La promozione della pace (obiettivo della difesa nonviolenza) passa anche attraverso la giustizia sociale. La lotta allo sfruttamento di cui sono oggetti in modo particolare molti immigrati richiede l'impegnodei giovani italiani che fanno il servizio civile.L'educazione alla legalità è parte integrante della educazione alla pace. Così come vanno combattute le organizzazioni criminali, vanno fatte politiche delle istituzioni e delle organizzazioni sociali che sia effettiva testimonianza di legalità, imparzialità, efficacia. Per questo la lotta per l'inclusione che motiva le iniziative del 1 marzo riguarda i giovani del SCN.
Gli stereotipi razzisti sono potenti, soprattutto quando trovano agenti moltiplicatori in persone delle istituzioni nazionali, regionali, locali. I giovani del servizio civile non vivono sulla luna. Ne sono coinvolti e solo attraverso il lavoro insieme e la conoscenza reciproca sarà possibile bloccare il razzismo.
Infine per chi crede che promozione della pace sia un obiettivo che riguarda tutti i residenti in una comunità, è conseguente pensare che ai progetti di SCN debbano partecipare anche i cittadini stranieri, a cominciare dagli immigrati che scelgono di vivere nel nostro Paese.
Per questo ASC (Arci Servizio Civile www.arciserviziocivile.it)aderisce al Primo marzo!
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