La giornata del 1° Marzo, giunta alla sua terza edizione, rappresenta un momento di impegno e di lotta contro ricatti e sfruttamento, una mobilitazione unitaria di migranti e “autoctoni” che mette al centro il lavoro in quanto terreno di lotta per affermare i diritti di tutti e di tutte: diritto a vedersi riconosciuta la propria identità personale e sociale, diritto ad esercitare la libertà di scelta, diritto alla diversità.
Nel nostro
paese si sta diffondendo un clima di intolleranza razzista e di
discriminazione, una cultura, anche istituzionale, che addita nei
migranti la causa di molti nostri problemi economici e sociali,
problemi che pesano in primis proprio sui cittadini stranieri, come
sulle fasce più fragili ed esposte della società.
Le leggi
emanate negli ultimi anni (in particolare la Bossi-Fini, ma anche il
cosiddetto pacchetto-sicurezza), l’azione di alcune forze
politiche, il comportamento di parte dei media, con la diffusione di
allarmi ingiustificati e l’uso di un linguaggio spregiativo, hanno
dato un contributo determinante al diffondersi di una situazione
pesantemente discriminatoria.
E’ in
questo clima che maturano episodi di aggressioni violente, come i
tragici fatti del 13 dicembre a Firenze: non un gesto di follia, ma
il prodotto di una cultura politica fascista e razzista, che inneggia
alla prevaricazione, alla violenza, alla differenza fra “razze”.
I cittadini
stranieri sono spesso sottoposti a condizioni di pesante disagio su
più fronti, dalla casa al lavoro, all’accesso ai servizi e alle
istituzioni scolastiche. I lavoratori e le lavoratrici immigrati, pur
rappresentando una risorsa determinante per la nostra società, non
solo vengono retribuiti meno degli italiani, ma si trovano
costantemente in condizioni di fragilità e di ricattabilità e
pagano più di tutti il prezzo della crisi: migliaia di loro
rischiano di perdere, insieme al lavoro, anche il permesso di
soggiorno, e dunque il diritto a rimanere nel posto che hanno scelto
per vivere, mentre coloro che non hanno il permesso vengono
criminalizzati con l’etichetta di “clandestino”, e consegnati
quindi nelle mani di chi, agendo nella più totale illegalità e
impunità, sfrutta il lavoro nero.
E’
vergognoso che lo stato italiano abbia incamerato i soldi versati dai
migranti per una sanatoria che si è rivelata una truffa a cui ancora
non si è posto rimedio: non solo è assente una politica
dell’accoglienza che riconosca a tutti il diritto a vivere
dignitosamente, ma proprio dall’immigrazione si cerca di trarre il
massimo vantaggio a favore di un sistema economico che continua a
rastrellare risorse nelle fasce più deboli della popolazione. Come è
vergognoso che l’attuale governo, nonostante le dichiarazioni in
merito, non abbia trovato la volontà e la capacità di cancellare
l’odiosa norma che impone una tassa sul permesso di soggiorno: un
altro provvedimento legislativo di marca razzista, che insiste nel
discriminare le persone in base alla loro provenienza.
Rimane
tuttora non risolta la questione della cittadinanza: a centinaia di
ragazze e ragazzi nati o cresciuti in Italia non vengono riconosciuti
gli stessi diritti dei loro coetanei, e viene loro sottratta in
questo modo la possibilità di progettare la propria vita. A famiglie
che vivono in Italia da anni, dando il loro contributo di lavoro e di
idee, viene negata la possibilità di scegliere attraverso il voto i
propri rappresentanti, cioè di partecipare a pieno titolo alla vita
democratica e civile del paese.
Incompiuta
rimane anche l’accoglienza della cosiddetta “Emergenza Nord
Africa”, durante la quale migliaia di persone fuggite dalla guerra
sono giunte nel nostro paese e, sia pur in mancanza di un
coordinamento efficace e contro le volontà di respingimento, sono
state accolte da molte realtà territoriali, ma in seguito non hanno
potuto usufruire di una protezione umanitaria e ancora rimangono, a
distanza di un anno, nel limbo di una richiesta di asilo dall’esito
incerto.
La Carta
Mondiale dei migranti, approvata nel febbraio 2011 a Gorée, frutto
dell’ esperienza migratoria e del confronto di tanti uomini e
donne, sancisce la libertà delle persone di potersi muovere
liberamente nel pianeta e la necessità che la piena cittadinanza sia
riconosciuta in base alla residenza e non alla nazionalità; si
tratta di principi fondamentali, proclamati per la prima volta dai
protagonisti stessi dei movimenti migratori, e con questi gli Stati
si devono confrontare.
Il 1°Marzo
deve essere un momento di mobilitazione di tutte le forze
democratiche e antirazziste, associazioni, istituzioni, partiti,
movimenti, per dire NO con forza allo sfruttamento del lavoro
migrante, al razzismo politico, ai comportamenti discriminatori delle
istituzioni, e per affermare i diritti sanciti dalla nostra
Costituzione per tutte le persone che vivono nel nostro paese:
diritto al lavoro, alla casa, all’istruzione, diritto di asilo,
diritto alla libertà di espressione.
Firenze ha
espresso con forza il suo rifiuto del razzismo e della violenza, con
la grande manifestazione del 17 dicembre, che ha visto in piazza
18.000 persone, in risposta al brutale attacco alla convivenza civile
e alla vita stessa dei migranti.
Invitiamo
dunque tutte le realtà che sono espressione del tessuto democratico
della nostra città e tutte le persone che credono nella costruzione
di una società di uguali a partecipare fin d’ora alla costruzione
della manifestazione che si svolgerà a Firenze nella giornata di
mobilitazione nazionale del 1°Marzo.
Comitato
Primo Marzo Firenze Rete Antirazzista Firenze
ADESIONI:
Rete
Antirazzista di Firenze
Missionari
Comboniani
Comunità
Senegalese in Toscana
Laici
Comboniani
Ass. Fuori
Binario
Ass.
Straniamenti
Ass. Tessere
culture Onlus
Ass. Rom
chiesa Valdese
ISF-Firenze
Ass. Altro
Diritto
Consiglio
degli Stranieri Calenzano
Comune di
Campi Bisenzio
perUnaltracittà
PD
metropolitano fiorentino
Meeting Point
Campi Bisenzio
Arci Ragazzi
L'Associazione Contigo
Peru
Ass. FAT (federazione
Africana in Toscana)
Ass. Filo Rosso
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