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Lo sciopero senza copyright*

venerdì 15 gennaio 2010

Arci, Emergency, Cantiere, ReteScuole, Naga, Banca Etica: «Noi ci stiamo» Dopo Rosarno, cresce la mobilitazione sotterranea per il Primo Marzo 2010
Ma nel XXI secolo può esistere uno sciopero non indetto da una sigla sindacale? Le risposte esatte sono due: no!, ma sì. Perché questa volta, se è vero che a Rosarno si è passato il segno, molti cominciano a sentire l'esigenza di alzare il livello dello scontro, il che significa dare concretezza a quel sentimento frustrante di chi si sente profondamente antirazzista ma ormai non sa più che pesci pigliare. Insomma, il triste presidio di solidarietà, e l'ipocrisia degli scandalizzati del giorno dopo, non bastano più.
E sciopero è un concetto forte, quasi uno schiaffo a chi crede di detenere una sorta di copyright, eppure la provocazione serve a rompere un tabù, e che ognuno faccia a modo suo. Queste, a botta calda, sono le considerazioni di alcune associazioni che si stanno già muovendo per dare visibilità al primo sciopero degli stranieri in Italia - «senza lasciarci imbrigliare da schemi troppo rigidi», come suggeriscono Stefania, Nelly, Daimarely e Cristina, le donne che hanno lanciato in rete la proposta che non si può rifiutare.
Ma chi ci sta? A parole, tutti. Ma come si fa, lunedì 1 marzo, con gli stranieri che sono i lavoratori più soli e ricattabili di tutti (e non solo gli schiavi di Rosarno)? Cecilia Strada, presidente di Emergency, non ha esitazioni, solo si augura che gli stranieri quel giorno possano essere presenti e visibili. «Sosteniamo lo sciopero - spiega - e abbiamo deciso di devolvere una giornata del nostro lavoro al poliambulatorio di Palermo dove da due anni curiamo stranieri ma anche italiani vittime della povertà. Mi auguro che i dipendenti delle nostre altre sedi facciano altrettanto, se poi ci sarà un corteo noi saremo sicuramente in piazza».
Già, la piazza. Emanuele Patti, presidente dell'Arci di Milano, sa bene con quanto imbarazzo gli amici del sindacato stanno guardando all'inziativa. «Stiamo parlando con la Cgil - dice - loro hanno qualche timore a convocare quello che sarebbe una sorta di sciopero etnico, per conto mio potrebbero dichiarare lo sciopero generale e lasciare alle associazioni il compito di agitare i luoghi con eventi sul territorio. Capisco perfettamente il valore simbolico di uno sciopero come questo, e quindi dico: era ora! Deve passare il messaggio che che gli immigrati sono indispensabili non solo in quanto lavoratori, lo sono anche per il loro contributo culturale e direi anche affettivo. Tutti i nostri circoli sono pronti ad attivarsi».
Tutte le piazze sono da preparare, e non da cappellare, ma non è certo questo che preoccupa Leon del Cantiere, l'unico centro sociale che a Milano riesce a trascinare i ragazzi delle scuole. «Stiamo già preparando le assemblee - spiega - il fatto è che per essere uno sciopero effettivo bisognerà riuscire a coinvolgere in qualche modo i migranti che lavorano e chi sta facendo della precarietà un motivo della propria lotta politica. Nelle scuole, nei quartieri, siamo già in contatto con realtà meticce, e credo che a marzo non sarà un problema organizzare un corteo. Ma devono deciderlo gli studenti».
Gli insegnanti (alcuni, quelli di ReteScuole) proprio stasera sono in assemblea a Milano per discuterne. Paolo Limonta, felice maestro delle elementari, da una vita su piazza sempre a fianco degli stranieri, sa che senza il sindacato non si sciopera - «mi devo prendere un permesso, ma quanti lo farebbero»? Però. «Possiamo caratterizzare questo mese e mezzo - ipotizza - con un percorso di educazione all'interculturalità. Si tratta solo di farsi venire delle idee per dare maggior visibilità allo sciopero. Non so... organizziamo in tutte le città grandi merende fuori dalle scuole che sconfinano nelle strade, con insegnanti, genitori e bambini...».
Anche al Naga (associazione che offre assistenza sanitaria agli stranieri) ci credono, ma sono prudenti, proprio perché con la realtà dell'immigrazione ci fanno i conti tutti i giorni. «Abbiamo appena aderito - racconta Gaia Silvestri - a questo punto dobbiamo cercare di coinvolgere gli stranieri e nello stesso tempo tutelarli, per loro non è semplice aderire anche simbolicamente a uno sciopero. Ne incontriamo tantissimi, tutti irregolari, tutti lavoratori».
Tanto per dare l'idea della trasversalità delle adesioni che arrivano, sentiamo Mario Costa, direttore di Banca Etica. «La banca - spiega - tendenzialmente non prende posizioni in modo così diretto, ma dopo Rosarno ci siamo mossi su iniziativa dei nostri dipendenti. Decideremo con quali altre forme appoggiare questo sciopero, attivando anche i nostri 33 mila soci. Per ora, la filiale di Milano ha aperto un conto corrente per sostenere il comitato promotore: Primo Marzo 2010 - Iban: IT98V0501801600000000130877.

* Luca Fazio sul Manifesto del 14/01/2010

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo non solo sullo spritito dell'iniziativa e mi auguro che sia un segnale forte e chiaro per i politici gretti e farabutti che ci ritroviamo.

Concordo anche con l'opportunità di avviare iniziative dal basso, anche grazie ai socialnetwok, visto che la sinistra tradizionale e non sembra avere nè l'autorevolezza nè la creatività per contrastare in modo nuovo e almeno visibile quanto sta accadendo su questo come su altri piani.

16 gennaio 2010 alle ore 19:16
Anonimo ha detto...

E' necessario che gli autocnoni prendano precisi contatti con gli esistenti comitati di lavoratori stranieri, dai quali soli può dipendere la riuscita dello sciopero. Solo se ci sarà stretto collegamento tra lavoratori italiani ( sia comitati autonomi, sia organizzazioni sindacali) e lavoratori stranieri in Italia lo sciopero riuscirà a svegliare dal sonno oppiaceo propinato dalla deriva padronale del sistema, le forze ancora sane del Paese. Se l'adesione dovesse risultare modesta, la propaganda e l'incremento di ferocia statale sarebbero pericolosamente avvantaggiate.

18 gennaio 2010 alle ore 18:57
barbiana.info ha detto...

IL SISA SINDACATO INDIPENDENTE SCUOLA E AMBIENTE per il primo marzo ha indetto lo sciopero della scuola, a breve la comunicazione ufficiale, quindi quel giorno docenti, studenti, lavoratori ATA e delle cooperative esterne, tra cui tanti stranieri, potranno essere in piazza.
tutte le info su www.sisascuola.it
DAVIDE ROSSI
segretario generale
sisascuola@libero.it

21 gennaio 2010 alle ore 13:25

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