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Fare outing a Treviso (ma l'identità di genere non c'entra)

lunedì 11 gennaio 2010

Bruno, nessuno e centomila, che vive a Treviso ed è iscritto al nostro gruppo su FaceBook, ci ha inviato questo testo autorizzandoci a pubblicarlo. Lo aveva scritto, a caldo, un anno fa, pensando di mandarlo al quotidiano locale. Poi aveva lasciato perdere. Lo ha intitolato "stamattina ho fatto outing". Ma l'outing o, se si preferisce, il coming out di cui parla non ha a che vedere con l'identità di genere...

«E' successo alle 8,30 sul treno della linea vicenza-treviso. Il convoglio arriva a castelfranco veneto, le porte si aprono, scendono dal treno gli studenti delle superiori, i ragazzi dei paesini di campagna dei dintorni, fontaniva, tombolo, galliera, nomi curiosi che evocano forca, badile e furti di pollame. si dileguano a gruppetti, asiatici, africani, policromi, bianchi, neri, gialli, veneti di tutti colori, ecco i nuovi giovani padani. scendono loro e saliamo noi, grigi lavoratori e fiacchi universitari. Il treno “sbianca", rimane qualche asiatico, un paio di neri, due biondine pallide-pallide immerse nei piumini panna-panna, ucraine. vicentine. a due file da me un gruppetto di ventenni italiane. la carrozza è attraversata da una voce stridula, penetrante: "quella troia albanese, vlediana, vlidana, befana, come si chiama quella troia, vedrai che anche oggi farà la puttana con il professore, ti sfido che poi prende trenta... non dovrebbero neanche studiare... il diritto allo studio, glielo paghiamo noi , il diritto allo studio... noi paghiamo e loro non fanno un cazzo... e quell'altra, la troia russa, irina quella merda, è pure incinta, si è fatta chiavare, è incinta e noi paghiamo e non gli basta, e lo sapete? lavora pure quella là, sì... sulla statale pontebbana, è là che devono lavorare quelle troie... e noi paghiamo… che vergogna... e noi paghiamo, pa-ghia-mo…"
Le amiche ridacchiano, una annuisce e ogni tanto inframezza "...ah-beh-si-dai-insomma-però-lascia-stare..."
Sono elettrizzato da questa scarica di insulti alle 8 del mattino, tento di dormire, di sorvolare, di non esserci, con la guancia incollata al finestrino gelido, guardo fuori per non sentire “dentro”, ecco sono a new york, ora a pechino, ora kuala lumpur, ora un cartello affittasi capannone, ma va in mona, siamo a treviso! Rimetto a fuoco la situazione mentre le acute analisi sociopolitiche della ventenne sono ancora in corso... troia russa... vacca albanese... e noi? NOI PAGHIAMO!
lo ripeto insieme a lei mentre mi alzo di scatto e raggiungo l'oratrice, chissà che faccia... eccola: capelli castano chiaro, magrezza nervosa, occhioni alla candycandy, candida pelle, candido collo rotondo della camicetta, morbido golfino, venti anni. anni venti. che tenera ragazza ma… poche storie, sono qui per fare giustizia, mi piazzo proprio di fronte e vado al sodo, tutto d'un fiato: "mi scusi signorina io non so cosa fa nella vita ma non credo che paghi molte tasse io invece sì e se penso che i miei soldi vengono usati per far studiare lei mi viene da… da... da piangere!"
La tipa ha un fremito stupore-terrore di due secondi-due, il tempo di gonfiare a palloncino le vene del collo e mettersi ad urlare: "lei... chi! lei... cosa! lei non si deve permettere! lei non mi deve parlare! lei chi è! lei... si vergogni!"
Superato il primo stupore per la raffica di “lei” (la cortesia è sempre apprezzata) prendo coraggio e ricambio: "lo sa, in italia, ci sono persone di tutte le etnie e religioni che tutti i giorni pagano le tasse per far studiare la gente come lei, non la prenda sul personale, però, cazzo, che schifo…"
La mia caduta di stile esaspera il conflitto, la tipa collo teso, occhi chiusi, grida paonazza: "non mi interessa la sua opinione!!! stia-a-a zitto!!! deve stare ziiiiiiitoooooooooooo!!!!!! zi-hi – hi-tto-to-ooh!"
Il suo urlo spazza la carrozza e si rompe in un quasi-pianto con il solo scopo di bloccarmi. io però non mollo: "guardi, forse è ora che si abitui a sentire delle opinioni diverse dalle sue, sa com'è, in giro c'è gente che non la pensa come lei..."
E la tizia: "eccertooo, maledetti!!! è proprio per questo che l'italia va a rotoli!!!"
Io rilancio: "stronzate, andiamo male perchè c'è gente invidiosa che passa il tempo a insultare chi ha i voti migliori. Suvvia, vada a studiare, fallita!"
(chiusura in stile leghista al contrario. mi vergogno come un cane. ma è solo un attimo)
Ormai siamo a treviso, mi avvio verso le porte. Mi volto. Tutta la carrozza mi fissa sorpresa, sospesa, una nuvola di occhi sgranati: c'è un mostro tra di noi, mioddio c'è uno che parla agli sconosciuti, un bruto, come abbiamo potuto partorire una creatura del genere, un creatura degenere...».

