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Bologna senza permesso, resoconto della giornata

lunedì 21 febbraio 2011

Riceviamo dal Coordinamento Migranti di Bologna e pubblichiamo con molto piacere. A questo link è possibile vedere le immagini relative alla giornata.
«Si è svolta ieri la Giornata Senza Permesso, organizzata dal Coordinamento Migranti Bologna e provincia per discutere delle lotte dei migranti e lanciare la mobilitazione verso il primo marzo 2011. Oltre trecento persone hanno partecipato nel corso della giornata, iniziando ad arrivare fin dal mattino quando uno spettacolo per bambini ha aperto di fatto l'iniziativa. Prima del pranzo, sono stati proiettati video e immagini dello scorso primo marzo a Bologna e della manifestazione del 13 novembre, quando ancora una volta in migliaia, migranti e italiani insieme, abbiamo manifestato contro la legge Bossi-Fini e il razzismo istituzionale, per i diritti di tutte e tutti. Oltre a questi, sono stati proiettati alcuni contributi sulle lotte in Nord Africa, una situazione poi tornata in molti momenti della giornata. Non solo perché molti migranti provengono da quei paesi, ma perché da quelle lotte viene una grande spinta per fare di questo primo marzo una giornata di libertà. Molti di questi paesi sono responsabili tanto come l'Italia e l'Unione Europea delle politiche transnazionali sulle migrazioni, i cosiddetti accordi di riammissione si basano su dittatori pronti a reprimere i migranti e respingerli nei centri di detenzione per conto dell'Unione Europea e, nel caso della Libia - ultimo paese ad infiammarsi - soprattutto dell'Italia. Non è un caso dunque che non appena si sono liberati da Ben Ali molti dalla Tunisia stanno tentando di raggiungere l'Europa. Il silenzio e la connivenza di oggi del governo italiano nei confronti prima di Ben Ali e poi dei massacri compiuti in Libia è l'altra faccia della repressione dei migranti portata avanti brutalmente in questi anni con l'appoggio dei governi italiani.
Dopo un'interruzione per il pranzo con il cous-cous tunisino (ribattezzato cous-cous della libertà dopo la cacciata del dittatore Ben Ali e il riso senegalese) decine di studenti di istituti bolognesi hanno animato un'assemblea su migranti e formazione e deciso di moblitarsi verso il 1 marzo, riconoscendo nella vicenda delle scuole Fioravanti un elemento centrale sia per la discussione che per la mobilitazione. Nel frattempo, in un fuori programma le donne discutono della legge Bossi-Fini e di affermare la loro visibilità nell'ambito del primo marzo e del movimento dei migranti e antirazzista. Decine di persone, tra le cento e le centocinquanta a seconda dei momenti, hanno poi partecipato all'assemblea generale di lancio del 1 marzo bolognese, dove si è però discusso delle prospettive generali del movimento dei migranti a partire dalle lotte dello scorso anno. Quelle stesse lotte che in tanti hanno appoggiato per poi oggi vedere con sospetto lo sciopero del primo marzo, evocando scioperi "etnici", come se scioperare contro la Bossi-Fini fosse una questione corporativa. Ieri è stato invece ribadito che i migranti hanno qualcosa da dire e da chiedere a tutto il movimento: il razzismo istituzionale non è un nemico tra tanti, ma una sfida discriminante per tutte le lotte, un'ipoteca che tutti devono respingere. La libertà di movimento, la fine del ricatto della Bossi-Fini, la regolarizzazione di tutti coloro che hanno lottato contro la sanatoria truffa sono punti che non possono essere ignorati. Di questo ci hanno parlato Jimmy dell'Associazione Diritti per Tutti di Brescia, uno dei protagonisti diretti della lotta della gru, egiziano. Jimmy ha raccontanto che la lotta iniziata a Brescia continua, e si tratta di una lotta per i diritti per tutti, ma ci ha anche ricordato che a piazza Tahrir, al Cairo, erano migliaia i migranti, provenienti da tutta l'Africa, che si sono uniti alle lotte contro il regime di Mubarak. Sono poi intervenuti Edda e Jorge degli Immigrati Autorganizzati di Milano, testimoni della lotta della torre di via Imbonati, Imdadul del Coordinamento Migranti Basso Mantovano che ha ricordato come il ricatto contro i migranti attuato dalla Bossi-Fini è stato il punto di partenza per cercare di imporre a tutti, oggi, precarietà e riduzione dei diritti come a Mirafiori, il Comitato NoPacchetto Sicurezza di Reggio Emilia che ha spiegato il percorso verso lo sciopero a Reggio Emilia, collettivi universitari bolognesi e numerosi altri.
Proprio lo sciopero è stato l'argomento verso questo primo marzo, un modo per affermare in modo ancora più forte queste rivendicazionii e per far capire che la condizione migrante investe tutto il lavoro e l'intera sfera dei diritti. E' dunque vero che senza i migranti sono possibili solo lotte parziali, e che il primo marzo è una sfida lanciata a tutte e tutti coloro che vogliono lottare contro i ricatti, per i diritti e la libertà di tutte e tutti. A Bologna la mobilitazione prosegue in questi giorni sia nelle scuole che nei posti di lavoro VERSO LO SCIOPERO: uno sciopero diverso, politico e precario, capace di coinvolgere tutte e tutti. La giornata si è chiusa, dopo un'anteprima nel pomeriggio, con il concerto del laboratorio hip-hop On The Move, che sarà in piazza il 1 marzo».
Nel corso della giornata è stato ricordato Noureddine, lavoratore ambulate marocchino morto a Palermo dopo essersi dato fuoco per protesta contro le ingiustizie che subiva. Un gesto simile a quelli che hanno datto il via alla rivolta tunisina. A Palermo il primo marzo sarà dedicato a Noureddine, dalla Giornata senza Permesso parte un segnale affinché la memoria di Noureddine, la sua protesta, spingano tutti ad essere determinati per la riuscita del primo marzo.
MARTEDI' PRIMO MARZO
SCIOPERO E MOBILITAZIONE DEL LAVORO MIGRANTE
CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI
PRESIDIO PIAZZA NETTUNO - BOLOGNA
a partire dalle
ORE 15.30

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