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Lo sciopero che fa tremare i sindacati*

domenica 24 gennaio 2010

«Sbagliato incrociare le braccia solo sul tema dei migranti»
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha appena scritto una lettera ai sindacati dei paesi europei ed africani. La stessa, in queste ore, sta circolando nelle e-mail delle principali camere del lavoro sparse sul territorio, come per tirare su il morale alla «truppa» in un momento piuttosto difficile.
Sono due pagine di sincera preoccupazione, quasi una richiesta di aiuto ai colleghi stranieri, «voglio informarvi della grave situazione che stanno vivendo in Italia i lavoratori immigrati a causa della politica del Governo Berlusconi...». Epifani mette a fuoco la situazione disperante, usa toni molto duri, «questa politica cieca e crudele», chiama le cose con il loro nome e quindi i Cie sono «centri di internamento», e scrive che la Cgil si è «immediatamente schierata a tutela dei lavoratori immigrati impegnati a Rosarno». Dello sciopero del Primo Marzo - Una giornata senza di noi - nemmeno una parola.
A mettere il dito nella piaga, ieri, ci ha pensato il Giornale di Feltri con un titolo di apertura velenoso e cafone, «Sciopero vietato ai negri», e la tesi secondo cui i sindacati starebbero boicottando lo sciopero degli immigrati. Il pezzo, però, è stato «caricato» sul blog degli organizzatori del Primo Marzo 2010. «Tutto sommato, pur con un linguaggio bieco che non condividiamo, quell'articolo dice cose su cui il sindacato dovrebbe cominciare a riflettere». E questa è l'opinione di Stefania Ragusa, che ormai passa le giornate a raccogliere, e raccordare, adesioni allo sciopero dei migranti. Poi ci sono altre riflessioni, «dette tra noi», raccolte tra alcuni sindacalisti della Cgil, della serie, «eh insomma... hanno toccato un nervo scoperto...». E poi ancora c'è la linea ufficiale della segreteria, che non vuol sentir parlare di sciopero dei migranti.
Per Morena Piccinini, segretaria confederale con delega all'immigrazione, «è un errore in sé». Anche se il problema sollevato esiste, eccome. «L'idea dello sciopero - ammette - può esercitare una grande attrazione perché punta a dimostrare che senza gli immigrati l'intera società italiana sarebbe più povera. Non penso che sia sbagliato perché c'è il rischio che non funzioni, penso che sia un errore perché oggi, in un contesto influenzato da spinte razziste, uno sciopero esclusivamente dei migranti indebolirebbe proprio loro». E allora perché non convocarne uno tutti insieme? «Ma per il 12 marzo - replica piccata - noi abbiamo convocato uno sciopero generale, e il tema dell'immigrazione sarà posto al centro di quella giornata. La battaglia per l'affermazione dei lavoratori migranti non può essere altra cosa da una battaglia comune a tutti per uscire da questa crisi, che vuol dire anche lavoro nero, sfruttamento...»
Stesso ragionamento alla Cisl, che, tanto per intenderci, dopo i fatti di Rosarno si è recata in loco per un incontro pubblico con il ministro degli Interni Maroni e i sindacati di polizia. «Noi abbiamo molte perplessità su questo sciopero - dice una voce che rappresenta la linea della segreteria - perché riteniamo che sia un'inizativa che divide gli immigrati dagli italiani. E poi è stata lanciata su facebook con parole d'ordine discutibili e che possono prestarsi a strumentalizzazioni in un periodo come questo di campagna elettorale». Naturalmente, anche qui, nessuno è disposto a farsi impartire lezioncine strumentali da il Giornale: «I sindacati in questo paese hanno una storia antica e non sono nati sulla scia di episodi estemporanei... un movimento senza obiettivi precisi rischia di essere pericoloso, sia per l'opinione pubblica che per gli immigrati». Poi, en passant, la stessa voce evoca un'altra data, il primo maggio, «se non lo dedichiamo agli immigrati quest'anno...»
Da qui, fino al primo marzo, passi in avanti probabilmente se ne faranno pochini. Un vero peccato, considerando le ragioni espresse con forza dalla lettera di Gugliemo Epifani - che chiede ai sindacati stranieri di «affiancare» la Cgil sostenendo «la richiesta del rispetto dei diritti umani» - unite al disagio di chi percepisce chiaramente che dopo Rosarno l'azione del sindacato rischia di essere superata dagli eventi. La nota della Cgil di Pavia, per esempio, attacca la provocazione di Feltri, ma si chiude così: «Da tempo si discute della possibilità che gli immigrati incrocino le braccia il primo di marzo, tema che si sta affrontando con le associazioni, con le organizzazioni sindacali confederali, con le comunità immigrate per trovare la risposta più idonea, unitaria, e che tenga unite le fasce sociali del lavoro. Qualsiasi cosa si deciderà, sarà la vera novità di questo inizio anno». Franco Vanzati, segretario a Pavia, con sincerità ammette che «la Cgil su Rosarno avrebbe dovuto fare di più, questo rischia di essere un fatto di non ritorno, se il razzismo istituzionale si salda con fasce sempre più ampie della popolazione noi rischiamo di essere messi in un angolo, è un problema serio... davvero non so dire se lo sciopero sia giusto o meno. Però serve un salto di qualità da parte nostra, ma dobbiamo stare attenti a costruire ambiti che ci facciano restare tutti insieme». Anche perché dopo Rosarno, nelle fabbriche, nei cantieri, nei luoghi di lavoro, «le politiche di tutela della Cgil vengono giudicate insufficienti dagli immigrati».

