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Primo marzo 2010, il diritto di rompere il silenzio (di Ivan Berni)

domenica 28 febbraio 2010

Domani sarà la giornata senza immigrati e sarà una buona giornata per Milano. L’iniziativa che vedrà mobilitazioni in Francia, Grecia, Spagna e Portogallo toccherà, in Italia, sessanta città e coinvolgerà decine di migliaia di lavoratori immigrati, oltre a migliaia di autoctoni italiani. Si inizierà dalle 9,30 del mattino, davanti alla sede del Comune in piazza Scala, con un prima mobilitazione. All’una verranno srotolati tre grandi striscioni gialli in altrettanti punti simbolici della città. E dalle 17,30, in piazza Duomo, concentramento e corteo verso piazza Castello. Molti immigrati si asterranno dal lavoro, anche se Cgil, Cisl e Uil non hanno offerto la copertura sindacale. Chi non può è invitato a uno sciopero dei consumi e della spesa. Al di là dell’effettiva adesione a queste forme di protesta, quel che conterà, domani, è la rottura del silenzio da parte di milioni di persone, che in Italia vivono, lavoravano, studiano, pagano tasse ma non hanno diritto di parola né di rappresentanza.
Milano è stata la culla della mobilitazione italiana e il merito va a un gruppo di donne, marocchine, cubane, del Ghana e italiane che meno di tre mesi fa, a ridosso della rivolta di Rosarno e del vergognoso sgombero “etnico” dei raccoglitori di arance di colore, ha deciso che in questo paese sono maturi i tempi per la nascita di un movimento per i diritti civili dei migranti. E che il razzismo feroce della caccia all’uomo di Rosarno, e quello più infido e sottile dei leghisti di Coccaglio e dintorni, si può battere prendendo in mano il proprio destino. E’ tutto nato a Milano, grazie a un gruppo di donne, e forse quel che accadrà domani verrà ricordato come un momento storico: quello della nascita di un nuovo grande movimento destinato ad avere un ruolo di primo piano nella storia dei prossimi anni. E’ tutto nato a Milano, dalla pazienza, dalla tenacia, dalla volontà di un gruppo di donne ed è una gran bella notizia, perché dopo quasi due decenni, finalmente, la città torna ad essere al centro di un processo di cambiamento. Torna ad essere il laboratorio e il motore di una spinta sociale, di un nuovo protagonismo. Quanto avverrà domani dovrebbe essere salutato come un evento importante e positivo da tutta la politica. Il Pd, l’Italia dei Valori, I verdi e la sinistra variamente organizzata saranno in piazza. Ma anche la destra democratica dovrebbe guardare con favore alla domanda di partecipazione e alla rivendicazione, sacrosanta, dei diritti di cittadinanza da parte degli immigrati. Una destra moderna, occidentale e liberale non può aver paura dell’estensione della democrazia. Nella città di via Padova la giornata di domani può rappresentare un punto di svolta per tutti. Da domani possiamo sentirci, tutti ,meno soli, meno indifferenti e meno rancorosi. Chi pensa il contrario e sostiene – magari per infime speculazioni elettorali - che domani, per le strade del centro, sfileranno dei nemici ha sbagliato i conti. Da domani, Milano, potrebbe smettere di essere la città degli incarogniti e della paura.
Ivan Berni
(su Repubblica, 28 febbraio 2010)

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