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Uso spropositato di mezzi repressivi. Istituzioni rispettino diritti fondamentali dell'Uomo

sabato 12 febbraio 2011

RADAR ISRAELIANI PER CONTRASTARE SBARCHI MIGRANTI.

KYENGE KASHETU: USO SPROPOSITATO DI MEZZI REPRESSIVI. ISTITUZIONI RISPETTINO DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UOMO”

Cécile Kyenge Kashetu, portavoce del movimento “Primo Marzo 2011 - Una giornata senza di noi”,

in merito all'installazione di radar israeliani contro gli sbarchi di migranti.

Una notizia d'inaudita gravità passata sotto silenzio, nonostante abbia implicazioni dirette sul rispetto delle convenzioni internazionali per il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo. La Guardia di Finanza ha infatti annunciato che installerà sulle coste meridionali d'Italia cinque potenti radar a microonde, prodotti in Israele, posizionati all'interno di parchi e riserve naturali, per contrastare gli sbarchi dei migranti così Cécile Kyenge Kashetu, portavoce del movimento “Primo Marzo 2011 Una giornata senza di noi”, che organizza lo sciopero degli stranieri, quest'anno alla seconda edizione. Kyenge Kashetu continua: “La nuova rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera sarà integrata al sistema di comando, controllo, comunicazioni, computer ed informazioni della Guardia di Finanza. Il Comando generale della forza armata ha acquistato cinque sofisticati EL/M-2226 ACSR (Advanced Coastal Surveillance Radar) realizzati da Elta Systems, società controllata dalla Israel Aerospace Industries Ltd. (IAI), società che rifornisce l'esercito israeliano. I radar sono appositamente progettati per l'individuazione di imbarcazioni veloci di piccole dimensioni. I radar permetteranno d'individuare i barconi a una distanza di 50 km dalla costa”.

Siamo di fronte a un uso spropositato di mezzi repressivi, che porterà le autorità italiane a infrangere l'elementare rispetto della vita umana. Come si comporteranno infatti le autorità dopo aver individuato un barcone a 30-40-40 km dalla costa? Lo respingeranno, venendo meno agli obblighi morali di soccorso di chi si trova in estremo pericolo”.

Queste politiche sono la conseguenza di sistemi conservatori e totalizzanti che ritengono di poter sfruttare le braccia e le teste dei migranti per sostenere un sistema di privilegio riservato a pochi. Ai migranti viene impedito di esercitare il diritto a circolare liberamente e a scegliere dove stabilirsi. I migranti vengono privati del pieno esercizio del diritto alla libertà e alla pace e dei diritti economici, sociali, politici e culturali”.

Se vogliamo costruire un mondo multietnico e rispettoso delle vite umane”, conclude Kyenge Kashetu, “servono leggi e politiche che rispettino le convenzioni internazionali. E questo è un preciso dovere delle Istituzioni”.

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