*Pubblicato da il Manifesto il 22 gennaio 2010, a firma Luca Fazio

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Linfa fresca, ecco cosa serve!

24 gennaio 2010 alle ore 16:06
onorina gardella ha detto...

è terribile come la sinistra organizzata nelle istituzioni nel nostro paese riesca sistematicamente da 30 anni ad eludere le occasioni per costruire percorsi di civiltà! onorina gardella

24 gennaio 2010 alle ore 23:32
Anonimo ha detto...

Ben venga la discussione sull'opportunità o meno di scioperare, visto e considerata la situazione di ricatto sistematico al quale sono sottoposti i migranti e sulla quale il più delle volte le componenti che si arrogano la rappresentanza tacciono! Non è detto che non si trovino altre forme creative per farci sentire e questo è di per sé molto positivo.

25 gennaio 2010 alle ore 17:59
Anonimo ha detto...

La reazione di Epifani mi ricorda il classico "..il discorso é un altro" di una certa élite di sinistra degli anni '70 che proponeva sempre traguardi più ampi pur di non rispondere ai problemi del giorno. Come diceva Nanni Moretti con una simile opposizione non vinceremo mai..

26 gennaio 2010 alle ore 06:39
Anonimo ha detto...

Penso che il primo marzo 2010 rappresenta una occasione straordinaria per una presa di coscienza della forza dei cosidetti migranti ( per una grande parte in pratica si tratta di persone da considerarsi cittadini italiani ); forse è la prima volta che persone di etnia, fede,cultura diverse si trovano uniti e siccome essi sono parte del paese, credo sia giusto che tutti gli autoctoni sinceramente democratici sostengano o condividano l'iniziativa perchè non ci deve essere contrapposizione: ciò servirebbe solo a dividere, facendo il gioco di chi ha interesse che questo avvenga.
Forse lo sciopero etnico sarà una anomalia,come dice il sindacato, ma è fuor di dubbio che le critiche vengono mosse alle confederazioni sono condivisibili in gran parte e inoltre è il lavoro la vera arma efficace che i migranti hanno a disposizione; una manifestazione a carattere nazionale non avrebbe la stessa forza. Il problema dello sciopero esiste, tocca ai sindacati in particolare trovare la strada nmigliore per valorizzare l'iniziativa ed evitare derive, strumentalizzazioni o quant'altro della medesima.

26 gennaio 2010 alle ore 15:54
Anonimo ha detto...

Faccio presente ai commentatori di questo post:
- che il 17 ottobre la CGIL, insieme ai sindacati di base, ad oltre 500 organizzazioni antirazziste, ha partecipato ed appoggiato la maggiore manifestazione di antirazzismo radicale mai avvenuta in italia, 200 mila persone in piazza.
- che in quella occasione la CGIL ha fatto non solo un grandissimo sforzo organizzativo ma ha lasciato la rappresentanza e la leadership della manifestazione alle associazioni dei Migranti
- che sul percorso del primo marzo la CGIL si è impegnata per una grande mobilitazione, che giustamente non sarà un velleitario sciopero etnico ma vedrà la centralità del lavoro nella questione dell'antirazzismo

Mi chiedo quanti di voi abbiano lavorato in questi anni sul tema dell'antirazzismo e quanti abbiano partecipato alle numerosissime occasioni di lotta, quanti siano stati in piazza il 17 Ottobre.

Chi parla di "prima volta" con l'iniziativa del primo marzo dimostra di ignorare quasi due decenni di lotte antirazziste.


Vi ricordo la piattaforma del 17 Ottobre, sottoscritta tra gli altri dalla CGIL:
• No al razzismo
• Regolarizzazione generalizzata per tutti
• Abrogazione del pacchetto sicurezza
• Accoglienza e diritti per tutti
• No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono
• Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro
• Diritto di asilo per rifugiati e profughi
• Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
• No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell’accesso ai diritti
• Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti
• Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
• Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender.
• A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro

26 gennaio 2010 alle ore 18:46
Anton Lesaj ha detto...

