Come più volte abbiamo ripetuto, il 1° marzo è stata solo la tappa iniziale di un percorso che ci siamo impegnati a costruire per lottare contro ogni forma di razzismo e xenofobia che ostacoli la convivenza civile e pacifica tra vecchi e nuovi cittadini italiani.
E' una strada impervia che richiede continua attenzione anche ai piccoli dettagli. A volte, avvenimenti all'apparenza insignificanti nascondono motivazioni più profonde che se indagate rivelano realtà scomode.
Forse questo è il caso dell'episodio consumatosi domenica a Roma nel quartiere della Magliana dove un phone center gestito da un begalese è stato sfasciato da una quindicina di ragazzi. La banda si è introdotta nel negozio a viso coperto e dopo aver distrutto telefoni e computer ha scaricato la sua violenza sui clienti.
I gestori, in Italia da più di 25 anni e in possesso della cittadinanza italiana, hanno riferito di aver già in passato subito minacce anche di morte, con chiari riferimenti all'odio razziale.
Tra gli italiani della zona c'è molto incredulità e soprattutto si nega che nel quartiere ci sia un clima razzista. Purtroppo i fatti non confermano la loro versione perché gli episodi di intolleranza negli ultimi due anni sono stati numerosi e indirizzati verso la comunità bengalese conosciuta per la sua laboriosità e estraneità ad atti di criminalità.
Martedì 16 alle ore 17 da Via Murlo, dove si trova il phone center, partirà un corteo di protesta contro gli episodi di razzismo a cui è invitata tutta la cittadinanza.
E' importante non abbassare mai la guardia, reagire ad ogni forma di violenza ed intolleranza per isolare chi di queste azioni si macchia. E' questa la missione che ci siamo dati il 1° marzo e che raggiungeremo soltanto unendoci, italiani e immigrati gli uni accanto agli altri, per dire no al razzismo, no alla xenofobia, no alla violenza.
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