Dal 2 giugno 2009, giorno della sua entrata in vigore, la clandestinità è un reato penale. Fuggire da un Paese in guerra, dalle torture, dalla fame e scegliere l’Italia come approdo porta dritti in quei lager che sono i Centri di identificazione ed espulsione. Oppure in galera.
I racconti contenuti in questa antologia sono stati scritti da autori migranti e italiani. Voci, culture, pensieri diversi levati contro una politica razzista che non può e non deve avere la meglio sul nostro futuro. Impensabile senza immigrati. E senza l’arricchimento che scaturisce dal confronto tra diverse culture.
Racconti di:
Julio Monteiro Martins, Pina Piccolo, Daniele Barbieri, Tahar Lamri, Milton Fernàndez, Mihai Mircea Butcovan, Giuseppe Calabrese, Raffaele Niro, Zhanxing Xu, Claudiléia Lemes Dias, Susanne Portmann, Helene Paraskeva, Jorge Canifa Alves, Marina Sòrina, Ismail Ademi, Leonardo Tondelli, Rosana Crispim Da Costa, Božidar Stanišić, Raphael d'abdon, Paolo Buffoni Damiani.
Prefazione di Jean-Léonard Touadi:
«Presentarsi agli altri, gentilmente; poi con un sorriso-maschera cortese ripetere due, tre volte il proprio nome e cognome, esotici perché non italiani. [...] Ci sono però immigrati che, oltre a presentarsi in modo borghese, potrebbero fare altre scelte, soprattutto come testimoni della Storia. Un giovane colombiano di nome Alvaro potrebbe presentarsi come colui che ha vissuto l’uccisione di tutti i suoi nove familiari, ed è riuscito a fuggire perché voleva vivere malgrado tutto; un kurdo di nome Jusef e sua moglie Aisha come coloro che su una zattera di gomme di auto usate sono riusciti a raggiungere l’altra sponda di un grande fiume in Iraq e a salvarsi dai loro persecutori».

* Rondini e ronde è pubblicato da Mangrovie Edizioni, una casa editrice che ospita le opere di scrittori stranieri che hanno scelto la lingua italiana per esprimersi, facendo lo sforzo di uscire da sé, dal rifugio protetto e proteggente della propria lingua madre per raccontare andando presso l'altro, innanzitutto con la lingua. Essi dunque, migrano prima di tutto tra le lingue che vuol dire anche migrare tra i mondi. Con le loro scritture che ri-creano il nostro italiano ci consegnano i mondi diversi che loro abitano.

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