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo ben fatto

11 gennaio 2010 alle ore 10:47
Elèna ha detto...

hahahaha!!!bellissimo! bravo!

11 gennaio 2010 alle ore 11:09
Maria ha detto...

Sono d'accordo con le parole che hai detto a quella ragazza. Anch'io sono intervenuta varie volte perchè non sopporto chi tace davanti a tante offese e prese di posizione verso gli stranieri, offese che fanno rabbrividire. Anch'io sono stata guardata come una persona fuori dal mondo e qualche volta hanno tentato di mettermi a tacere accusandomi di buonismo. E che il razzismo stia purtroppo crescendo mi fa paura. Vi racconto quello che mi è successo 2 anni fa. In una strada della mia città due ragazzi si sono messi a dare calci agli oggetti che un nero cercava di vendere aggiungendo ai loro gesti frasi ingiurose: intorno un gruppo di gente guardava senza inervenire. Allora ho affrontato i due ragazzi che hanno minacciato di spaccarmi la faccia, io ho detto loro che non avevo paura e che facessero pure... sono venuti con i pugni sotto il mio mento,poi hanno abbassato gli occhi e se ne sono andati...Naturalmente ho accusato tutti i presenti di razzismo e di vigliaccheria; nessuno mi ha risposto e pian piano se ne sono andati. Non dimenticherò mai il pianto del giovane nero che ho abbracciato ed aiutato a riordinare le sue mercanzie...

11 gennaio 2010 alle ore 13:31
Anonimo ha detto...

Italiani brava gente? Sentito con le mie orecchie su di un bus a Mestre : " Pecà che i' gà smanteà le camere a gas" (Peccato abbian smantellato le camere a gas) commento benevolo di reazione al bus pieno di gente di vario colore... Non racconto la mia reazione perchè non interessa, ma i due "distinti signori (copia di mezza età) da veri vigliacchi non hanno accettato "rogne" da parte mia, m'han girato le spalle bo9forchiando chissà cosa e son scesi.. Sì è ora di considerare folklore le sparate di vecchi rincoglioniti e protervi perchè rappresentati politicamente..

11 gennaio 2010 alle ore 14:52
Ambra ha detto...

Sono Ambra, da Roma, e Treviso la conosco bene. Bravo!! Questa gente va zittita, alla faccia del 'dialogo' che ora va - a parole - tanto di moda....Ce ne fossero di outing così. Io faccio la mia parte a mia volta, quando capita l'occasione, e non mollo mai. Coraggio!!!

11 gennaio 2010 alle ore 22:16
Anonimo ha detto...

Brava Ambra da Roma, sono Paolo da Venezia. Hai proprio ragione! Queste persone vanno zittite sempre con argomentazioni valide e testimoniali. Fai bene, non perdere mai un'occasione per dire la tua opinione. Coraggio sempre con educazione democratica. L'ora del silenzio è finita. Svegliati Italia. Stavolta sì che l'ora s'è desta!

12 gennaio 2010 alle ore 12:36
bruno ha detto...

grazie per i commenti solidali,
pensare che le persone siano tutte degne di rispetto è diventato “strano”, “diverso”, io stesso ho provato l’imbarazzo e la vergogna della "prima volta”, perché stavo invadendo la privacy di una persona (anche se becera e razzista). altre volte prima di quel giorno me ne ero stato zitto… adesso basta

12 gennaio 2010 alle ore 23:33
Sara ha detto...

Quasi uguale a Bruno, solo in autobus a Padova, qualche anno fa, con due comari che commentavano con il solito "e io pago" la fila di stranieri davanti alla questura. Meridionali, le due comari, tanto per dire: il razzismo degli scampati. Meridionale anch'io, ma non bestia come quelle due, e l'ho fatto capire a tutti, su quell'autobus.

14 gennaio 2010 alle ore 16:32
Anonimo ha detto...

il razzismo diffuso nelle parole della gente comune è l'humus su cui sta crescendo il seme del nuovo razzismo italiano.
A Treviso questo razzismo si vede già cominciando dalle istituzioni!

Federico residente e nato a Treviso

Marzo 2010

5 marzo 2010 alle ore 01:13

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