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Condannare la violenza sempre e comunque

martedì 16 marzo 2010

Non importa che siano italiani o immigrati a metterla in atto. La violenza gratuita e ancor di più quella praticata contro minorenni è un abominio.

La settimana scorsa il figlio quindicenne del sindaco di Roma Gianni Alemanno e un suo amico coetaneo sono stati braccati da un gruppo di 7 giovani e picchiati. Per fortuna sono riusciti a scappare prima che venissero feriti seriamente.

L'attacco subito è stato causato da uno scambio di identità. Gli aggressori, sette ragazzi italiani, hanno scambiato le due vittime per altri due ragazzi con i quali il giorno prima avevano avuto uno screzio.
La famiglia Alemanno e quella dell'altro ragazzo, comprese le motivazioni, hanno deciso di non sporgere denuncia.

Ma mi chiedo se nel modo di trattare la notizia non ci sia la volontà di fomentare l'insofferenza verso gli immigrati.
Il sottotitolo del corriere della sera richiama la notizia in questo modo:
“ Manfredi, 15 anni, e un suo amico, attaccati da 7 giovani, figli di immigrati. Lo avevano scambiato per un altro”

Poi all'interno dell'articolo si specifica, ma solo verso le ultime tre righe:
“ Nessuno dei sette ragazzi identificati dalla polizia ha precedenti penali, sono tutti studenti e figli di immigrati che in Italia lavorano regolarmente”.

Forse non bastava dire che i ragazzi erano italiani? Forse l'azione di cui si sono macchiati sarebbe stata meno grave? La violenza è violenza indipendentemente da chi la pratica che sia italiano, filippino, marocchino, cinese.
I media dovrebbero smetterla di sottolineare sempre la provenienza e concentrarsi sulle azioni. Peraltro i ragazzi in questione sono italianissimi, sono i genitori ad essere immigrati residenti da molti anni in Italia quindi probabilmente anche loro italiani.

E' questo modo di trattare le notizie che semina paura dell'altro e luoghi comuni ingiustificati che in questo caso si scaricano anche sulle seconde generazioni che rappresentano il futuro del nostro paese.

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