Lo scorso Primo Marzo oltre 300mila persone si sono mobilitate in tutta Italia per dire no al razzismo, alla legge Bossi-Fini, al lavoro in nero, al pacchetto sicurezza, ai CIE e sì invece ai diritti di cittadinanza. In molte città i lavoratori migranti si sono mobilitati e spesso a...nche astenuti dal lavoro, uniti dalla consapevolezza che razzismo istituzionale, politiche di esclusione, sfruttamento del lavoro, violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che, a partire dai più deboli e inermi, aspira a colpire tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita a tutta la società. "24h.senza di noi" è diventato perciò lo slogan per inceppare almeno per un giorno la macchina dello sfruttamento e rivendicare una svolta radicale!
Napoli è una delle città che ha visto la mobilitazione più imponente, con oltre ventimila persone, grazie al contributo di tantissime realtà dell'antirazzismo, comunità e gruppi di migranti.
Purtroppo gli obiettivi di quella mobilitazione sono ancora del tutto attuali, perchè continua l'apartheid di Stato e la repressione di migranti e rifugiati come dimostra la condizione di centinaia di migliaia di immigrati ancora senza permesso di soggiorno, la tragica morte di quattro bambini rom nelle baraccopoli in cui sono emarginati e le stesse speculazioni politiche sugli ultimi arrivi di migranti dalla Tunisia.
Però proprio le piazze del Sud del Mediterraneo, dalla Tunisia all'Egitto, allo Yemen, alla Libia ci stanno dimostrando che i popoli possono ancora combattere e sconfiggere la tirannia e l'ingiustizia sociale. Dentro la crisi economica globale corre il vento delle lotte sociali, della dignità e della libertà.
Il primo marzo parla perciò sia ai migranti che agli "autoctoni":
Costruiamo anche a Napoli la nostra piazza Tahrir!
Napoli è una delle città che ha visto la mobilitazione più imponente, con oltre ventimila persone, grazie al contributo di tantissime realtà dell'antirazzismo, comunità e gruppi di migranti.
Purtroppo gli obiettivi di quella mobilitazione sono ancora del tutto attuali, perchè continua l'apartheid di Stato e la repressione di migranti e rifugiati come dimostra la condizione di centinaia di migliaia di immigrati ancora senza permesso di soggiorno, la tragica morte di quattro bambini rom nelle baraccopoli in cui sono emarginati e le stesse speculazioni politiche sugli ultimi arrivi di migranti dalla Tunisia.
Però proprio le piazze del Sud del Mediterraneo, dalla Tunisia all'Egitto, allo Yemen, alla Libia ci stanno dimostrando che i popoli possono ancora combattere e sconfiggere la tirannia e l'ingiustizia sociale. Dentro la crisi economica globale corre il vento delle lotte sociali, della dignità e della libertà.
Il primo marzo parla perciò sia ai migranti che agli "autoctoni":
Costruiamo anche a Napoli la nostra piazza Tahrir!
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