Non credo che ci si vuole dimenticare quello che è stato fato, ci mancherebbe altro. Però non si può dire neanche che sia stato sufficiente. Quando si parla di “prima volta” credo che si intende che il fulcro della iniziativa sta volta siano gli immigrati in prima persona. Si vede che si cresce la consapevolezza che per avere dei diritti ci si deve lottare e non aspettare ne la misericordia ne la limosina degli altri. Riconoscere e pretendere i propri diritti, (mentre i doveri c’è li ricordano appena arrivati) è un salto di qualità.
Questo fato dovrebbe essere preso con entusiasmo soprattutto dai sindacati. Gli immigrati essendo una buona percentuale della forza lavoro in Italia credo che rispecchiano anche l’adesione sindacale. Sarebbe stato auspicabile che i sindacati prendessero in volo sto occasione d’oro come testimonianza che i problemi dei più deboli debbano essere i problemi di tutti.
Giustamente dai sindacati vengono indette scioperi alla protezione anche di numeri limitati di lavoratori e ci si chiede la partecipazione di tutti, anche quando la questione non ci riguarda direttamente. È lì la forza e la logica della collettività.
Strano però che in questo caso fin ora non è successo così con la nostra in iziativa. Nessuna sigla sindacale non ha fato suo questa nostra protesta. Per di più si gioca con la pericolosa teoria delle divisioni. Come mai noi siamo sempre stati pronti per qualsiasi causa e quando l’oggetto in discussione siamo noi c’è sto “pericolo”?
No signori, avete trovato una scusa troppo debole. Nessuno di noi sognerebbe di esserci da soli in questo percorso. E per fortuna sicuramente così non ci sarà. Coi o senza i sindacati la presenza della cittadinanza italiana ci sarà oltre anche i nostri previsioni. Su questo non ci sono dubbi perché ci sono in tanti che vengono a darci una mano, dandoci il loro apprezzabile contributo. Sono loro che ci confortano dandoci ragione. Sono loro che ci dicono che in questo caso sono immigrati come noi.
Come possibile che quelli che hanno responsabilità dirigenziale quasi come sempre arrivano dopo la gente comune. Secondo me qualcosa non funziona.
Amici, io personalmente ho fato pubblicamente una provocazione che auspico che rimanga tale:
in caso che gli immigrati debbano mettere in discussione il posto di lavoro a partecipare allo sciopero per mancanza d’appoggio da parte dei sindacati, io ma forse non solo io, ritengo di non essere adeguatamente protetto nei miei diritti da iscritto al sindacato. Di conseguenza il mio iscrizione non avrà più motivo continuare, perciò annuncio anticipatamente il ritiro.
Se ci saremmo in tanti della stessa idea magari i sindacati ci penseranno due volte.
Cordiali saluti Anton Lesaj Modena.

26 gennaio 2010 alle ore 21:22
Anonimo ha detto...

@Anton Lesaj
Ma come puoi dire che per la manifestazione del 17 ottobre il fulcro non siano stati gli immigrati?

26 gennaio 2010 alle ore 21:46
Anonimo ha detto...

a noblogo
Qui non si tratta di sbandierare alcunché. Siamo a gennaio 2010 e se in parte chi doveva ASCOLTARE non lo ha fatto questa è un'occasione che non dovrebbe lasciar cadere, del resto l'unione sì fa la forza a condizione che vertici e base condividano l'obiettivo da raggiungere e queta volta mi pare che sia chiaro DIRITTI PER TUTTI! SENZA DISTINGUI DI SORTA !!

27 gennaio 2010 alle ore 09:14
Anonimo ha detto...

Anonimo .... (che brutta cosa l'anonimato).

Sei molto poco informato;

all'assemblea del 24 Gennaio a Roma delle Assemblea nazionale delle realtà migranti ed antirazziste il sindacato, (la CGIL e la FIOM, ed i sindacati di base) c'era e rappresentato a livello nazionale, tutte le realtà presenti (Queste per intenderci: http://www.17ottobreantirazzista.org/organizzazioniad2) hanno votato all'unanimità per questa mozione: http://primomarzo2010.blogspot.com/2010/01/assemblea-delle-realta-migranti-e.html

Sulla base di questa piattaforma di antirazzismo radicale:
• No al razzismo
• Regolarizzazione generalizzata per tutti
• Abrogazione del pacchetto sicurezza
• Accoglienza e diritti per tutti
• No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono
• Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro
• Diritto di asilo per rifugiati e profughi
• Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
• No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell’accesso ai diritti
• Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti
• Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
• Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender.
• A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro

Quindi la CGIL ed in particolare la FIOM, i sindacati di Base hanno aderito al primo marzo alla mobilitazione.
Riporto dal comunicato:
"Decidiamo, anche in solidarietà con i migranti francesi promotori dello sciopero del 1° Marzo e raccogliendo lo spirito dei promotori del Comitato 1° Marzo, di indire per quella stessa data una giornata di forte mobilitazione nazionale sulla base della piattaforma del 17 Ottobre e in special modo per la regolarizzazione di tutti gli immigrati e il pieno godimento dei diritti di cittadinanza, riconoscendo il valore politico delle lotte dei migranti in particolar modo quando investono il terreno dei rapporti di lavoro. "

Per cui ti ripeto caro Anonimo, l'antirazzismo non si fa con i click compulsivi su facebook ma con una partecipazione politica costante e responsabile.

27 gennaio 2010 alle ore 10:43

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