"Abbiamo provato a chiudere gli occhi, portando alla mente le parole di Robert Nesta Marley, la sua voce magnetica: "fino a quando il colore della pelle d'un uomo non avrà più valore del colore dei suoi occhi..." e ancora "fino a quando i diritti umani fondamentali non saranno ugualmente garantiti a tutti, senza distinzione di razza..." e ancora "alzatevi e ribellatevi per i vostri diritti, non abbandonate la lotta...".
Li abbiamo riaperti, ci siamo trovati davanti le immagini disperate di Rosarno e di tutte le Rosarno di cui siamo stati testimoni impotenti in questi anni: lo sfruttamento tremendo dei lavoratori migranti in troppi luoghi della penisola, gli attacchi ai campi Rom, Castelvolturno, il pestaggio di Parma, i cori infami negli stadi, e i soprusi, le ingiustizie quotidiane patite da gran parte dei migranti che hanno scelto l'Italia per costruirsi una vita nuova.
Negli anni, e non poteva essere altrimenti per un festival reggae che ha sempre guardato a "un altro mondo possibile", abbiamo tematizzato e denunciato, col contributo di autori come Laura Balbo, Don Ciotti, Moni Ovadia, Boris Pahor e tanti altri, il ritorno della bestia, il riemergere del razzismo; il suo diventare fatto quotidiano e accettato dal ventre profondo del Paese; addirittura vanto ed elemento distintivo di forze politiche, giornali, pezzi interi di società (in)civile.
Ora però crediamo di doverci spingere ancora un pò più in là, giacché Rosarno rappresenta un punto di non ritorno, un'abisso morale in cui l'Italia tutta è sprofondata. E poco importa che il Rototom Sunsplash, cacciato dal potere cieco e stupido che lo governa, subisca l'esilio in terra iberica, e che gran parte di noi in questo momento sia appunto in Spagna a lottare per "un altro mondo possibile".
Abbiamo appreso dalla Rete del tentativo coraggioso, un pò folle forse ma di quella follia che a noi è sempre piaciuta enormemente, di normali cittadini sprovvisti di grandi mezzi e grandi relazioni di mettere in piedi uno sciopero degli stranieri, stranieri non tanto in "senso anagrafico, ma estranei al clima di razzismo che unisce parte d'autoctoni e immigrati".
Abbiamo ripensato a Robert Nesta Marley e al senso dei nostri sforzi di questi anni, e abbiamo immediatamente deciso di aderire a questa necessaria follia. Dando una mano, là dove operiamo maggiormente in Italia, a Udine, per costruire insieme ad altri soggetti sensibili un comitato locale del Primomarzo 2010. E accogliendo l'invito di Peacereporter allo sciopero bianco, attraverso una donazione collettiva alle iniziative di sostegno e tutela dei migranti.
"Alzatevi e ribellatevi per i vostri diritti": questo è il tempo, e ci auguriamo che tutte le persone di buona volontà non lo lascino scorrere invano."
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